Di Massimo Ercolani
Presidente della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna
L’uscita del secondo numero della nuova serie di “Speleologia Emiliana” ci dà spazio per riflettere sull’attività della nostra Federazione in quest’ultimo anno.
Purtroppo la scomparsa di Antonio Rossi, fondatore della nostra Federazione, assieme a Mario Bertolani, ci priva di un punto di riferimento che per decenni ha animato la vita della comunità speleologica regionale.
Grazie all’impegno ed agli
indirizzi proposti da Antonio Rossi, la FSRER è riuscita
a concretizzare nel tempo, molti ed ambiziosi obiettivi, volti all’esplorazione, allo
studio, alla divulgazione ed alla salvaguardia delle aree carsiche regionali.
I rapporti con i Parchi carsici (Parco regionale dei Gessi bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa e Parco regionale della Vena del Gesso romagnola) e con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna sono stretti e proficui.
In collaborazione con quest’ultimo vanno citati la pubblicazione del volume “Speleologia e geositi carsici in Emilia-Romagna”, a cui lo stesso Antonio Rossi ha dato un contributo di primo piano e la messa in rete del catasto delle cavità naturali nel sistema informativo regionale. Queste opere traducono in realtà i contenuti della legge regionale 10.07.2006 n. 9: “Norme per la conservazione e valorizzazione della geodiversità dell’Emilia-Romagna e delle attività ad essa collegate”.
Con i parchi carsici regionali è praticamente avviato il progetto “Gypsum LIFE – riqualificazione
delle cavità carsiche” che ci impegnerà a fondo per i prossimi anni. Si tratta, in assoluto, di uno dei primissimi progetti LIFE, in ambito europeo, a cui una Federazione Speleologica partecipi da protagonista.
Sempre riferito a quest’ultimo progetto, prosegue il monitoraggio delle acque carsiche, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della terra e geologico ambientali dell’Università di Bologna.
Abbiamo poi ultimato il “Progetto Gessi dell’Emilia-Romagna”, ancora una volta insieme con i parchi carsici regionali, che riguarda lo sviluppo di attività di aggiornamento tecnico-scientifico, pubblicazioni, seminari, corsi ed attività divulgative e promozionali, con eventi aperti a cittadini e ad aspiranti speleologi.
A seguito dello stretto rapporto con le istituzioni, è stata firmata la seconda convenzione con il Parco regionale della Vena del Gesso romagnola, che ha finalmente l’auspicata durata triennale, sulla base di un programma condiviso di attività a lungo termine. Con il diretto coinvolgimento della Regione e dei Parchi carsici, abbiamo poi organizzato
la partecipazione alla manifestazione “Casola 2010 – Geografi del vuoto”. Una presenza molto articolata, quella della nostra Federazione, un importante momento di riflessione e di confronto che si è estrinsecato attraverso l’organizzazione di convegni, mostre, conferenze e visite guidate che hanno visto l’impegno di quasi tutti i
Gruppi Speleologici federati.
Significativo è poi il risultato conseguito al termine della revisione del “Piano di Attività Estrattiva” della cava di Monte Tondo (Vena del Gesso romagnola), poiché l’approvazione della relativa “Valutazione di Impatto Ambientale”, deliberata dalla Provincia di Ravenna nel Maggio 2011, tiene conto di parte delle nostre osservazioni circa i limiti delle escavazioni e prevede il coinvolgimento diretto della Federazione nel monitoraggio degli ambienti carsici prossimi alla cava.
In sintesi, l’attuale crinale non potrà essere ulteriormente intaccato dall’attività di cava, dovrà essere salvaguardato “…il complesso carsico dell’Abisso Mezzano nel suo intero sviluppo ipogeo” ed inoltre “…dovrà essere consentito alla Federazione… un approfondimento dell’esplorazione del Sistema carsico ipogeo dei complessi della Grotta del
Re Tiberio, dell’Abisso Mezzano e della Buca Romagna, in particolare relativamente all’andamento dell’idrologia sotterranea e dei collegamenti tra i tre complessi ed un monitoraggio almeno semestrale dello stato ambientale dello sviluppo carsico”. Si tratta di un risultato importante, frutto della continuità alla nostra azione di tutela che, già cinque anni fa, nell’ambito della definizione del Piano estrattivo, aveva conseguito un parziale successo, delimitando – per i decenni a venire – sia le quantità di gesso estraibile, che l’area operativa.
Sempre nell’ambito di un’attenta politica ambientale, è sembrata doverosa l’adesione al comitato promotore dei due referendum su “acqua bene comune”, sollecitata dalla Società Speleologica Italiana. La Federazione esprime soddisfazione per i risultati ottenuti.
Quanto all’attività “interna”, va sottolineata l’organizzazione di un corso di secondo livello, dedicato alla fotografia digitale in grotta. Il futuro non è roseo: il taglio dei contributi regionali, da tempo paventato, è stato drastico e ci costringerà a ridimensionare molte nostre attività, in particolare per quanto riguarda l’uscita di nuove pubblicazioni, che ci impegneremo comunque a realizzare in qualche modo. Sono infatti in programma: un volume sulle grotte bolognesi, a cura del GSB-USB, un volume sui gessi di Brisighella, a cura del GSFa ed uno sulla zona di Monte Tondo, a cura dello Speleo GAM.
Contiamo, ancora una volta, sulla collaborazione e sul sostegno delle Istituzioni che da sempre ci affiancano, certi che, grazie a questa ormai collaudata sinergia e nonostante le difficoltà che si profilano, la Federazione ed i suoi Gruppi Speleologici continueranno a svolgere efficacemente il loro ruolo di protagonisti nelle aree carsiche della nostra Regione.