Notizia di Francesco Sauro
Leggo con grande meraviglia e gioia delle nuove esplorazioni in Flumineddu. Complimenti agli amici sardi per la costanza, esplorazioni del genere ne capitano ogni vent’anni.
Ma il 2007 sembra proprio essere un anno fortunato per la speleologia esplorativa italiana.
Sì perché anche lassù, sui PIANI ETERNI, nelle dolomiti bellunesi si sta svelando un mostro di dimensioni inaspettate.
Dopo le esplorazioni chilometriche di quest’inverno sulle Gallerie dei Cinghiali, piano freatico di -550, il campo estivo in corso sta restituendo almeno mezzo chilometro di esplorazione a punta con un’escalation veramente incredibile.
Andiamo per ordine.

21-22 Luglio. Al limite delle gallerie, a 7 ore di progressione dall’ingresso, viene esplorato l’amonte di una imponente Forrs attiva, alta quindici metri per tre-quattro di larghezza, che si spinge in modo prepotente verso i versanti della della Val Falcina.
24-25 Luglio. Superati un paio di salti in arrampicata la Forra si ingigantisce mentre sulla volta viene intercettata un’imponente galleria freatica in salita, ventosissima, che viene percorsa per 600 metri di sviluppo e 210 di dislivello.
Nella parte finale sembra di essere in Piaggia Bella. L’esplorazione, fatta letteralmente correndo si interrompe alla base di un saltino di pochi metri difficilmente arrampicabile. Alla base troviamo farfalle e mosche e ci illudiamo di essere quasi fuori.
A questo punto ci rendiamo conto di essere vicinissimi alla Grotta Isabella, una condotta orizzontale di un km esplorata dal Gruppo di Feltre sui versanti della Val Falcina. Il collegamento viene dato quasi per scontato.

27-28-29 Luglio. Scendiamo in PE10 in una decina di speleo e approntiamo un nuovo campo, la Locanda del Bucaniere, al limite delle gallerei dei Cinghiali in una sala sabbiosa che sembra più sarda che dolomitica.
Da qui ci lanciamo alla ricerca del collegamento o di uno sbocco all’esterno. Il ramo esplorato nella punta precedente purtroppo dopo un paio di centinaia di metri finisce in un laminatoio sifonante, Ma non ci arrendiamo. Cerchiamo di seguire il forrone per gallerie alte ma ci arrestiamo in un punto in cui l’ambiente raggiunge una quarantina di metri d’altezza e noi non abbiamo abbastanza corde. Il vento è ancora una volta prepotente.
Un’altra squadra risale un arrivo in destra idro della Forra. Percorrono oltre mezzo chilometro di gallerie seguendo il vento per duecento metri di dislivello. Continuiamo a ripeterci “finirà a un certo punto la montagna, mica possiamo andare avanti all’infinito”. E infatti cominciamo a trovare mosche e farfalle vive, lo scheletro di un roditore e poi odore di mughi, fino a una frana che purtroppo ci ingabbia senza lasciarci assaporare il colore del cielo. Ci aspetta quindi un lungo ritorno di dieci ore attraverso il PE10.

A questo punto, insieme con i ragazzi di Feltre, informati delle nostre scoperte, decidiamo di fare una sortita dalla Grotta Isabella, dove in luglio in una fortunata punta avevano trovato un meandro attivo discendente percorso da un vento potente.
Così quest’ultimo finesettimana ci siamo trovati in 12 spelei, dopo 5 ore di avvicinamento, al maestoso ingresso di Isabella.
nel nuovo meandro attivo vengono scesi un centinaio di metri di pozzi fino a -200 dall’ingresso, ma ancora non si entra sulle gallerie sottostanti del PE10. Ma la sorpresa salta fuori tornando indietro. Contemporaneamente due squadre, attraverso due diversi passaggi riescono a superare una frana e a reincontrarsi in una galleria freatica incredibile, la più grande e maestosa fin d’ora trovata laggiù, Ne viene percorso un chilometro attraverso ambienti che niente hanno da invidiare alle gallerie di San Marcel. Cupole e scallops giganti e vento, vento, vento… Ci si ferma solo perché stanchi, increduli e sazi…
Dove andremo a finire? è una domanda che continua a ronzarmi in testa. E soprattutto quanto più grande è il mostro rispetto a quello sgorbio che ci immagginavamo qualche anno fa e che ci sembrava tanto magnifico.
Sul registro dei visitatori all’ingresso di Isabella scrivo: Ancora una volta ci dobbiamo arrendere di fronte all’immensità del buio…
Ma l’avventura continua, il campo continuerà a essere frequentato fino al 19 agosto e chissà che, con un po’ di fortuna non si riesca finalmnte a realizzare una delle più belle traversate italiane.

Un grazie a tutte le persone (tante) che hanno partecipato e in particolare ai gruppi di Valdobbiadene, Padova, Feltre e Belluno.

Alle prossime news

Ciao

Francesco Sauro

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