Lo Lc 1839 - Le Bambine Crescono


Pianta e Sezione (43 Kb)

Regione:Lombardia
Provincia: Lecco
Comune: Esino Lario
Monte: Grigna Settentrionale
Area Carsica: Moncodeno
Quota dell'Ingresso: 2035 m slm
Dislivello:-375 m
Sviluppo Reale: 1463 m

Rilevatori: G. Ferrari, D. Sottocorno - Agosto 1994, Agosto 1996
Disegno: G. Ferrari
Lucido: A. Pellegrini

Dati forniti il 28 Dicembre 1999 da G. Ferrari


L'ingresso della grotta si apre in Moncodeno, a quota 2035 m slm in Valle di Nevaio, poco a fianco del sentiero n. 37. Si presenta come una fessura verticale molto ventilata.
Nel 1982 il GGM scende i primi pozzi della cavità fino a -82. Viene raggiunta una finestra a -60 in cui si trova una fessura assai ventosa. In seguito elementi di vari gruppi esplorano piccoli ambienti dietro questa fessura, senza rilevare. Nel 1994 D. Bassani (ASC) trova il passaggio chiave disostruendo una franetta da sotto. Fra il 1994 e il 1996 si svolgono esplorazioni su due rami principali (Fossetta -357, Comprese le Ceramiche -375), da parte di membri dell'Associazione Speleologica Comasca, del Gruppo Speleologico Varesino, del Gruppo Grotte Milano e autonomi.

La grotta ha una morfologia complessa poiché alla profondità di -170 si trova la biforcazione fra due fondi costituiti da ambienti fra loro indipendenti e apparentemente non correlati. La descrizione della grotta può perciò essere suddivisa in tre sezioni:

  1. Il ramo d'ingresso, costituito da pozzi anche di grandi dimensioni che collegano fra loro piccole condotte e forre. Allo stretto ingresso segue un P10 e un P60 in cui bisogna pendolare a -42 per raggiungere una finestra fra due pozzi paralleli. In questa finestra si apre una stretta forra molto ventosa a cui seguono piccoli ambienti fossili. Una risalita all'interno di una frana disostruita conduce alla sommità di un P5 a cui segue un P12 e la partenza in forra sfondata di un maestoso P110. Alla base si trova un ambiente di 45 x 25 m generato dalla coalescenza di diversi grandi camini; qui si trova un notevole deposito di conglomerato. Ogni prosecuzione verso il basso è bloccata da imponenti accumuli di frana, mentre una inverosimile frattura subverticale conduce a -170 nell'ambiente dove si trova il bivio per i due fondi.

  2. Il ramo Fossetta, che inizia con un passaggio in risalita in frana, seguito da due condotte parallele interstrato in risalita molto inclinate. Queste conducono a -140 alla sommità di un grande pozzo interrotto da accumuli di frana (P55, P22, P24). Alla base del P55 si trovano alcune condotte in risalita senza possibilità evidente di prosecuzione; esse costituiscono le aree più vicine all'abisso Tigre. Alla base del P24 si apre una forra ventosa di 20 metri inframmezzata da saltini, che conduce in un ambiente franoso alla sommità di un P40 mediante il quale si entra in una vasta forra parzialmente intasata di frana. Il punto più profondo (-357) si tocca con un ulteriore P40 all'interno della forra franata, in mezzo a massi instabili. Proseguendo invece alla sommità della frana si discende la forra fino a -325 alla base di una cascata. Da sotto la frana proviene una forte corrente d'aria.

  3. Il ramo Comprese le Ceramiche, che inizia con due pozzi (P24, P21) separati da un breve passaggio in frana. Alla base (-230) ci si immette in una condotta parzialmente franata che biforca presto. In alto la condotta prosegue fino a tuffarsi con un P10 in una sala che rappresenta il punto più vicino all'Abisso dei Marons Glacés (-250). In basso la condotta si approfondisce in una forra e si getta in una sala. La prosecuzione si trova alla base della sala, con un delicato passaggio in frana. Ci si immette in una bella forra a salti che si approfondisce fino al fondo di -375, costituito da una fessura verticale da disostruire.

L'abisso ha uno sviluppo rilevato di 1463 metri. In diversi punti si trovano copiosi stillicidi che però scompaiono rapidamente nel detrito. Non si verifica, almeno in condizioni di magra estiva, la presenza di veri e propri corsi d'acqua.
Dal punto di vista meteorologico, si presentano almeno tre afflussi d'aria e due punti di deflusso diversi: una notevole corrente d'aria proviene in estate dal fondo Fossetta, percorre tutto il ramo, imbocca il ramo Comprese le Ceramiche, dove confluisce con aria proveniente dalla sala di -250. La corrente d'aria prosegue e scompare nella fessura terminale del ramo a -375. Questa corrente proviene da ingressi alti verosimilmente situati sugli Zucchi del Nevaio e si dirige verso ingressi bassi sconosciuti probabilmente nella zona del Passo di Val Cugnoletta. Parte dell'aria di Fossetta diverge verso l'ambiente alla base del P110, dove incontra altri flussi provenienti da sotto la frana di base. La corrente così formata risale tutto il ramo iniziale, fino a costituire il poderoso soffio che ha sempre caratterizzato l'ingresso in regime estivo.

La zona dei primi pozzi di Fossetta è molto vicina alla proiezione in pianta dell'ingresso dell'Abisso Tigre. Purtroppo, a causa della mancanza della pianta di quest'ultima cavità, non è possibile fare congetture sui possibili rapporti fra le due grotte. Anche l'Abisso dei Marons Glacés giunge molto vicino alle Bambine Crescono, ma in questo caso è possibile riconoscere l'esistenza di una forra nelle Bambine Crescono (ramo Comprese le Ceramiche) che si dirige verso NNE, parallelamente ad una forra analoga dei Marons Glacés, posta alla stessa profondità e a 25 metri di distanza. È molto verosimile che l'aria della sala di -250 delle Bambine Crescono provenga dall'Abisso dei Marons Glacés. Sarebbe opportuno rivedere l'andamento delle circolazioni d'aria in quest'ultimo abisso alla luce della scoperta delle Bambine Crescono. Non è stato ancora possibile realizzare il collegamento fra i due abissi, che peraltro non aggiungerebbe molte informazioni alla conoscenza del carsismo ipogeo della zona.

(tratto da: Ferrari G., 1999: Gli abissi della Grigna Settentrionale, Atti del XV Congresso di Speleologia Lombarda, S. Omobono Imagna, 1999)


Per maggiori informazioni:

Bibliografia:


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