Intervento alla “Spiuga di Varalta” o “Buso del Luon” n. c. 1064 V-Vr – posizione:
N45°35’23,7” – E011°06’28,2” UTM 32T 6 64 328E – 50 50 595N – Q.ta 918 mt slm. – contrada Varalta – il Dosso, Comune di San Mauro di Saline (Verona), Monti Lessini.

Giornate “Puliamo il Buio 2008”:
– venerdì 26, sabato 27, domenica 28 settembre 2008 in concomitanza con “PIM 2008” e
quest’anno patrocinata dalla Commissione italiana per l’Anno internazionale del Pianeta Terra.
Coordinatore: Marco Casali (Gruppo Amici della Montagna – Verona).
Gruppi partecipanti: Gruppo Amici della Montagna; Gruppo Attività Speleologica Veronese; Gruppo
Grotte Falchi; Centro Ricerche Naturalistiche Monti Lessini; Gruppo Speleologico Montecchia; Unione
Speleologica Veronese; GsCAI Sezione Bosco Chiesanuova; C.N.S.A.S. VI^ Zona Veneto – Trentino Alto Adige, Stazione di Verona.
Il totale degli speleo coinvolti nelle operazioni di pulizia è stato di 38 presenze e il sabato 12 volontari di
Legambiente.
Descrizione della grotta e dell’operazione di pulizia.
La cavità è situata sul colmo di un’estesa collina (versante sx del vaio) è un inghiottitoio molto attivo, in caso di pioggia ha un solco che porta l’acqua piovana al suo interno. L’obiettivo principale è evitare che i rifiuti vadano ad inquinare le falde acquifere e rendere la grotta ancora praticabile alle future esplorazioni.
L’imbocco è abbastanza grande, circa 2 m x 2 e porta su un terrazzino di circa la stessa grandezza dopo un pozzo di 8 m, quasi a cielo aperto. Le pareti sono tutte frastagliate e non consentono armi stabili, per
scendere ci si deve assicurare agli alberi lì attorno.
Alla base del pozzo a sinistra c’è una finestra alta circa 130 cm e larga 150 cm ancora parzialmente intasata da rifiuti, da li parte un altro pozzetto di 9 m che porta nel salone finale. La sala terminale è molto grande (19 m di lunghezza per 12 m larghezza 15 m altezza). Dalla base del secondo pozzo parte uno scivolo detritico (conoide) di 15 m e alto circa 6 m, che diviene pianeggiante nella parte finale. Molto particolare è il soffitto del salone a chiazze marroni e intercalate da noduli di selce.
Per la scarsità di roccia integra non è stato possibile effettuare alcun armo sul 1° pozzo, quindi per effettuare il recupero esterno è stato posto sugli alberi sopra l’imboccatura della cavità, un ragno con un centro pozzo usando una carrucola da alto carico, dove scorre la corda che recupera i contenitori. Alla corda di recupero è stata agganciata una corda guida, che viene adoperata da un operatore posizionato sul terrazzino alla base del 1° pozzo, per distanziare il contenitore che sta salendo dalla roccia ed evitare distacchi di roccia improvvisi.

Come l’anno scorso abbiamo pulito man mano che si scendeva, quindi si è ripresa la pulizia dello scivolo
iniziale e del terrazzino abbassando il livello di calpestio di altri 2 metri.
Il finestrone che porta sul secondo tiro da 9 m, con i relativi rifiuti incastrati nel pozzo ha raggiunto, dopo quasi due giorni di duro lavoro, l’altezza originaria di 2 m (130 cm iniziali) ed ora è completamente libero da rifiuti.
Sul 1° terrazzino è presente un recupero indipendente per i contenitori provenienti dalla teleferica del salone finale, i quali vengono riempiti di rifiuti ed agganciati alla teleferica posta alla fine del salone e con un tiro di circa 25 metri vengono condotti all’attacco in alto sul 1° terrazzino, dove si trova il finestrone.
Questi contenitori sono recuperati con una corda che passa in una carrucola e poi in una mini traction
(bloccante) per un recupero sicuro.
Il contenitore arrivato in fine corsa sulla cima della teleferica, viene staccato e assicurato alla corda di
recupero esterna e quindi recuperato. L’operatore sul 1° terrazzino ha il compito, con una corda guida, di tenere distanziato il contenitore dalla roccia. Al recupero esterno ci sono 3 – 4 operatori che recuperano il contenitore, un altro operatore esterno ha il compito, con un’altra corda guida, di spostare il contenitore verso l’uscita e quindi di avvicinarlo e depositarlo in sicurezza a terra. Il bidone viene staccato dal paranco e i rifiuti recuperati sono svuotati in sacchi neri e portati sulla stradina appena sopra la grotta (distanza circa 10 m), per essere depositati sul rimorchio, che agganciato ad un trattore viene trasportato a valle e svuotato nel container.
Gli operatori interni ed esterni erano ridotti nei giorni di venerdì 26 e domenica 28 e quindi, i
parametri di sicurezza interni sono andati parzialmente elusi.
In questi 3 giorni sono stati recuperati 2000 kg di rifiuti, che sommati alla pulizia dello scorso anno
(3750 kg) danno un totale di 5750 kg.
50 anni di discarica abusiva!
Possiamo affermare che: “La grotta ora è pulita!”
I ringraziamenti più sentiti vanno:
– agli speleologi veronesi che hanno permesso col loro impegno, la pulizia completa di questa grotta,
preservando l’inquinamento delle falde acquifere e per renderla esplorabile anche alle generazioni future;
– al Comune di San Mauro di Saline, che ha supportato l’iniziativa fornendo:
– il container per il deposito e lo stoccaggio dei rifiuti;
– gli utensili per la raccolta e rimessa dei rifiuti (6 pale, 4 forconi, sacchi neri e 30
paia di guanti da lavoro);
– ai proprietari del fondo (Sig.ri Varalta) che sono stati molto disponibili permettendoci di adoperare il loro trattore e i 2 rimorchi per depositare l’immondizia e portarla al container a valle.
– al Parco Regionale della Lessinia che ha approvato un contributo per le spese vive dei materiali speleologici impiegati nelle 3 giornate di pulizia, la maggior parte dei quali, non potranno più essere utilizzati per il normale utilizzo speleologico;
– a Legambiente che ci ha devoluto 30 paia di guanti da lavoro e 40 filtranti facciali.
Marco Casali

In allegato, un pdf dell’intero docomento e le foto dell’intervento

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