Nuove evidenze sulla tecnologia del legno nel Pleistocene Medio
Un recente articolo pubblicato su Quaternary Science Reviews rivela nuove scoperte sulla tecnologia del legno utilizzata dai primi Neanderthal nel sito di Poggetti Vecchi, in Italia.
Tre reperti di legno eccezionali permettono un’indagine più approfondita delle capacità tecniche di questi antichi abitanti, risalenti a circa 170.000 anni fa.
È stato pubblicato su Quaternary Science Reviews 345 (2024) un interessante articolo intitolato “Wooden hafting technology in the early Neanderthal site of Poggetti Vecchi (Italy)“, a firma di Silvia Florindia, Fabio Santaniello, Biancamaria Aranguren, Stefano Grimaldi, Cesare Melandri, Daniela Puzio e Anna Revedin.
L’articolo esamina tre eccezionali reperti di legno che offrono nuove prospettive sulle capacità tecniche dei primi Neanderthal che frequentavano il sito di Poggetti Vecchi (Grosseto) circa 170.000 anni fa.
Tecnologia del Legno nel Pleistocene Medio
L’invenzione degli strumenti con manico, avvenuta tra circa 500.000 e 250.000 anni fa, rappresenta una delle innovazioni tecnologiche più significative che ha influenzato le capacità sociali, cognitive e biologiche degli esseri umani.
Nonostante le numerose prove indirette di strumenti con manico, i manici stessi sono rari poiché erano probabilmente realizzati con materiali deperibili.
I Reperti di Poggetti Vecchi
Tre bastoni di legno interpretati come manici sono stati trovati nel sito di Poggetti Vecchi, permettendo una più approfondita indagine sulle capacità tecniche dei primi Neanderthal che frequentavano il sito circa 170.000 anni fa.
Questi manici e gli strumenti litici con tracce di manico sono stati analizzati utilizzando un approccio tecno-funzionale, suggerendo che potrebbero essere stati uniti per creare uno strumento composito specifico.
Processo di Produzione e Test di Efficienza
L’efficienza dello strumento composito è stata testata attraverso un dettagliato programma sperimentale.
I risultati hanno evidenziato, per la prima volta, i complessi processi di produzione utilizzati per creare uno strumento composito che potrebbe essere stato utilizzato per macellare le carcasse della grande fauna, ben attestata nel sito.
Importanza delle Scoperte
Dal punto di vista comportamentale, gli strumenti con manico rappresentano un notevole sforzo in termini di progettazione e produzione.
La creazione sia della parte attiva dello strumento che del manico richiede una serie di fasi produttive, dalla selezione e raccolta delle materie prime alla lavorazione, che potrebbe avvenire in tempi e luoghi diversi, applicando specifiche sequenze di riduzione.
Infine, i due elementi devono essere adeguatamente modellati prima di essere uniti per creare lo strumento con manico.
Questi aspetti implicano una certa complessità tecnologica, che tra i gruppi di cacciatori-raccoglitori potrebbe riflettere la relazione tra la variabilità dei rischi di sussistenza e le strategie di mobilità.
Contesto Archeologico
Nel registro archeologico, la maggior parte delle prove relative agli strumenti con manico è indiretta;
la presenza di manici è spesso dedotta dalle tracce rilevabili sugli strumenti di pietra.
Queste tracce possono essere correlate alla legatura e alle abrasioni tra la parte attiva e il manico, o a un uso specifico dello strumento di pietra che implica l’uso di un manico, come le fratture da impatto che suggeriscono l’uso di litici come elementi di proiettili inseriti.
Evidenze Dirette e Indirette
Le prove indirette di manico sono attestate in Sud Africa a partire da circa 500.000 anni fa, dove schegge di pietra trovate a Kathu Pan 1 sono interpretate come punte di lancia.
La più antica possibile prova indiretta di manico proviene dal sito di Gesher Benot Ya’aqov in Israele, datato a 800.000-700.000 anni fa.
Tuttavia, questa attribuzione si basa esclusivamente su prove di modifiche morfologiche degli strumenti litici coerenti con il manico, mentre mancano analisi di usura.
Conclusione
Le tracce di manico sugli strumenti litici diventano più rappresentative durante il tardo Pleistocene Medio (MIS 7), in Europa e nel Vicino Oriente e in Africa orientale e meridionale, rivelando lo sviluppo tecnico e cognitivo sia di Homo neanderthalensis che di Homo sapiens.
In questo contesto, il sito di Poggetti Vecchi (Grosseto, Italia) fornisce nuove prove sulle tecniche di manico dei primi Neanderthal. Il sito, datato intorno a 170.000 anni fa, all’inizio del MIS 6, è già noto per la scoperta di numerosi manufatti in legno, conservati grazie alla presenza di una sorgente termale.
Questi manufatti sono stati interpretati come bastoni da scavo: strumenti multiuso diffusi tra i gruppi di cacciatori-raccoglitori.
Inoltre, il sito conserva abbondanti resti faunistici, principalmente attribuiti a Palaeoloxodon antiquus, in associazione con strumenti litici utilizzati per attività di macellazione e occasionalmente rivelanti tracce di usura da manico.
Queste scoperte offrono nuove intuizioni sull’interpretazione delle capacità umane in un periodo in cui la crisi climatica richiedeva lo sviluppo di comportamenti innovativi.
Vai allo studio pubblicato: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S027737912400516X