Alle 2:50 di questa notte, i soccorritori hanno trovato il corpo senza vita del bimbo caduto in un pozzo per l’acqua a Malaga.
Dopo 12 giorni, una squadra di soccorso di minatori asturiani è riuscita a raggiungere il corpo ormai senza vita del piccolo Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo abusivo per la ricerca dell’acqua, profondo 110, nel terreno della sua famiglia a Totalan, nei dintorni di Malaga.
L’impresa per recuperarlo si era subito rivelata difficilissima, quando una telecamera calata nel buco di 25 centimetri di diametro si era fermata ad una settantina di metri di profonditá, trovando una occlusione di detriti, terra e pietre, insieme allo zainetto delle caramelle del piccolo.
Il primo tentativo é stato quello di aspirare la terra dal buco, con scarsi risultati durati un paio di giorni.
Subito è stata costituita una equipe di ingegneri e tecnici che hanno tentato di costruire un tunnel oblicuo, ma la consistenza del terreno non ha permesso di portare a termine il progetto.
Il tentativo successivo, che ha permesso di raggiungere il bambino, é stato quello di costruire un tunnel parallelo al pozzo dove era caduto Julen, profondo 61 metri, e poi calare una squadra di minatori che avrebbe scavato a mano una galleria orizzontale per arrivare ai fatidici 78 metri di profonditá.
I soccorritori hanno messo in campo mezzi e tecnologie adeguate nel minor tempo possibile e sono stati adottati tutti gli accorgimenti affinché nessuno corresse rischi.
E’ stata scavata una piattaforma ed è stato ribassato il terreno per una decina di metri, quindi è stato scavato un pozzo con una trivella, che alla velocitá di circa 1,1 metro l’ora ha raggiunto la profonditá di 61 metri, ma al momento di calare i tubi di ferro che avrebbero dovuto incamiciare l’interno del pozzo, per evitare cadute di materiale su chi si sarebbe trovato sotto, ci si è resi conto che le pareti del buco non erano regolari e presentavano delle sporgenze che impedivano di infilare ‘la camicia’ di ferro.
Le operazioni di alesaggio del pozzo, per adattarlo al tubo da infilare, sono durate quattro giorni e solo giovedí, dopo 10 giorni dall’incidente, si è potuta far calare una squadra di otto esperti minatori che sul fondo hanno cominciato a scavare un condotto orizzontale di circa quattro metri di lunghezza.
La terra e le pietre sono state sollevate e portate fuori con una gabbia metallica cilindrica che ha funzionato anche da ascensore per i minatori.
Durante lo scavo orizzontale si è dovuto ricorrere all’uso dell’esplosivo, con microcariche usate in quattro serie di esplosioni, e per ogni ‘volata’ i soccorritori sono dovuti uscire, per poi rientrare dopo che i gas dell’esplosione fossero fatti uscire.
Fino al ritrovamento del corpo senza vita del bimbo, avvenuto poco prima delle 3:00 di sabato, nessuno sapeva effettivamente quale poteva essere la reale profonditá alla quale si trovava e le operazioni di disostruzione per raggiungerlo sono state condotte con la massima cura e delicatezza.
Si spera che il magistrato dia a breve l’autorizzazione a recuperare il corpo del piccolo per mettere fine alle operazioni che hanno tenuto tutta la Spagna con il fiato sospeso per quasi due settimane.
Fonte:
https://www.lavanguardia.com/sucesos/20190126/466512200/julen-rescate-totalan-nino-pozo-en-directo.html