E’ con immenso piacere che annovero tra i portatori del Sacro Fuoco l’amico e speleologo Roberto Pettirossi.
La speleologia non è considerata uno sport, ma una scienza, anche se l’espletamento sul campo dell’essere speleologi ci impone allenamento, forza, fatica e sudore. L’impegno fisico diventa record nel raggiungimento di profondi abissi, nella permanenza lunga giorni, nelle dure ore di risalita. Da un certo punto di vista lo spirito olimpico rivive anche nelle grotte, non si vince niente, si va solo per passione.
Lo speleotedoforo in foto, Umbro DOC, iscritto a più gruppi regionali, ci ha rappresentato degnamente nella sua frazione a Fabro (TR) dando un tocco personale alla sua performance: Non visto dagli organizzatori intenti a distribuire gadget alla folla plaudente, è riuscito ad aprire la Fiaccola disegnata Pinin Farina, si è bevuto tutto l’alcol presente all’interno, dopodichè preso da un raptus dovuto ad astinenza da grotta del sabato mattina, sotto l’effetto dell’alcol olimpico neanche avesse bevuto l’intero calderone del Gran pampel, ha preso una manciata di carburo e l’ha buttato all’interno della torcia insieme ad un barattolo di cocacola mezzo aperto. Il gas ha incominciato a liberarsi, uscendo dai fori superiori; a quel punto ha chiuso gli occhi ed ha odorato il magico puzzo di acetilene, profondamente. Il tedoforo smontante è arrivato quasi subito, ma questo non ha evitato la terribile fiammata che ha investito la folla assiepata a bordo strada, ma l’effetto narcotico dei grandi eventi mediatici ha disorientato gli spettatori, il nostro Speleomaratoneta ha preso in mano la situazione, gridando: “Evviva l’acetilene, evviva la tradizione!” ed è partito a razzo. Esaurita la sua corsa, ha scarburato di nascosto sul sedile di dietro del pulmino degli staffettisti, buttando la colpa dell’olezzo alla cena di ieri sera a base di fagioli, carciofi fritti e peperonata, che gli fa questo effetto.