Esploratore, geografo, speleologo, etnolo, a soli 16 anni diventa Segretario del Circolo Speleologico idrologico Friulano.
Muore in battaglia nella Prima Guerra Mondiale, nella sua breve ma intensa carriera ha scritto centinaia di articoli scientifici ed esplorato grotte in Italia e all’estero.

Figlio di padre trentino e di madre goriziana, ultimo di quattro figli, compie con profitto gli studi presso l’Istituto Tecnico Zanon di Udine, per proseguire poi – sotto la guida di Giotto Dainelli e di Olinto Marinelli (da cui apprende il “metodo degli studi e i principi della scienza geografica e geologica” come riferisce Grossutti) – gli studi al Regio Istituto di Studi Superiori di Firenze, laboratorio interdisciplinare ritenuto allora il più importante centro culturale accademico d’Italia. Laureatosi nel 1914 con il massimo dei voti e la lode in Scienze Naturali, ottiene una borsa di studio con cui inizia la specializzazione in geologia, specializzazione che non consegue per l’entrata in guerra dell’Italia: arruolato come allievo ufficiale acquisisce ben presto i gradi di tenente; sul fronte trentino il 15 maggio 1916 una ferita mortale lo toglie agli affetti della famiglia e al mondo della speleologia, di cui era una sicura promessa.

Inizia la sua carriera di speleologo giovanissimo entrando nel Circolo Speleologico e Idrologico Friulano; nel 1908 pubblica su Mondo Sotterraneo il suo primo articolo e (a soli 16 anni) diviene segretario del Circolo. Nell’anno seguente anno scrive – oltre che per Mondo Sotterraneo di cui è assiduo collaboratore – per gli Annali del R. Laboratorio di Chimica Agraria di Udine, per il Bollettino dell’Associazione Agraria Friulana e per altre riviste.
Durante il periodo fiorentino trova il tempo per andare in Abruzzo (visita la Grotta del Cavallone), a S. Marino (descrive, assieme al Quarina, i fenomeni carsici nei gessi), compie studi sui ghiacciai nella Conca di Baitone e nella Valle di Gressonei, continuando pure le ricerche nel Friuli (esplorazione e rilievo della Grotta di Villanova o Doviza).
Nel dicembre 1912 parte per il sud dell’Argentina, membro di una spedizione scientifica, durata tre mesi, organizzata da padre Alberto Maria de Agostini; nella Terra del Fuoco rileva il fronte del Ghiacciaio Negri e la valle a Sud del Monte Sarmiento. Scopre poi due fiordi (non segnati sulla carta inglese) nella Keats Sound, di cui uno risalito per una quindicina di miglia e interessato da ben undici ghiacciai. Geografo e speleologo, ma anche etnologo, effettua studi sugli insediamenti indigeni nel sud della Patagonia e sulla loro estinzione, suggerendo misure atte a salvaguardare quelle popolazioni distrutte dall’uomo bianco.
Lo studio dei ghiacciai lo porta nel 1910-1911 a scoprire il fenomeno carsico ipogeo ed epigeo del monte Canin i cui risultati saranno pubblicati nel 1914; l’anno seguente dà alle stampe uno studio monografico sulle casere dell’alto Friuli.
Il suo maggior studio speleologico – Grotte e voragini del Friuli – viene pubblicato mentre si trova al fronte, ove a 24 anni muore in combattimento lasciando un corpus di oltre cento pubblicazioni; Giotto Dainelli, suo maestro, nel 1922 darà alle stampe gli scritti inediti.
Studioso completo – oltre che essere speleologo e geografo si interessò pure di botanica, idrologia, meteorologia, etnologia, folklore, glaciologia – nel Friuli il suo maggior apporto scientifico è stato senz’altro rivolto alla speleologia: oltre alle decine di descrizioni di cavità gli si devono l’impostazione del catasto grotte del Friuli (i primi 153 numeri li ha assegnati lui), iniziato nel 1910, e la monografia Grotte e voragini del Friuli, pubblicazione in cui è concentrato tutto il sapere sul fenomeno carsico del Friuli: toponomastica, catasto, speleogenesi, idrologia, meteorologia, paleontologia e paletnologia, fauna fossile e vivente, il tutto completato da oltre un centinaio di immagini e da una dozzina di pagine di bibliografia.
In sua memoria ora sul Canin c’è un abisso profondo 512 metri (Abisso G. B. De Gasperi, 1235 Fr), una abisso nella Maiella, una via a Udine, un lago nella Terra del Fuoco e un rifugio (assieme ai suoi fratelli) nelle Dolomiti Carniche.

Fonte e maggiori info:
https://www.boegan.it/2012/06/giovan-battista-de-gasperi/

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