Regione: | Lombardia |
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Provincia: | Como |
Comune: | Sormano |
Monte: | Monte San Primo |
Area Carsica: | Valle del Nosê |
Quota dell'Ingresso: | 964 m slm |
Dislivello: | -234 |
Sviluppo Reale: | 3953 m |
Rilevatori: | ASC - GGM - GGMalo 1982-1995 |
Disegno: | G. Ferrari - 1997 |
Dati forniti il 23 settembre 1999 da Graziano Ferrari
L'ingresso della cavità si trova a quota 964 m slm, nel Piano del Tivano, pochi metri sotto la strada provinciale che percorre il Piano. La grotta si sviluppa in direzione Est alla base delle pendici che limitano a Nord il Piano, fino a penetrare con il tratto più orientale all'interno delle pendici del Monte Roncaglia. Gran parte della cavità si sviluppa a circa 100 m di profondità rispetto alla superficie topografica, ma vi sono due rami che si approfondiscono fino a superare i 200 m dalla superficie.
Date le generose dimensioni dell'ingresso, la parte iniziale della cavità è nota da tempi immemorabili. Nei pressi sono state rinvenute tracce di manufatti di epoca romana. Il nome attribuito alla grotta richiama quello di una strega di epoca medioevale.
Nel 1969 viene realizzato il primo rilievo da parte del Gruppo Grotte Milano, riportato in [Bini, Vanin, 1974], per uno sviluppo di 160 metri. In quest'epoca, la cavità presenta accumuli di rifiuti di ogni tipo, testimonianza della scarsa sensibilità ambientale diffusa negli anni '60 e '70.
A causa della corrente d'aria che filtra dalla frana terminale e del notevole assorbimento
di acque esercitato dalla cavità, il Gruppo Grotte Milano intraprende fin dai primi
anni '70 faticosi scavi per disostruire il termine della grotta. Gli sforzi vengono
intensificati alla fine degli anni '70 a causa del notevole avvicinamento delle parti
più remote della Grotta Tacchi (esplorazioni del 1976-78). Il successo giunge alla
fine del 1981, con l'esplorazione di gran parte della cavità, effettuata in
collaborazione con il Gruppo Speleologico Lecchese, il Gruppo Speleologico Comasco, il
Gruppo Speleologico CAI-Malo e l'Associazione Speleologica Comasca.
Con il 1983 si raggiungono i 3156 metri di sviluppo rilevato ([Buzio, Vanin, 1984]).
Nel 1985 il Gruppo Grotte Milano e il Gruppo Speleologico Comasco scoprono un passaggio
che, tramite un P50, conduce al fondo di -234. Lo sviluppo rilevato passa a 3489 metri
([Buzio, Gandini, 1989]). Alla fine degli anni '80 vengono effettuati scavi interni,
revisioni e risalite in diverse aree; l'Associazione Speleologica Comasca forza il ramo
Gomorra.
Negli anni successivi la frana disostruita nel 1981 subisce frequenti assestamenti, che
a volte impediscono o rendono molto pericoloso l'accesso alla cavità. Nel 1995 il
Gruppo Grotte "I Tassi" conclude la risalita del Camino dell'Adis nelle Sale Gemelle.
Sempre nel 1995, a causa della mancanza di un rilievo dettagliato completo, viene
intrapresa un'operazione intergruppi di revisione, coordinata da G. Ferrari. Nel 1997
viene realizzato un rilievo preliminare completo in scala 1:500.
La cavità presenta due sezioni nettamente distinte: la prima, compresa fra
l'ingresso e le Sale Gemelle, ha direzione WNW-ESE ed è costituita da più
piani di condotte, a volte con nette retroversioni; la seconda, fra le Sale Gemelle e
l'estremità orientale della grotta, si dirige verso Est e si presenta come una
galleria suborizzontale in cui confluiscono da destra diversi rami mentre un ramo che si
approfondisce verso sinistra termina rapidamente su sifone. Questo tratto di grotta
è perciò facilmente confrontabile con la zona della Via Classica-Vie Nuove
della Stoppani, che presenta morfologie simili. È anche presente un notevole
approfondimento costituito dal P50 e dalla zona attiva alla sua base, anch'essa diretta
W-E.
La somma delle poligonali rilevate nella Niccolina ammonta a 3953 metri. L'ingresso
è il punto più elevato, mentre la massima profondità (-234) viene
raggiunta in corrispondenza del sifone situato alla base del P50. Il sifone di Vamos a
la Playa costituisce un fondo indipendente situato a -208.
Nonostante la vicinanza geografica, è altamente improbabile che esista un
collegamento fra Niccolina e Stoppani. A ciò si oppongono considerazioni legate
alla giacitura degli strati, dal momento che Stoppani è impostata su strati che
tendono ad immergersi molto al di sotto di Niccolina. Se vi è un collegamento,
si trova nella zona del carso molto profondo, ancora completamente sconosciuto.
Diverso è il discorso per il Complesso Carsico di Zelbio: oltre alla semplice
osservazione che gli assi delle due cavità sono sostanzialmente allineati, vi sono
anche considerazioni legate all'evoluzione delle gallerie del Collettore in Niccolina che
portano a ritenere probabile l'esistenza di una galleria di collegamento fra le due
cavità, originatasi prima degli episodi glaciali e del precedente modellamento
della Valle del Nosê. Solo l'erosione del versante avrebbe causato il crollo della
volta della galleria in corrispondenza dell'ingresso attuale. La prosecuzione sarebbe
perciò situata sotto la frana dell'ingresso, in direzione opposta alla galleria
nota.
Complessivamente la cavità è stata esplorata in modo piuttosto approfondito,
anche se le numerose ostruzioni in frana o in depositi argillosi e i vari sifoni più
o meno temporanei possono riservare piacevoli sorprese.
Più in dettaglio, il ramo dall'Ingresso al Collettore alle Sale Gemelle non pare
dotato di evidenti prospettive esplorative. Il cunicolo alla sommità di +Animal,
+Vegetal è percorso da una forte corrente d'aria che potrebbe provenire da un
ingresso alto situato sulle pendici del Monte Doardo. La prosecuzione dello scavo
può perciò essere utile, come pure la ricerca di ingressi dall'esterno.
Anche la zona della Galleria che Canta - Vamos a la Playa non sembra fornire grandi
prospettive, se si eccettua il breve attivo al termine del Ramo sopra il P4, costituito
da un laminatoio bagnato col fondo in detrito. La sua forzatura potrebbe portare ad
approfondirsi in direzione ignota ma comunque molto interessante.
Nei Rami dei Lecchesi la principale possibilità esplorativa è legata al
superamento del sifone estremo a monte. Anche in questo caso potrebbe essere
particolarmente utile reperire ingressi battendo le pendici del Monte Roncaglia, dal
momento che la presenza di un corso d'acqua perenne è indizio della presenza di
un sistema di cavità ben sviluppato, ancora completamente sconosciuto.
Infine, la zona sotto il P50 è stata esplorata in modo piuttosto sommario,
condizionato da periodi di grande secca. È necessario prima di tutto riuscire a
superare nuovamente il sifone di fondo ed esplorare in modo accurato la galleria
successiva e i suoi arrivi. Anche il sifone a monte potrebbe essere superabile in un
periodo particolarmente asciutto.
Graziano Ferrari
(Tratto da: FERRARI G., 2000 (A): Contributo alle conoscenze sul carsismo ipogeo della Valle del Nosê (Como, Italia), Atti del XV Congresso di Speleologia Lombarda, S. Omobono Imagna, 1999 (in stampa))
Bibliografia:
Il Büs de la Niccolina è una cavità molto nota e assai studiata in passato sotto i suoi diversi aspetti, speleologici, faunistici, folkloristici, ecc. In bibliografia sono state reperite ben 127 citazioni, a cominciare dai lavori di Amoretti del 1817 e del 1824. Vengono qui riportati solo i principali lavori di interesse strettamente esplorativo.
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