Il Comune di Fumane ha completato il processo di espropriazione della Grotta dell’uomo di Neanderthal, uno dei siti archeologici preistorici più grandi e importanti d’Europa.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) ha respinto il ricorso presentato dai proprietari, confermando la decisione di rendere la grotta un bene pubblico.
La Grotta di Fumane, conosciuta anche come “Riparo Solinas” dal nome dello studioso veronese Giovanni Solinas che l’ha scoperta nel 1964, è descritta dall’archeologo e antropologo Marco Peresani, docente all’Università di Ferrara, come un patrimonio unico conservato in uno dei siti archeologici più importanti d’Europa.
Questa “trappola sedimentale”, come viene definita tecnicamente, ha conservato preziosi reperti antropici che coprono un lungo periodo, dall’uomo di Neanderthal ai primi Sapiens.
La grotta si trovava originariamente su una proprietà privata nel Comune di Fumane, in un terreno boschivo di scarso valore economico.
Tuttavia, il Comune ha avviato un processo di esproprio per acquisire il terreno e rendere la grotta accessibile al pubblico.
Nel corso degli anni, sono stati effettuati investimenti considerevoli da parte dello Stato e della regione per proteggere e preservare i preziosi sedimenti della grotta, che erano stati oggetto di saccheggio da parte di scavatori abusivi.
Nonostante il ricorso presentato dai proprietari, il Tar del Veneto ha confermato la decisione di espropriare il terreno, sostenendo la tesi della pubblica utilità avanzata dal Ministero dei Beni Culturali.
È possibile che il caso possa essere portato al Consiglio di Stato per un ulteriore grado di giudizio.
La Grotta di Fumane ha restituito numerosi reperti di grande importanza, tra cui il celebre dipinto del “sciamano”, conservato presso il Museo Archeologico Statale di San Tomaso.
Questa figura antropomorfa, con un copricapo a due corna e le braccia tese in fuori, è considerata la più antica rappresentazione umana conosciuta in Europa e potrebbe rappresentare uno stregone.
Oltre alle ossa di animali, sono stati rinvenuti anche raschiatoi, conchiglie forate e punte di selce.
La conoscenza della Grotta di Fumane è aumentata nel corso degli anni grazie alla ricerca sistematica condotta dalle Università di Milano e Ferrara, in collaborazione con i professori Marco Peresani e Alberto Broglio.
Quest’ultimo, purtroppo, è scomparso lo scorso febbraio all’età di 91 anni.
La grotta è considerata un luogo di eccezionale importanza scientifica e ha attirato l’interesse della comunità scientifica internazionale.
Le recenti scoperte nel campo dell’analisi del DNA hanno aperto nuove possibilità di conoscenza.
Anche in assenza di sepolture o resti umani, è possibile estrarre tracce di DNA da altri tipi di reperti o dal terreno stesso.
Questo ha reso la Grotta di Fumane ancora più preziosa, a causa del potenziale per ulteriori scoperte scientifiche.
La conclusione del processo di esproprio segna un passo significativo verso la protezione e la valorizzazione di questo straordinario sito archeologico, che rappresenta una testimonianza unica della storia umana in Europa.
Viene portato a compimento un iter che ,dalla scoperta del compianto prof.Giovanni Solinas,alla sapiente valorizzazione degli archeologi che l’hanno successivamente seguito, ha permesso di restituire all”umana comprensione l’inestimabile valore culturale di questo sito.