Pianta (10 Kb) | Sezione (12 Kb) |
Regione: | Lombardia |
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Provincia: | Lecco |
Comune: | Esino Lario |
Monte: | Grigna Settentrionale |
Area Carsica: | Moncodeno |
Quota dell'Ingresso: | 2170 m slm |
Dislivello: | -1170 m |
Sviluppo Reale: | 3363 m |
Rilevatori: | G.G.Milano, A.S.Comasca, G.S.Piemontese, G.S.Lecchese, C.G.Boegan - 1986-90 |
Disegno: | M. Filipazzi |
Dati forniti il 30 dicembre 1999 da Graziano Ferrari
L'ingresso dell'abisso è situato in Moncodeno, a quota 2170 m slm, sulla Costa della Piancaformia, lungo il sentiero di cresta che porta al Rifugio Brioschi; esso è noto da tempo agli alpinisti che percorrono il sentiero della Cresta di Piancaformia in inverno, a causa dell'aria tiepida che ne fuoriesce. All'inizio degli anni '80 avvengono le prime esplorazioni da parte di elementi di G.G.Milano, G.S.Lecchese e G.S.Comasco. Nel 1987 viene superato uno stretto meandro che costituisce il passaggio chiave per raggiungere una sequenza di grandi pozzi. Il GGM e l'ASC raggiungono rapidamente la profondità di -446 nel ramo Adrena-line e nel 1988 esplorano il Gran meandro di Unga Balunga fino a -620. Nel 1989, assieme al G.S.Piemontese viene esplorato il ramo M&M's che, dopo una lunga sequenza di pozzi e meandri, conduce ad un sistema di gallerie freatiche. Una di queste viene seguita fino al fondo di -1155, mentre a -920 viene installato un precario Campo Base. Contemporaneamente Unga Balunga viene portato a -815. Alla fine del 1989 viene effettuata una colorazione del torrente che scorre nel ramo di fondo; si ottiene un risultato positivo alla sorgente di Fiumelatte, a otto km di distanza e con un dislivello di 1845 metri. Negli anni successivi le esplorazioni ristagnano. Nel 1996 G. Guidotti forza il fondo di -1155 fermandosi a -1170 su sifone; vengono effettuate revisioni della zona di gallerie freatiche prossima al Campo Base di -920. Nel 1997 M. Faverjon e G. Guidotti esplorano una galleria freatica situata a -1100, senza trovare prosecuzioni.
Dal punto di vista morfologico, l'abisso si può dividere in quattro parti:
L'abisso ha uno sviluppo rilevato di circa 3700 metri. Al suo interno, oltre a numerosi stillicidi sui pozzi (che possono diventare pericolose cascate), si trova uno dei pochi corsi d'acqua tracciabili della Grigna Settentrionale. Meteorologicamente, l'ingresso si comporta da bocca calda e una forte circolazione d'aria si ritrova fino alle gallerie vicine al Campo Base di -920, dove si sfiocca e si perde in diverse strettoie. Le zone vicine al fondo, vincolate dalla presenza di sifoni, presentano una circolazione d'aria scarsa o nulla. Anche gli altri due rami che si staccano da Utopia sono percorsi da forti correnti d'aria, sempre con andamento estivo discendente.
W le Donne è un abisso relativamente complesso ma non difficile, tranne nelle zone
di fondo, bagnate, fangose e a volte strette. Le esplorazioni sono ancora largamente aperte;
una finestra parzialmente esplorata si apre già a -120 sul P80 Gran salto dell'orda;
Adrena-line può proseguire con una delicata risalita sopra il pozzo terminale; Unga
Balunga presenta diversi punti aperti, a cominciare da un arrivo parzialmente esplorato e
non topografato posto alla sommità del P114 Roc'azzon; a -680 si trova un grande
arrivo attivo raggiungibile con un traverso; il pozzo terminale (P112 - Titano) presenta
diverse finestre, l'ultima delle quali a soli 8 metri dalla base; il fondo stesso in frana
(-815) sembra degno di una revisione e potrebbe proseguire. Lungo la via per il Campo Base
vi sono diversi approfondimenti attivi, finestre e camini che potrebbero portare a
prosecuzioni, ma naturalmente gli sforzi esplorativi sono polarizzati dalla zona di fondo.
Qui si trovano diverse vie, attive o fossili, bagnate e/o fangose, solo una parte delle
quali è stata rilevata. Sarebbe molto utile effettuare una revisione accurata, dal
momento che qui si trova il nodo in cui le correnti d'aria provenienti dagli ingressi alti
si spostano lateralmente per risalire verso gli ingressi bassi (comunque situati almeno 500
metri sopra...), mentre i diversi apporti idrici si approfondiscono verso l'asse di
sinclinale.
Per agevolare lavori organici in questa zona sarebbe però opportuno sostituire le
corde dei pozzi fra -750 e -900 e strutturare meglio il Campo Base spostandolo in una zona
meno ventosa e umida.
(tratto da: FERRARI G., 2000(B): Gli abissi della Grigna Settentrionale, Atti del XV Congresso di Speleologia Lombarda, S. Omobono Imagna, 1999 (in stampa))
Dall'ingresso a -50 la grotta si presenta come una successione di piccoli pozzi (max 10 m) interrotti da brevi meandri e strettoie. Improvvisamente, alla base di un saltino, viene raggiunto un P120 cieco (Caro Cogoi Semo Cagai) che si traversa a -40 per raggiungere il successivo P80 (Gran salto dell'orda). Alla base di questo salto pochi metri ci separano dal successivo P100 (Norbert Casteret) alla cui base subito raggiungiamo un P16 ed ancora il P85 che porta alla sala di Utopia cosparsa di grandi massi (60x60x85 m). Da questa grande sala partono tutti e tre i rami della grotta che portano rispettivamente a -446, a -815 e a - 1170m. Esaminiamoli ora singolarmente. |
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Da Utopia al fondo di "Adrena-Line" (-446 m)
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Da Utopia al fondo del "Grande meandro di Unga Balunga" (-815 m)
Dal lato opposto di Utopia rispetto al punto in cui parte Adrena-Line, mediante una breve gallerietta, parte il "Grande meandro di Unga Balunga". La via morfologicamente fino a -450 è costituita da un meandro intervallato da cinque pozzi compresi tra i 4 e i 24 m di profondità. A -450 un grosso salone inclinato e cosparso di massi ("Campo dei Piedi Freddi") porta alla sommità di un vasto P114 (Roc'azzon) immediatamente seguito da una serie di tre saltini (P10, P12, P6) e da una dura strettoia. Siamo a -620 ma la grotta non è ancora stanca di inabissarsi: ancora due pozzetti (P12, P26) e nuovamente una grande verticale: un grandioso P112 (Titano) sotto il quale purtroppo una grande frana impedisce ogni prosecuzione alla profondità di 815 m |
Questa via inizia tramite un meandro in risalita a pochi metri di distanza della partenza di "Adrena-Line" e quindi da dove si abbandona la corda del P.85 di Utopia. Terminato di risalire la grotta inizia a sprofondare con una successione di sei pozzi compresi tra i 4 e i 22 m di profondità impostati su grandi gallerie freatiche (probabilmente molto antiche) larghe fino a 6-7 m. Ancora una serie di pozzi (questa volta compresi tra gli 8 e i 40 metri) ci consentono di superare una diffluenza attiva inesplorata a -500 e di giungere a -580 su di un altro grosso salto. Si tratta di un P94 sotto il quale la grotta chiude perciò bisogna traversare a -60. Ancora tre salti (P10, P30, P14) e superiamo la soglia dei -700. Un'ennesima serie di pozzi (spaventati?! in tutta la grotta ce ne sono 64 esplorati) (P41, P48, P32, P20) ci permette di raggiungere (alla base del P48 c'è un altra diffluenza ferma su pozzetto) i -900 e un ramo di freatici piuttosto complesso ove sono stati esplorati per ora due approfondimenti: "Belfangor" fangosissimo meandro intervallato da pozzetti che porta a ca. -1020 e la via verso il "Passaggio Puciowsky" e il fondo. Quest'ultima diramazione è costituita essenzialmente da un meandro attivo (6-7 l /s in magra) intervallati da una serie di pozzi (10 compresi tra i 3 e i 31 m) e che termina sotto il P.31 sull'imboccatura (stretta) di un altro pozzetto nel quale si riversa un discreto torrentello. Si tratta di un P15 disceso solo una volta, al di sotto del quale la grotta termina in sifone.
(descrizione tratta da: BUZIO A., FILIPAZZI M., 1992: Abissi e Grotte di Lombardia - Recenti Esplorazioni, Editrice Via dalla Pazza Folla, Cassolnovo (PV))
Bibliografia:
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