Un affascinante viaggio nel tempo tra incisioni religiose e teorie misteriose
Royston, Inghilterra – Corre l’anno 1742 quando un mercante locale, intento a migliorare la posizione del suo negozio, fa una scoperta sorprendente: una macina sepolta che nasconde un’incredibile grotta artificiale.
La grotta di Royston, la cui origine risale a epoche precedenti, si rivela un tesoro di inestimabile valore storico e archeologico. L’immagine di copertina è stata generata dall’AI Dall-E.
Sebbene scoperta nel XVIII secolo, questa misteriosa caverna continua ad affascinarci con i suoi enigmi secolari.
La grotta di Royston è una camera artificiale scavata nel gesso, che raggiunge un’altezza di 7,7 metri nel suo punto più alto.
Al centro dell’incavo si trova un rialzo ottagonale, probabilmente utilizzato per scopi religiosi e di preghiera.
Le pareti sono adornate da incisioni a carattere prevalentemente religioso, con rappresentazioni di personaggi e scene appartenenti alla tradizione cristiana.
Tra queste, troviamo Santa Caterina, San Lorenzo, la crocifissione e forse San Giorgio o San Michele.
Sorprendentemente, tra le figure sacre, appare anche una donna svestita, nota come Sheela na Gig, che però è presente anche in altre chiese inglesi del basso Medioevo.
Pertanto, la sua presenza non contrasta con il contesto religioso della grotta.
Gli studi più recenti indicano che gran parte delle incisioni risalirebbe al XIV secolo, il che ci porta alla domanda fondamentale: chi è l’autore di questo straordinario lavoro?
Le ipotesi sulle origini della grotta sono molteplici, alcune più fantasiose di altre.
Una delle teorie più affascinanti è quella che la collega all’Ordine dei Templari, che avrebbe utilizzato la grotta come luogo di incontro prima del loro scioglimento nel 1312, su ordine del Papa Clemente V.
Ci sono due elementi che supportano questa teoria: la documentazione storica attesta che l’Ordine organizzava un mercato settimanale nella vicina città di Royston per circa cinquant’anni, dal 1199 al 1254.
Inoltre, le incisioni nella caverna mostrano due cavalieri in armatura crociata che cavalcano lo stesso destriero.
Un’altra teoria, meno supportata da prove concrete ma sempre affascinante, suggerisce che la grotta potesse essere stata utilizzata come luogo di incontro per la Massoneria.
La mancanza di informazioni sulla natura esatta della camera in gesso ha alimentato l’immaginazione e le congetture.
Altre ipotesi plausibili includono l’utilizzo della caverna come magazzino da parte dei monaci agostiniani per conservare cibo e oggetti utili.
L’Ordine di Sant’Agostino era presente in Inghilterra dal XI secolo, stabilendosi nell’Hertfordshire per quattro secoli.
Infine, ci sono anche teorie che suggeriscono che la grotta possa risalire al periodo neolitico, quando potrebbe essere stata una cava di selce durante il III millennio a.C., o che potesse essere stata di proprietà di un nobile locale.
Il mistero che avvolge la grotta di Royston rimane ancora insoluto, lasciandoci con un’aura di enigma e fascino.
In ogni caso, la grotta di Royston continua ad affascinare e a stimolare l’immaginazione di studiosi e appassionati di storia.
Un viaggio affascinante nel tempo e nelle teorie che ci porta a esplorare i simboli enigmatici, i possibili legami con i Templari e la suggestiva presenza della Massoneria in questa misteriosa caverna.
Fonte, foto originali e maggiori info su: https://www.storiachepassione.it/simboli-enigmatici-templari-e-massoneria-nella-grotta-di-royston/
Sono una ex speleologa del tempo che fu, mi ero sposata nella Grotta Gigante. L’interesse per la Speleologia è rimasto vivo in me e leggo con molto interesse quanto pubblicate.
Apprezzo la qualità impiegata.
Buon proseguimento!!
Grazie Laura, comunque non si smette mai di essere speleologi 😉
È vero, è troppo forte, rimane con noi.