Anche quest’anno siamo tornati nelle montagne delle Alpi Albanesi per partecipare al progetto “Shtares 2017” organizzato dal Gruppo Speleologico Martinese in collaborazione con il Gruppo Speleologico Faentino, La Venta, GSB-USB di Bologna e patrocinato dalla Società Speleologica Italiana. La scorsa spedizione si era conclusa con la scoperta di una grotta molto promettente nelle vicinanze del villaggio di Vräna e Madhe nel distretto di Tropoje, in cui era stato possibile esplorare solo i primi 300 m. Quest’anno siamo tornati con l’obiettivo principale di continuare l’esplorazione di questa grotta chiamata “Shpella Shtares”.
Durante i sei giorni di attività sono state esplorate e rilevate circa 2,7 km di nuove gallerie per la maggior parte attraversate da una forte corrente d’aria e caratterizzate da ambienti di frana con temperature attorno ai 3,5-4°C. La grotta rappresenta un’antica risorgenza con sviluppo principalmente sub-orizzontale formata da lunghi meandri posti su più livelli.
Il potenziale speleologico di quest’area non è stato ancora del tutto svelato e l’aiuto di un drone ci ha permesso di trovare altre interessanti cavità a quote più elevate che saranno oggetto delle prossime spedizioni. All’interno della grotta sono stati prelevati anche campioni di organismi che saranno oggetto di studio da parte di alcune università italiane, realizzando inoltre una dettagliata documentazione video-fotografica.
Durante il periodo di campo a Vräne e Madhe, un gruppo di sette persone si è spostato per tre giorni sul versante nord rispetto al villaggio, “soggiornando” nella enorme dolina di Kakverrit, speranzosi di trovare il tronco di pino loricato riempito dalle gocce di percolazione del soffitto dell’ingresso della grotta. L’obiettivo è stato quello di cercare nuovi ingressi al di sopra della dolina, avendo solo un giorno a disposizione, poco tempo per gli avvicinamenti e l’estensione dell’area da esplorare. Infatti sono stati trovati e scesi solo piccoli pozzi, ma almeno è stato possibile valutare che per una prossima spedizione si potrà trasportare il materiale con i muli.
La seconda parte della spedizione si è svolta sul massiccio carsico Mali e Dejes facendo base nel piccolo villaggio di Macukull con l’obiettivo di verificare alcune segnalazioni. Ci siamo divisi in due gruppi, una squadra ha esplorato e rilevato alcune grotte a quote tra i 1100 e 1300 m, mentre la seconda è arrivata fino 1800 m di quota, dove sono state esplorati due inghiottitoi di profondità inferiori ai 100m e ostruiti alla loro base.
Sicuramente i risultati ottenuti danno la possibilità di continuare le esplorazioni in entrambe le aree per i prossimi anni.
Norma Damiano, Tommaso Santagata
Un video a 360° di Shpella Shtares