Dagli atti del Congresso internazionale di Varenna 2017: www.scintilena.com/simposio-varenna-2017
SPELEOTEMI COME MARCATORI CRONOLOGICI: LA GROTTA BRUNIQUEL
Sophie Verheyden1, J. Jaubert2, D. Genty3, M. Soulier4,Hai Cheng5 e vari altri
1 Royal Belgian Institute of Natural Sciences (RBINS), Brussels, Belgium;
2 PACEA lab, University of Bordeaux, France;
3 LSCE, Paris, France;
4Société Spéléo-Archéologique de Caussade, France;
5Xi’an University, China.
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Gli speleotemi sono sempre più usati per ricostruzioni paleoclimatiche ad alta risoluzione. Il motivo principale è la possibilità di datarli precisamente con metodi radiometrici assoluti. Il metodo attualmente più usato è l’Uranio-Torio, per datare speleotemi fino a circa 600.000 anni. Recenti miglioramenti tecnici nella strumentazione permettono datazioni di maggior precisione e con campioni più piccoli, permettendo così studi cronologici in vari siti, ed in particolare le ricerche archeologiche. La Grotta Bruniquel, nella regione Tarn et Garonne, nel Sud-Est della Francia, è un caso interessante. La grotta contiene, a circa 300 m dall’ingresso, strane strutture costituite da circa 400 frammenti di stalagmiti, raccolti ed assemblati in formazioni più o meno circolari. Una prima indagine diretta da F. Rouzaud ha prodotto la datazione al Carbonio 14 di un osso bruciato di animale, trovato nella struttura principale, così da ricavare un’indicazione dell’età delle strutture. L’età ricavata, 47.000 anni, era al limite del metodo del Carbonio 14. A causa della morte improvvisa di F. Rouzaud, lo studio del sito non è stato proseguito. Nel 2014 e nel 2015 una seconda campagna di ricerche archeologiche, svolta dagli autori, ha campionato direttamente le stalagmiti, per datazioni col metodo U-Th all’Università Xi’an in Cina. Abbiamo ricavato una data di 176.500 anni per queste strutture artificiali all’interno della Grotta Bruniquel. Ciò pone tali strutture fra le più antiche nella storia dell’uomo, e sicuramente le più antiche ben all’interno di una grotta; ciò induce inoltre nuove considerazioni sul comportamento dell’Uomo di Neanderthal.
La datazione diretta delle strutture è stata possibile anche grazie alle ridotte quantità di materiali che sono ora necessarie per una datazione U-Th ed alla migliore precisione delle misure. Questo caso è un buon esempio di come le innovazioni nelle tecniche di datazione possano aprire prospettive di nuove scoperte, ed anche di revisioni di siti ed oggetti già studiati in passato.
Questi ritrovamenti in particolare evidenziano la possibilità di ritrovare tracce degli esseri umani preistorici in ambiente speleologico, uno degli ultimi luoghi che possono ancora non essere stati alterati dagli esseri umani attuali.
Oltre a riportare la presenza di graffiti o pitture rupestri, gli speleologi devono anche osservare con attenzione indizi di alterazioni e spostamenti di elementi naturali in grotte di nuova scoperta o in cavità poco frequentate, per evitare la perdita definitiva di queste fragili e poco evidenti tracce dei primi frequentatori delle grotte.