Dal 4 al 18 agosto si è svolto il campo INGRIGNA! dedicato alle esplorazioni delle grotte del Grignone.
Le attività come di consueto sono state influenzate dal meteo che non è stato ottimale soprattutto nel corso della prima settimana (due nubifragi).
Al Pozzo nella Parete Sbagliata LO 5648, abisso raggiunto due anni fa sulla parete del Sasso dei Carbonari, è stata proseguita l’esplorazione, resa piuttosto impegnativa dal lungo avvicinamento (circa 900m di dislivello dal campo tra sentieri, ferrata e calata terminale in parete) e dalle condizioni della grotta. La cavità infatti mostra strettoie selettive, meandri e pozzi bagnati. D’altro canto è molto interessante per via della posizione (è la cavità più importante del Sasso dei Carbonari – Sengg – Sasso Cavallo, che rappresentano anche il limite verso Sud del bacino del Grignone) e nello stesso tempo le morfologie interne presentano differenze dalle altre grotte note. Sono state discese diverse vie a pozzi, terminanti su strettoie ad una profondità massima di -203m. Al momento rimane una via ancora inesplorata, mentre al fondo è stato tralasciato il raggiungimento solo di alcune finestre che non sembrano particolarmente valide. Lo sviluppo complessivo della grotta si attesta intorno agli 800m.
A W Le Donne LO 1936 è stato tenuto un campo interno di più giorni ed è stata completata la risalita al Salone INGRIGNA, raggiungendo due finestre, che tuttavia proseguono a camino. Si è proceduto inoltre a sostituire alcune corde lesionate. Non è stato possibile visionare altre zone a causa della quantità d’acqua presente.
Al Pozzo nel Dito LO 1967 è stato portato avanti il disarmo da -720m a -600m e preparato il materiale per le successive fasi esplorative.
È proseguita l’esplorazione della 1815 LO, denominata Hard Rain a causa della cospicua presenza di materiale instabile sul pozzo di ingresso e delle auto-scariche che si sono generate durante la permanenza interna. È stato disceso l’ultimo tratto del pozzo di ingresso, stimato in 20-30m: in realtà erano 122m… Il pozzo dunque misura poco più di 190m, attestandosi come il pozzo più profondo della Grigna. Neve e ghiaccio sono presenti sino all’attuale limite esplorativo e il successivo salto, stimato in 50m, non sembra volere essere il termine della grotta.
Al Pozzo del Bambino LO 5377 è stata raggiunta una nuova via che con una bella forra e un pozzo terminale di 35m chiude un anello. La verifica degli ultimi punti di domanda non ha dato esito positivo e dunque si è completato il disarmo.
Nei giorni di “relax” è stata portata avanti la ricerca di nuovi ingressi e sono state identificate 6 nuove piccole cavità. Contemporaneamente è stata portata avanti la revisione di una quindicina di grotte già note, in particolare nella zona degli Zucchi del Nevaio e del Bregai, anche per completare le informazioni presenti a catasto.
Infine nell’ultimo giorno di campo due attività hanno portato ad interessanti scoperte. La grotta W Le Capre LO 5795 è stata resa accessibile durante il campo e poi è stato possibile scendere un successivo pozzo di 25m (ora la grotta è -60m). La notevole corrente d’aria e la vicinanza al Bogani fa sperare in un nuovo abisso.
La revisione della LO 1656, una dei numerosi pozzi a neve della Grigna, ha verificato l’abbassamento della neve rispetto alle precedenti esplorazioni. La grotta è ferma a -45m su pozzo e l’aria fa ben sperare.
Al campo hanno partecipato persone dei seguenti gruppi: G.G. Busto Arsizio, G.G. Milano, G.S. Le Grave, G.S. Leccese ‘Ndronico, G.S. Natura Esplora, G.S. Tivano, S.C. CAI Romano di Lombardia, S.C. Erba, S.C. Ribaldone, Speleologi indipendenti.
ps un grosso ringraziamento in particolare allo staff del Rifugio Bogani
Ciao
Andrea Maconi
INGRIGNA!