Con Tetide una rete internazionale di speleologi per studiare l’inquinamento nelle acque carsiche

Il progetto International Spring Project ha l’obiettivo principale di produrre e condividere conoscenze pratiche sul monitoraggio delle microplastiche nelle grotte e nei sistemi carsici. Il progetto si articola in 2 fasi:

Il progetto internazionale per il monitoraggio delle microplastiche nelle acque dolci carsiche del Mediterraneo è stato lanciato In collaborazione con Tetide APS (Italia), Association of Cave Enthusiasts (Cipro) e French Federation of Speleology Commission Scientifique (Francia), con il sostegno finanziario dell’Unione Internazionale di Speleologia (UIS).

Nella Fase 1 è prevista una serie di seminari ed esercitazioni sul campo per formare gli speleologi al campionamento delle microplastiche.

Nella Fase 2 si procederà al campionamento in alcune risorgenze in Italia, Francia e nell’isola di Cipro.

L’obiettivo finale è che il progetto funga da iniziativa pilota con il potenziale per espandersi in tutta la regione del Mediterraneo.

Questa espansione andrebbe oltre il coinvolgimento delle associazioni speleologiche per migliorare la protezione delle acque e delle grotte carsiche.

Fornirebbe anche supporto tecnico a speleologi e idrogeologi interessati a studiare e affrontare il problema dell’inquinamento da microplastiche in questi ambienti.

I rifiuti plastici che arrivano nelle grotte inquinano il delicato habitat sotterraneo, ma non sappiamo quanta microplastica viene generata nelle grotte dal flusso dell’acqua ed entra già con le inondazioni.

Il progetto punta a studiare con l’aiuto degli speleologi la presenza di microplastiche negli acquiferi carsici che in alcuni casi sono fonti di approvvigionamento per acquedotti ad uso civile e a stabilire una rete di monitoraggio internazionale.

Le microplastiche

Le microplastiche sono piccole particelle di plastica che possono essere dannose per la vita acquatica e possono infiltrarsi anche nella catena alimentare umana.

Le microplastiche (plastica inferiore a 5 mm) sono un gruppo eterogeneo di polimeri solidi che derivano dalla produzione primaria o dalla degradazione di materiali plastici più grandi (produzione secondaria).

Queste particelle rappresentano un problema globale, con una crescente presenza di microplastiche nell’ambiente marino, nelle acque potabili e nel cibo, provenienti anche dagli acquiferi carsici.

Una volta presenti nell’ambiente, le microplastiche non si biodegradano e tendono ad accumularsi, a meno che non siano appositamente progettate per biodegradarsi nell’ambiente naturale.

La presenza di microplastiche in diversi compartimenti ambientali, come le acque sotterranee, solleva preoccupazioni crescenti riguardo al loro impatto sull’ambiente e sulla salute umana.

Tuttavia, la contaminazione da microplastiche nelle grotte e negli acquiferi carsici è ancora poco studiata e l’obiettivo principale del nostro progetto è creare metodi di campionamento specifici ed attrezzature per la ricerca nelle grotte e nelle sorgenti carsiche, da condividere con la comunità speleologica internazionale.

L’aumento rapido dei livelli di inquinamento da plastica rappresenta un grave problema ambientale globale che influisce negativamente sulle dimensioni ambientali, sociali, economiche e sanitarie dello sviluppo sostenibile.

In assenza di interventi necessari, la quantità di rifiuti di plastica che entra negli ecosistemi acquatici potrebbe triplicare, passando dai 9-14 milioni di tonnellate all’anno registrati nel 2016 ai prospettati 23-37 milioni di tonnellate all’anno entro il 2040.

Per affrontare questa problematica, le Nazioni Unite hanno istituito un Comitato intergovernativo negoziatore (INC) per sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, incluso quello marino.

Nel febbraio 2022, durante la quinta sessione dell’Assemblea Ambientale delle Nazioni Unite (UNEA-5.2), è stata adottata una storica risoluzione (5/14) per sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, incluso quello marino, con l’obiettivo di completare i negoziati entro la fine del 2024.

È importante sottolineare che la Commissione Europea ha richiesto all’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) di preparare un dossier di restrizione riguardante l’uso di microplastiche intenzionalmente aggiunti a prodotti destinati all’uso consumer o professionale.

Inoltre, nel Green Deal europeo e nel nuovo piano d’azione per l’economia circolare, la Commissione Europea ha annunciato una nuova iniziativa per affrontare il rilascio involontario di microplastiche nell’ambiente e per sviluppare e armonizzare i metodi di misurazione delle microplastiche rilasciate involontariamente, fornendo dati armonizzati sulle concentrazioni di microplastiche nell’ambiente, nell’acqua potabile e nel cibo.

Maggiori info su: https://www.tetide.org/international-spring-project/