Un monitoraggio scientifico dell’Università di Bologna sul “latte di monte” di questa grotta permetterà lo studio delle comunità microbiche presenti in queste particolari concrezioni calcitiche.
La Grotta Nera, importante geosito della Majella, è sotto esame.
Qui le rare concrezioni calcitiche di “latte di monte” sono particolarmente abbondanti. Per questo, la Grotta Nera è stata inserita nel progetto europeo Adriaticaves.
La Grotta Nera, insieme ad altre cavità carsiche del progetto, è monitorata già da un anno dal Prof. Jo De Waele dell’Università di Bologna (BiGeA) che ne registra i parametri fisici come temperatura, umidità, anidride carbonica e radon.
La Dott.ssa Martina Cappelletti, del dipartimento FaBiT della stessa Università, sta ora analizzando da un punto di vista geochimico e microbiologico la bianchissima concrezione, fatta per la maggior parte di acqua.
Grazie alla metagenomica, saranno studiate le comunità microbiche presenti nelle concrezioni calcitiche attraverso il sequenziamento del loro genoma e sapremo finalmente quante e quali sono le specie di batteri che concorrono nella formazione del “latte di monte”.
E’ noto da tempo che il latte di monte si forma grazie alla presenza di batteri.
Come tutte le concrezioni di grotta non va mai toccata, ma questa è doppiamente fragile perché è come se fosse “viva”. Anche il solo respiro di potenziali visitatori potrebbe danneggiarla per sempre.
Fonte: Comunicato di Elena Liberatoscioli, ricercatrice. https://www.facebook.com/parcomaiella/posts/10157386141621889