Regione: | Lombardia |
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Provincia: | Lecco |
Comune: | Esino Lario |
Monte: | Grigna Settentrionale |
Area Carsica: | Moncodeno |
Quota dell'Ingresso: | 2075 m slm |
Dislivello: | -557 m |
Sviluppo Reale: | 1226 m |
Rilevatori: | G.G.Milano, G.S.Malo, G.S.CAI Verona,
Equipe Speleo du Centre (Belgio) 1980/81/82/84/86 |
Disegno: | M. Filipazzi |
Dati forniti il 17 giugno 1998 da Graziano Ferrari
L’ingresso della grotta era già noto da alcuni anni, ma a causa
della metodologia adottata per il lavoro in Grigna, solo il 26 settembre
1980 fu possibile iniziare l’esplorazione, condotta all’inizio dal G.G.Milano
e successivamente da: G.S.Malo, G.S.CAI Verona, G.S.Comasco, G.S.Lecchese
e S.C.Orobico. Due giorni dopo la grotta era giunta a -220 su un nuovo
pozzo, ma le esplorazioni dovettero interrompersi a causa di precoci nevicate.
L’anno successivo a -305 la grotta sembrava chiudere su fessura. Nel 1982
un’arrampicata a -280 portò alla scoperta di nuove importanti prosecuzioni;
ci si arrestò a -360 su un nuovo fondo e a -420 in un altro ramo.
Nel 1983 le squadre di punta arrivarono al fondo della grotta. La topografia
venne completata nel 1985 dal G.S.Malo e dal G.G.Milano Sem Cai.
Un'ampia dolina con un salto di 20 metri porta ad uno scivolo di neve e
ad una sala di 10 x 12 metri ingombra di materiale clastico. Sul lato sinistro
della sala un piccolo scivolo di ghiaccio conduce ad un breve cunicolo
(in roccia) che sbuca in un meandrino; fanno seguito un saltino superabile
in libera ed un nevaio in salita. Nel margine piu basso del nevaio si apre
una strettoia che immette subito in un breve rneandro che sbocca alla sommità
del primo pozzo interno: il P52. Dalla base di questo salto un'altra
strettoia ed un meandrino portano alla sommità di un P40. Si tratta
di un bel pozzo cascata, come lo sono praticamente tutti i pozzi di questa
grotta. Si traversa per circa sei metri alla sommità del pozzo e
scesi sino a metà si pendola per raggiungere la partenza del successivo
P81. Alla base una breve arrampicata ed un saltino di tre metri, superabile
in libera, portano ad uno scivolo di una decina di metri e successivamente
ad una sala al cui centro due ingressi distinti portano al sottostante
P47. L'ingresso armato è quello di sinistra, nascosto da alcuni
giganteschi massi sotto i quali bisogna passare. Se nel sottostante salone
si scende sulla destra si giunge su di un P6 percorso dall'acqua e subito
seguito da due saltini di 3 e 6 metri sotto i quali la grotta si ferma
su fessure impraticabili. Se invece scendendo ci si sposta sul lato sinistro
si giunge sotto una risalita di 4 metri (da armare) in cima alla quale
parte uno stretto cunicolo di una quindicina di metri che sbuca su di un
pozzo cieco profondo 52 metri. Traversando facilmente alla sommità
del pozzo, una breve gallerietta è subito seguita da un P6, una
risalita su di un pendio franoso, una "buca da lettere" ed infine un P15.
Seguono altre due "buche da lettere", un P5, un P14 ed un P5 sotto il quale
chiude. Si deve traversare alla sommità dell'ultimo saltino e 7-8
metri di galleria conducono ad un P38.
Sotto una dura strettoia porta ad un meandro ed ad un successivo P20
seguito da un P5 sotto il quale compare un'esile ruscellamento. Il meandro
prosegue; un passaggino in libera conduce al "terminus 82" in una saletta.
Segue un P6 che porta ad un'altro impegnativo meandrino e ad un P8 seguito
da un P21 sotto il quale si risale per circa 6 metri sino alla sommità
di un P18 nettamente impostato su di una importante frattura ad andamento
decisamente verticale (P23, P4, P13, P27). Questa zona, interessata anch’essa
dall'arrivo di numerosi camini, è caratterizzata da ambienti abbastanza
ampi. Una variazione della formazione geologica causa una nuova sensibile
riduzione delle sezioni: alcuni pozzetti (P8, P4, P4) portano ad uno stretto
meandro che diventa subito insuperabile.
(brani tratti da: BUZIO A., GANDINI F., 1986: Grotte e Abissi di Lombardia, stampato in proprio)
Bibliografia:
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