il cunicolo ripulito, foto di Francesco Merisio
12 il bottino! 211 sacchi 28 quintali, foto di Giovanni Merisio
Tutto comincia tre anni fa, in una della tante uscite che hanno lo scopo di rivisitare grotte ormai non frequentate da decenni. Questa è la volta della Ena, una grotta esplorata negli anni ’80 ma della quale non c’è nemmeno il rilievo. Trovare l’ingresso è facile, è vicina ad un sentiero nei pressi dell’Agriturismo Costa del Coldara e si trova a cavallo fra due comuni (e due province): Caprino Bergamasco (Bg) e Torre de’ Busi (Lc).
L’ingresso è chiuso da un cancello munito di lucchetto ma la rete attorno è stata tagliata e il motivo si fa presto sentire… purtroppo la grotta è stata usata per lungo tempo come discarica.
Attrezziamo con le corde e scendiamo il primo pozzo, di una decina di metri di profondità, stando attenti a non tagliarci con i frammenti di vetro presenti ovunque. La base di questo salto è un cono detritico di… spazzatura! Ogni tipo di immondizia riveste il pavimento, tanto che non se ne vede il fondo. L’odore è persistente, c’è davvero di tutto! La spazzatura scende in un cunicolo e si ferma al suo fondo (chissà cosa ci sarà sotto?).
Fortunatamente il grosso della grotta si sviluppa dalla parte opposta e scende, bella, fino a 130 metri di profondità fra massi bianchi e roccia grigia lavorata dall’acqua, saltando fra verticali e piani inclinati che ogni tanto ci regalano rari fossili (difficili comunque da trovare).
Esploriamo la grotta, la rileviamo, fotografiamo, stringiamo amicizia con i recenti proprietari del terreno e dell’agriturismo, che ci ospitano ristorandoci dopo ogni uscita in grotta, a qualsiasi orario!
Però… la faccenda della spazzatura proprio non ci va giù… così decidiamo di mettere in piedi un’operazione di pulizia della grotta. La programmiamo per mesi, ci mettiamo d’accordo con l’agriturismo, che ci appoggia, e con il comune di Caprino Bergamasco che si offre di collaborare fornendoci sacchi e prendendosi in carico l’onere di rimuoverli una volta riempiti di spazzatura dal piazzale dell’agriturismo e di smaltire il tutto.
Abbozziamo un volantino, lo facciamo circolare su mailing list e canali di comunicazione dei gruppi speleologici lombardi, presentiamo il progetto a TAM e CAI di Bergamo… l’iniziativa trova appoggio su tutti i fronti.
Reclutiamo amici speleo, e non, e recuperiamo ciò che serve: tute usa e getta, guanti, mascherine, stivali di gomma, attrezzi da scavo, corde di servizio… pronti, si parte!
Primo round previsto per sabato 14 e domenica 15 maggio. Attrezziamo il pozzo con le corde per parancare sacchi e bidoni in esterno. Tre di noi scendono alla base del pozzo a insaccare di tutto, uno si occupa di gestire la risalita dei sacchi, un’altra persona a metà del pozzetto gestisce un deviatore per agevolare i carichi verso l’uscita, tre persone in cima a tirare la corda e veicolare i sacchi fuori dal pertugio e infine la preziosa squadra in esterno che svuota sacchi e bidoni e smista i rifiuti come può e li trasporta in una piazzola sul sentiero. Ore e ore dopo abbiamo accumulato: un bel mal di schiena, tanto sconforto (la spazzatura sembra non avere fine) e una cinquantina di sacchi. Più o meno scoraggiati ceniamo in agriturismo e ci diamo la buona notte. La domenica altro giro, altri regali!! Tiriamo fuori un quantitativo straordinario di scarpe di ogni foggia, epoca e misura, due piani cottura, una bicicletta, una carriola, pentolame vario e tanti, tanti scheletri di animali (qualcuno non ancora sufficientemente scheletrizzato, purtroppo). Alla fine della seconda giornata di lavoro però abbiamo trovato il tesoro: il pavimento del cunicolo! Largo un metro e mezzo, lungo 8 metri, alto, camminando sulla spazzatura da un metro a mezzo metro… lo spessore dei rifiuti risulta essere fra un metro e due metri e mezzo! Una volta rimossi non solo si sta in piedi comodamente ma in molti punti non si riesce a toccare il soffitto! Sulle pareti del cunicolo resta la linea netta di demarcazione: sotto il marrone (dove c’era la spazzatura) e sopra il beige (dove era pulita), ora riprenderanno aria le sue pareti! Discutiamo del fatto che si potrebbe eseguire un studio scientifico dell’antropocene sulla base della stratificazione della spazzatura (cercansi tesisti)!
Alla fine del primo week-end raggiungiamo i 169 sacchi e oltre 2 tonnellate di rifiuti portati a giorno. Trasportiamo tutto davanti all’agriturismo (che durante il giorno ha ospitato i festeggiamenti di cresime e comunioni… con qualche curioso che è venuto ad informarsi davanti alla grotta), non senza il prezioso aiuto dei gestori e della loro impagabile motocarriola!
Lunedì mattina arrivano gli operatori del comune a portar via il tutto. Martedì telefoniamo al vice sindaco di Caprino, che è sorpreso dalla quantità di roba… purtroppo preventiviamo di portarne fuori ancora molta…
Secondo fine settimana, il successivo. Il meteo continua ad essere dalla nostra. Pronti con tute e guanti, si riparte! Il cunicolo alla base del pozzo ci fa ben sperare di essere ripulito interamente entro la domenica. Nel frattempo si ripuliscono da vetro e plastica le pareti del pozzetto e il pavimento dell’ingresso che, sorpresa, è composto da spazzatura anche lui, per almeno 70 cm di spessore! Fortunatamente ci sono molte bottiglie ancora intere e la pulizia dell’ingresso avviene piuttosto rapidamente. Emergono due cunicoli che prima erano sommersi… chissà che la grotta ci sveli qualche nuova prosecuzione sotto tutta quella roba? Ci si affaccenda fra bidoni, sacchi e infine la domenica si sistema l’ingresso ripristinando l’originale cancello, chiudendo la rete e consolidando il tutto. I conteggi finali parlano di 2800 kg di spazzatura rimossa! Grande fatica ma grande soddisfazione… la sfida di riuscire a terminare i lavori in soli 4 giorni (non ne eravamo molto sicuri) è riuscita! Scriviamo a Il Giorno che pubblica subito la notizia, Rai 3 viene a farci un’intervista, in tempo reale viene trasmessa una diretta radiofonica ne il Gazzettino Padano aggiornando sullo stato di avanzamento lavori e i risultati dell’operazione. L’Agriturismo si complimenta, lo stesso fanno TAM e CAI. La grotta non parla ma non è difficile pensare che sorrida!

Si ringraziano i volontari di: Speleo Club Orobico CAI Bergamo, Gruppo Grotte Milano SEM-CAI, Tutela Ambiente Montagna CAI Bergamo e per la fattiva collaborazione: Agriturismo Costa del Coldara, Comune di Caprino Bergamasco

Grazie a tutti!
Francesco Merisio, Marzia Rossi (Speleo Club Orobico CAI Bergamo, Gruppo Grotte Milano SEM-CAI)

Di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *