Venerdì mattina saliamo in Grigna in sei divisi in due squadre: Maurizio Calise (alias Maukal – G.G.Milano), Marco Corvi (alias Corvo – S.C.Erba), Alessandro Rinaldi (alias Alex – S.C.Romano Lombardia), Gianluca Selleri (G.S.Leccese ‘Ndronico), Giuseppe Spitaleri (alias Spit – G.S.Siracusano) ed io. Il tempo è pessimo e nevica, quindi arriviamo su all’entrata di W Le Donne zuppi…per fortuna tribuliamo solo un po’ nel canalino sotto l’entrata di WlD perchè nel restante tratto di cammino si affonda poco nella neve.
Siamo belli carichi: abbiamo con noi 160m di corde, un bel po’ di attacchi e 2 trapani, quindi ci mettiamo circa 7 ore ad arrivare al campo base di -900m, dove dormiamo.
Il giorno successivo partiamo per il Ramo del Cobra e da qui, tramite Puciowskj entriamo verso la parte più profonda della grotta dove serve la muta stagna. Giunti all’inizio del ramo nuovo nei Freatici di -1100m di Destra Alex va insieme a Spit a disarmare la frana per recuperare altro materiale, Corvo ed io andiamo invece avanti in maniera tale da passare oltre la strettoia finale e cominciare ad armare il nuovo pozzo. Gli altri armano un paio di passaggi che facevamo in libera ma non erano tanto belli. La parte finale del ramo è terribile, strettissima e ci mettiamo circa un’ora per passare con i sacchi pesanti i 50m che ci separano dal pozzo. Per qualche minuto abbiamo anche temuto che fosse infattibile il trasporto sacchi infatti si tratta di un meandro molto stretto sul quale bisogna arrampicarsi in parte in verticale sulla roccia resa viscida dal fango. Nel meandro un paio di tute e la muta di Spit si strappano….
Alla fine però passiamo tutti e siamo alla partenza del nuovo pozzo. L’ambiente è largo, il rumore del torrente ci scalda di gioia, mentre in realtà stiamo tremando di freddo sotto la muta stagna… Comincio ad armare il pozzo, che purtroppo si rivela assai meno bello del previsto. Dalle pareti pendono lunghi coltelli di roccia e perdo un bel po’ di tempo a disgaggiarli a pedate. Ne demolisco anche uno lungo oltre 1m… Alla fine però il pozzo è sceso ed è profondo 28m. Seppure l’ambiente sia largo una decina di metri, il fondo è occupato da una gigantesca frana che lo rende intransitabile. Si sente distintamente il rumore di un grosso torrente, che sembra proprio lì a due passi: probabilmente sotto la frana il pozzo prosegue verso il torrente. Ad una quindicina di metri di altezza c’è un finestrone che dà quasi certamente accesso ad un altro pozzo parallelo che forse condurrà verso il torrente. Proprio per questo Gianluca inizia a traversare alla sommità del pozzo e agilmente raggiunge, dopo neanche una decina di metri, una prima finestra che però è ancora distante dal nostro obiettivo. Tuttavia la finestra si rivela la partenza di una galleria freatica. La esploriamo per circa 150m, tutti belli fangosi e abbastanza stretti. Nell’ultima parte si cammina e si incrocia dapprima uno sfondamento fermo su pozzo di 10m non sceso. Andando oltre incontriamo un arrivo d’acqua che scende da un camino e si getta subito in un altro pozzo. Mentre Maukal arma il pozzo, proseguiamo un pezzo di rilievo della galleria che continua anche sull’altro lato del pozzo. Purtroppo è tardi ed abbandoniamo il rilievo incompleto del ramo, che peraltro, seppure stretto, prosegue….
Scendiamo la via del pozzo che è profondo 30m, nel quale confluiscono due belle cascate che ti si gettano addosso nell’ultimo tratto. Anche con la stagna il freddo è forte, ma si prosegue l’esplorazione! Da lì si sviluppa un meandro lungo complessivamente una cinquantina di metri e stretto nella prima parte. Ci fermiamo alla partenza di un altro pozzo nel quale si getta il torrente….lasciamo aimè alla prossima volta l’esplorazione.
Mezzi gelati risaliamo il pozzo e decidiamo di avviarci verso il campo base. Con grande gioia troviamo il sifone di -1100m ormai prosciugato dal tubo che ha posizionato Alex all’inizio della punta. Almeno non subiamo anche questa botta di freddo! Fa un po’ impressione vedere il cunicolo fangoso con 10 cm d’acqua dopo un numero imprecisato di volte che siamo passati di lì con 10 cm d’aria!
La strada è ancora molto lunga e arriviamo al campo base dopo 23 ore di punta. Una dormita di una decina di ore e poi ci dedichiamo alla lunga risalita dei pozzi verso la superficie, dove arriviamo al mattino. Alle 6.30 di lunedì mattina Corvo ed io possiamo osservare la splendida alba gelida sulla cresta di Piancaformia. Gli altri escono nelle successive ore.
In totale abbiamo esplorato oltre 300m, il punto più profondo del ramo è di -1147m (-1178m dall’entrata del P30). Inutile dire che nella prossima punta al 99% la grotta finalmente potrà superare la soglia dei -1200m.
Da notare che la galleria freatica si dirige verso Nord ed è praticamente orizzontale, il che mi fa supporre (da non geologo) che potremmo aver intercettato e forse superato l’asse della sinclinale. L’aria nelle condotte è forte e le quattro vie al momento aperto lasciano ben sperare. Credo che ormai manchi pochissimo al collettore delle acque della Grigna! Nei prossimi campi interni vi saranno sicuramente interessanti novità: ancora tanta strada rimane da esplorare! Purtroppo è sempre poco il tempo e il freddo e la muta stagna addosso ti fanno perdere in certi momenti la voglia di muoverti, ma andremo avanti! Già ora mi torna voglia di rimettermi l’imbracatura e consumare un po’ le pulegge del discensore!

ciao
Andrea Maconi
INGRIGNA!

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