Un gruppo di speleologi pensionati di Trieste ritrova un pezzo di storia della speleologia giuliana
Dopo un secolo di ricerche e di mistero, l’Abisso III di Gropada, sul Carso alle spalle di Trieste, è stato finalmente rintracciato e disceso.
Una storia che ha la sua importanza, non tanto per la difficoltà tecnica della grotta, quanto per l’alone di leggenda che si è andato a creare intorno a questo luogo.
L’Abisso III di Gropada, infatti, era da decenni il “fantasma” degli speleologi triestini, una grotta cercata da generazioni di appassionati, ma mai ritrovata. Fino a oggi.
A portare a termine la ricerca è stato un gruppo di speleologi ‘pensionati’ di Trieste, che con pazienza e determinazione hanno seguito le tracce lasciate dal rilevatore Cesare Prez nel lontano 1924.
La posizione indicata da Prez, ovviamente, si è rivelata totalmente errata.
Ma i nostri eroi non si sono persi d’animo e, dopo una lunga e accurata ricerca, sono riusciti a trovare la grotta che corrisponde esattamente all’Abisso III di Gropada.
La riscoperta dell’Abisso III di Gropada è opera del Gruppo Triestino Speleologi (GTS), una realtà che da oltre settant’anni si dedica con passione e competenza all’esplorazione delle cavità carsiche.
Fondato il 1° dicembre 1946, il GTS ha alle spalle una lunga serie di imprese e di scoperte.
Il Carso è una terra ricca di misteri e di segreti, che solo gli occhi e il cuore di un vero speleologo possono svelare. E molto probabilmente presto si tornerà a parlare di nuove scoperte, di nuovi abissi e di nuove emozioni.
Intanto, però, godiamoci questa riscoperta, che ci ricorda come la passione e la determinazione possano superare ogni ostacolo, anche quello di un secolo di ricerca.
E un plauso va ai nostri speleologi pensionati, che ci dimostrano come l’età sia solo un numero e come la voglia di scoprire e di esplorare non abbia età.
la voglia di avventura ti rimane appiccicata per tutta la vita, uno speleo in pensione.