In un’interessante scoperta estiva, una rara testimonianza storica viene alla luce nelle profondità della Grotta di Chaya, svelando nuove prospettive sull’insediamento preistorico.

Durante le indagini archeologiche estive del 2023, i risultati iniziano a emergere, svelando interessanti dettagli sulla vita preistorica.

Nel quadro delle ricerche condotte nel rifugio rupestre “Grotta di Chaya” nei pressi di Chepelare, in Bulgaria, un team di archeologi sta gettando nuova luce sulla storia antica di questa regione.

L’avventura delle scoperte nell’antro sotterraneo è iniziata l’8 agosto, con lo sforzo focalizzato principalmente sulla “Grande Sala”, la zona dove si prevedono le scoperte più significative.

Sofia Hristeva, archeologa presso il Museo Archeologico Regionale di Plovdiv e collaboratrice del Museo del Carsismo Rodopeso, ha dichiarato: “Lo scorso anno abbiamo rinvenuto un singolo oggetto del Calcolitico, mentre quest’anno le scoperte si concentrano soprattutto sulla fine dell’Età del Bronzo, circa 1500 a.C., fino all’inizio dell’Età del Ferro, VII secolo a.C.

Le aspettative sono state superate e, finalmente, stiamo scavando nella sala principale dove si trova una notevole quantità di materiale.

Di particolare interesse è un contenitore bifacciale insolito, piuttosto raro per l’inizio dell’Età del Ferro.

Questo contenitore a forma di bilancia potrebbe essere stato utilizzato per mescolare liquidi.”

L’archeologa ha anche rivelato la scoperta di altri tipi di vasi, come kantaroi e una piccola coppa.

Sono state identificate anche ossa umane, sebbene siano frammentarie e ancora da contestualizzare.

Oltre alle testimonianze umane, le ossa di animali come orsi bruni, cervi e orsi delle caverne contribuiscono a comporre un quadro più ampio dell’ambiente preistorico.

La Grotta di Chaya è ormai parte integrante del territorio, con una passeggiata naturalistica che porta i visitatori alla sua apertura.

“La grotta è illuminata e accessibile, il percorso inizia dal parcheggio e conduce alla pista di “Me?i ?al”. Il tragitto richiede circa un’ora”, ha spiegato Sofia Hristeva.

Gli specialisti del Museo Archeologico di Plovdiv e del Museo del Carsismo Rodopeso di Chepelare rimarranno sul campo fino al 5 settembre, e nei giorni lavorativi dalle 10:00 alle 15:00 sarà possibile osservarli all’opera mentre scoprono le testimonianze del passato.

La stessa Sofia Hristeva è anche alla guida degli scavi presso Nebet Tepe, un complesso archeologico dove si stanno facendo progressi significativi.

Concludendo, Hristeva ha affermato: “Stimiamo che entro 10-15 giorni completeremo le ricerche finali, previste per settembre o ottobre.

Abbiamo completato gran parte degli studi, ma stiamo attendendo gli ultimi passaggi.

Quest’anno abbiamo continuato a lavorare su una cisterna circolare risalente al II-IV secolo, dove sono state scoperte monete, lampade e ossa animali.

Abbiamo anche lavorato sullo scavo del vecchio serbatoio, risalente al tardo medioevo e situato nella parte meridionale.

Abbiamo scoperto una struttura più antica sotto di essa, pulito il muro orientale della fortezza e scavato in profondità in una piccola sezione per chiarire la stratigrafia.

Abbiamo scoperto che c’è una torre addirittura più antica risalente al periodo romano, che sarà aggiunta alla mappa di Nebet Tepe. Speriamo di rispettare le scadenze previste.”

Fonte: https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fbnr.bg%2Fplovdiv%2Fpost%2F101870570%2Fchaa%3Ffbclid%3DIwAR2IMpasaLXNUBIBlpt7wz7NC9XQiNBLNRzPkPDwainTksoBpdW6KEI8CEk_aem_AbI-SFVe33kglD6w7iWa7aWeYXpJBADwonoQ-rUthqQ3Pxc9T5iiMLXLq8qktrrjpJ4&h=AT1vcJuUTpLpq49E4FP4_SOZrVWweDS8Z2jMbyhhdnUqLgryTtXTgX43BcV21k_D8PSwg3J2qKyc347xT95Dqf1rAGa5lrz_ZFXccMvBDlCWMpqMI5hiccI7gRVr&s=1

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