Anche a Genova milioni di ossa umane nel Bastione dell’Acquasola documentate dalla maggiore emittente televisiva cinese, facciamo un tour virtuale negli ossari dell’Europa. Il tuo futuro è sottoterra!


Genova – La scorsa settimana, le ossa di migliaia di morti per la peste del 1600 sono tornati alla ribalta delle cronache, prima per la visita della rete televisiva CCTV – China Central Television che sta girando un documentario sulla peste in Europa, e poi in un articolo del Secolo XIX che ipotizza un possibile sfruttamento turistico.
Il turismo macabro è un filone molto in voga negli ultimi anni e molti tabù vengono abbattuti un pò ovunque: gli immensi ossari di Kutná Hora nella Repubblica Ceca, il Cimitero delle Fontanelle a Napoli, la Cripta dei Cappuccini di Via Veneto a Roma, le mummie di Ferentillo in Umbria, la Cripta dei cappuccini a Palermo. E’ tutto un fiorire di scheletri e cadaveri mummificati, e anche i genovesi puntano al turismo per i milioni di ossa accatastate una sull’altra nei sotterranei del bastione dell’Acquasola. In questo articolo vi porteremo in giro tra morti e ossa, fino all’ultimo saluto.

Le ossa gettate all’interno delle mura di Genova forse costituiscono una delle ultime macabre scoperte dell’esplorazione dei sotterranei, anche se il più delle volte si tratta di veri e propri cimiteri. Luoghi da brivido, in cui il gusto dell’orrido spinge turisti curiosi a vedere quello che l’animo umano rifugge: la morte. Mi mancano quelli di Genova, gli altri li ho visti personalmente durante le mie gite turistiche e le mie vacanze.

Genova il Bastione dell’Acquasola
Ci mancavano proprio le ossa abbandonate ad un destino infame, quelle di Genova, appartenute ai morti di peste del 1600. In quel periodo il problema non erano tanto le terapie intensive piene e il sistema sanitario al collasso. C’era un bisogno impellente, che era quello di smaltire migliaia di corpi dei morti della peste, e le autorità cittadine pensarono bene di gettarle all’interno dei bastioni delle mura della città.
Si tratta di un posto infimo, orribile, in cui si sono riversate le sorti di migliaia di persone, dimenticate, abbandonate, destinate all’oblio.
Tra le peggiori visioni da ammirare, in un tranquillizzante, “meglio a te che a me”.

Palermo la cripta dei Cappuccini
Una sorte migliore è toccata ai resti di molti morti di Palermo, conservati in bella vista nella Cripta dei Cappuccini, sono mummie e non scheletri.
A due passi dal meraviglioso Palazzo Reale, c’è un cimitero in uso fino a pochi decenni fa, dove pagando il biglietto si possono fare lunghe passeggiate tra i morti più o meno recenti, spesso appesi al muro come i pupi siciliani. Nella penombra dei sotterranei della Cripta dei Cappuccini, qualcuno ha disposto i morti secondo tipologia: alcuni corridoi lunghi un centinaio di metri sono adornati di corpi mummificati, diligentemente suddivisi in uomini, donne e religiosi. Il cadavere più famoso, è quello di una bambina incredibilmente conservata che sembra dormire, con bei riccioli biondi e le sopracciglia ancora intatte.
Tra i cimiteri che ho visitato, questo fa davvero impressione e non vedevo l’ora di uscire, con la sensazione che qualcuno di quelli appesi non fosse completamente morto, ancora con il vestito del funerale addosso.

Le mummie di Ferentillo (TR)
La visita alle mummie di Ferentillo, in Umbria, può essere abbinata ad un pomeriggio nell’adiacente falesia, dove sono state attrezzate numerose vie di arrampicata, da concludere in uno dei tanti ristoranti della Valnerina per degustare tartufo, maiale e formaggi di pecora.
Per chi proviene da Terni, dopo una decina di chilometri dalla stupenda Cascata delle Marmore, si raggiunge il caratteristico borgo di Ferentillo. Per trovare le mummie, è necessario recarsi nella frazione di Precetto, solo ad un centinaio di metri dalle falesie di arrampicata.
Qui due belle ragazze vi spiegheranno la storia delle mummie conservate nella piccola galleria, piccolina ma ricca di spunti suggestivi: c’è un impiccato riconoscibile perchè ha l’osso del collo rotto, alcuni morti di peste con i bubboni nerastri ancora visibili sulla pelle incartapecorita, un uomo altissimo, e una coppia di giapponesi, forse colti da Sorella Morte durante il viaggio di nozze.
Dietro alle mummie, si possono vedere cumuli di ossa accatastate una sull’altra.

Il Cimitero delle Fontanelle di Napoli
“Vedi Napoli e poi muori” come dice il celebre adagio. E’ stato il destino di qualche migliaio di persone, i cui resti sono stati accatastati in una cava di pietra poco fuori il centro storico di Napoli. Per arrivarci è necessario prendere l’autobus e uscire dai soliti circuiti puliti di Spaccanapoli, della Galleria Caracciolo o della moderna fermata della metropolitana di Toledo. Per arrivare al Cimitero delle Fontanelle si deve passare per forza nelle vie popolari di un quartiere abbastanza degradato, tra palazzoni, panni stesi, una piccola baraccopoli, mamme tatuate che portano tre bambini sullo scooter e qualche sorcio morto, ma nessuno ti dice niente, perchè i napoletani sono sempre cordiali, calorosi e accoglienti.
Dopo il brivido del malvivente, il brivido della morte è pronto ad avvolgerci.
Si scende all’interno di una cava di pietra, pavimento bello, croci, e cataste ordinate di teschi. Migliaia, centinaia di migliaia di teschi. Ossa lunghe, bacini, vertebre, mani e piedi, non si vedono. ci sono solo capocce.
Le capocce hanno dato il nome a questo luogo “delle fontanelle”. Le ossa furono sistemate qui in seguito ad eventi successivi, c’entra la peste sicuramente, ma anche lo smantellamento di un qualche cimitero.
nel corso del tempo, i napoletani hanno sviluppato un culto pietoso per queste povere teste, così, un pò per amorevole carità, un pò per farsi fare qualche favore dall’aldilà, gli abitanti hanno incominciato ad accudire una capoccetta. praticamente si prende un teschio, si toglie dalla catasta, e gli si costruisce un piccolo altare o un’urna, con tanto di fiorellini, luce votiva, candele, moccolotti, rosari, ex voto, santini, fotografie, crocifissi. In cambio di queste attenzioni, si chiede qualche aiuto: un posto di lavoro, una guarigione miracolosa, un innamoramento. Se funziona beme, altrimenti se il morto non fa il suo dovere, si prende la capoccia e si gira dall’altra parte, anche per indicare ad altri che non è funzionante, e si prende un’altra capoccetta.
La quantità di ossa accatastate in questo sotterraneo è davvero notevole.

L’Ossario di Sedlec a Kutná Hora in Repubblica Ceca
Ci possono essere molti motivi per una vacanza nella Repubblica Ceca: visitare le opere d’arte della bellissima città di Praga, oppure la birra del sabato sera nei pub della città di Praga, o fino a qualche decennio fa anche la disponibilità delle bellissime ragazze, che secondo la leggenda te la davano in cambio di un paio di calze di nylon. No, noi nella Repubblica Ceca ci andiamo per vedere le ossa dell’inredibile ossario di Sedec a Kutná Hora, ad un centinaio di chilometri dalle belle biondine di Praga. Qui, in una città famosa e dal ricco passato per le sue miniere d’argento, è possibile visitare un ossario del tutto particolare.
Nel corso degli anni, un guardiano del cimitero, non sapendo più come accatastare le ossa, annoiato dal fatto che non c’era anima viva con cui scambiare due chiacchiere, ha incominciato a realizzare drappeggi e altri oggetti ornamentali con le ossa dei morti. Non un semplice teschio con la candela sopra a mò di abajour, ma proprio eleganti lampadari, decorazioni raffinate, incastri degni della tana di Alien 2. Qui le ossa assumono un aspetto artistico, belle pulite, selezionate, con scapole, vertebre, bacini a formare deliziosi arabeschi. Le capocce invece sono accatastate in enormi cumuli.
Perchè ci sono tante ossa in sovrannumero qui? Perchè durante le crociate finanziate con l’argento della ricca città, i sovrani della Boemia hanno fatto trasportare qui svariati metri cubi di terra prelevata dalla Palestina. Non avendo più nulla da depredare si sono dovuti accontentare della “terra Santa” e l’idea di essere sotterrati in terra Santa è stata la fortuna di questo luogo.
Come nel film Frankenstein, che si è fatto portare a Londra la terra putrida del suo cimitero personale del castello per conservare l’immortalità, anche qui nobili di ogni parte d’Europa hanno voluto lasciare i propri resti sotto la Terra Santa. Poveri illusi! In centinaia d’anni, il cumulo di terra e ossa era cresciuto di svariati metri, e i beccamorti poco rispettosi hanno dovuto dissotterrare le migliaia di ossa, che ora rivivono in eleganti oggetti d’arredamento. Certo la loro ambizione non era quella di diventare un appendiabiti (il famoso omomorto).

La Cripta dei Cappuccini di Via Veneto a Roma
Per chi va a Praga solo per le bionde, la birra e il gozzoviglio, e non ha tempo per andare a vedere le decorazioni con le ossa, può vedere una cosa molto simile nella Cripta dei Cappuccini di Via veneto, a Roma, a due passi dall’hard Rock Cafè dove può prendersi comunque una birra, e nei pressi dell’Ambasciata Americana, dove di morti in giro per il mondo se ne intendono parecchio.
Nella Cripta dei Cappuccini di Roma vige un rispetto per le ossa che non ho visto negli altri luoghi. Qui non è possibile scattare fotografie e i religiosi che curano le visite sono molto attenti a non far insorgere desideri macabri nei visitatori. Qui c’è silenzio e il rispetto per i defunti, ma anche qui le ossa sono state diligentemente pulite e riassemblate per realizzare oggetti ornamentali, cornici, lampade.

Bene, dopo questo viaggio nel mondo infero, non ci resta che salutare il lettore con il beneaugurante motto degli speleologi di Forlì: “Il tuo futuro è sottoterra!” (a meno che qualcuno non ti riesuma per farci un portalampade in un ossario turistico)
Andrea Scatolini

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