Una settimana di immersioni nella grotta veneta per attrezzare le corde fisse, con una visibilità nei tratti finali di 4 metri, la grotta strappa il ‘primato’ al Gorgazzo e prosegue verso il basso.
Straordinario successo degli speleologi polacchi nella grotta italiana Elefante Bianco
La sorgente dell’ Elefante Bianco, in Veneto, è diventata famosa tra gli speleologi grazie all’esplorazione pionieristica di Luigi Casati che nel 2004 raggiunse -189 metri.
Gigi, utilizzando tecniche e attrezzature all’avanguardia per l’epoca, si immerse nella grotta a una distanza di 530 metri dall’entrata e ne tracciò il rilievo.
Negli anni successivi, sia Luigi che altri noti speleologi hanno cercato di spingersi più avanti, ma a causa delle condizioni estremamente difficili, la grotta non ha rivelato molto altro.
L’Elefante Bianco è una delle sorgenti più grandi d’Europa, raccogliendo acqua piovana da tutto l’altopiano di Asiago, trasformandola in un fiume torrenziale e torbido, anche dopo brevi periodi di pioggia.
La temperatura dell’acqua si attesta tra gli 8 e i 9 gradi ed è costante tutto l’anno.
A causa del carattere impetuoso del fiume sotterraneo, solo la prima sezione della grotta, lunga qualche decina di metri, è attrezzata con corde fisse.
Per esplorare le sezioni più profonde, è necessario installare le proprie corde di sicurezza muoversi tra le vecchie corde spezzate accumulate nel corso degli anni che pendono disordinate.
Esplorazione della grotta Elefante Bianco – Profondità di 226,7 metri
In questo mese di febbraio 2024, 20 anni dopo l’esplorazione di Gigi Casati, gli speleosub polacchi hanno raggiunto la sezione più avanzata della grotta e hanno esplorato oltre 100 metri di nuovo cunicolo, spingendo il limite conosciuto 30 più in basso.
Come accade spesso in queste situazioni, il successo del team è il risultato di anni di pianificazione, preparazione e collaborazione durante numerosi viaggi esplorativi congiunti.
L’esplorazione finale è stata il culmine di una settimana di immersioni preparatorie, durante le quali il team ha attrezzato la grotta fino alle sezioni più remote con corde fisse e ha raccolto alcuni spezzoni delle vecchie corde.
L’ultima immersione è durata oltre sei ore, di cui 6 minuti sono stati trascorsi nelle nuove sezioni scoperte.
Sulla base del rilievo e del materiale video raccolto, è evidente che la grotta continua con un ampio corridoio, ma ulteriori esplorazioni sono ostacolate dall’aumento repentino della profondità e dalla scarsa visibilità, che nella zone profonde raggiunge solo 4 metri.
Il team era composto da:
Bartek Pitala – uomo di punta dell’esplorazione,
Tomasz Wciórka “Wieczny”,
Mariusz Banaszak “Banan”,
Bartosz Zdzieb?owski “Zdziebe?”,
Micha? Sojka.
L”Elefante Bianco” è una delle grotte più affascinanti d’Italia. Situata nella regione Veneto, questa grotta è famosa per la sua topografia straordinaria e la sua ricca storia di esplorazione.
Il record e la corsa a chi ce l’ha più lungo
-227 metri all’Elefante Bianco è un record?
La grotta sommersa più profonda del mondo ad oggi conosciuta è la Hranická Propast nella Repubblica Ceca ed è profonda 404 metri esplorata con un robot subacqueo.
Al secondo posto, e più profonda d’Italia è il Pozzo del Merro, nel Lazio, dove un rover filoguidato è sceso fino a -392 metri e poi è finito il filo… ma il Merro prosegue ancora verso il basso.
Queste due profondità sono state raggiunte con robot. E gli umani?
Nel Caucaso, nella grotta Verjovkina sul massiccio dell’Arabika in Abkazia, gli speleologi sono scesi fino a 2223 metri. Le cose cambiano se le grotte sono sommerse.
Il record di immersione subacquea in grotta è di Xavier Meniscus, ottenuto pochi mesi fa in Francia nella Fonte Estramar, -312,2 metri.
La profondità di -227 metri raggiunta dai polacchi all’Elefante Bianco, è l’immersione più profonda realizzata in una grotta italiana. Il precedente particolare record italiano apparteneva al Gorgazzo.
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Sono un sub di Alghero, debbo riconoscere che l’impresa dell’elefante bianco è veramente fantastica, complimenti ai colleghi sub.
Fausto
Pravi!