Analisi dei Sinkhole in Italia e le Misure di Prevenzione

Tra le varie forme di catastrofi naturali, gli sprofondamenti improvvisi, noti come sinkhole, sono tra i più drammatici poiché avvengono in tempi molto brevi.

Questi fenomeni generano cavità create dal collasso degli strati superficiali del terreno, con dimensioni che possono variare notevolmente, rappresentando un rischio significativo per la sicurezza delle persone e delle infrastrutture.

I sinkhole possono formarsi a seguito del crollo di cavità carsiche sotterranee, ma anche in altri contesti geologici.

Le condizioni predisponenti includono rocce solubili e depositi alluvionali con scarse proprietà geomeccaniche, mentre i fattori scatenanti possono essere la circolazione idrica sotterranea, terremoti e vibrazioni di origine umana.

Questi fenomeni evolvono dal basso verso l’alto, diventando evidenti solo nella fase finale.

Sebbene non sia possibile prevedere con precisione dove e quando si formeranno, è possibile delimitare le aree a rischio e condurre indagini geofisiche mirate per mitigare il rischio.

In Italia, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha censito i sinkhole naturali, che si verificano preferenzialmente nelle conche intramontane e pianure.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) conduce ormai da anni indagini geofisiche per caratterizzare i sinkhole, monitorando aree come il Bacino delle Acque Albule e Montelibretti.

Due esempi significativi di sinkhole in Italia si sono verificati nella Provincia di Roma.

Nel gennaio del 2001, vicino al paese di Marcellina, uno sprofondamento improvviso ha devastato un’ampia porzione di terreno agricolo con un diametro di 35 metri e una profondità di 15 metri.

Più recentemente, nel febbraio del 2010, tra gli abitati di Carpineto e Montelanico, si è aperta una grossa voragine con 6 metri di diametro e una profondità di 28 metri, in prossimità della strada provinciale carpinetana.

Il termine sinkhole è stato introdotto nel 1968 da Fairbridge per descrivere delle depressioni circolari o dei collassi formatisi a seguito del crollo di cavità carsiche sotterranee.

Tuttavia, i sinkhole possono formarsi anche in altri contesti geologici con caratteristiche simili a quelle degli ambienti carsici.

Ad esempio, le coste del Mar Morto in Israele sono tipicamente soggette a questi fenomeni, generati dalla dissoluzione di uno strato di sale minerale presente in profondità.

Le condizioni predisponenti includono l’esistenza di un substrato di rocce solubili, come le rocce calcaree dell’Appennino, con al di sopra una coltre di depositi alluvionali con scarse proprietà geomeccaniche.

I fattori scatenanti possono essere la presenza di un’attiva circolazione idrica sotterranea, impulsi improvvisi generati da terremoti, e vibrazioni e carichi di origine umana.

I sinkhole si sviluppano principalmente in determinate regioni, definite aree a elevata probabilità di accadimento.

Questi fenomeni evolvono dal basso verso l’alto e si rendono manifesti soltanto nella fase finale del processo con il crollo della copertura.

Sebbene non sia possibile prevedere con precisione dove e quando si formeranno, è possibile delimitare le aree a rischio e condurre indagini geofisiche mirate per mitigare il rischio e salvaguardare l’incolumità delle persone e delle cose.

Fonte e maggiori info: https://ingvambiente.com/2019/01/08/conoscere-i-sinkhole/