Lo scorso 12 Marzo, quintali di materiali vari sono stati rimossi dalla Grotta di Bossea, all’interno della Riserva naturale omonima istituita dalla Regione Piemonte nel 2011.
È il risultato dell’iniziativa “Puliamo il buio”, che si è svolta domenica 12 marzo, all’interno della prima grotta turistica italiana.
Oltre quaranta volontari sono entrati nelle profondità della Val Corsaglia con l’obiettivo di portare all’esterno le vecchie installazioni del Laboratorio Carsologico non più utilizzate e l’attrezzatura lasciata in loco durante le esplorazioni e le frequentazioni speleologiche.
“La Grotta di Bossea – ricordano Bartolomeo Vigna e Patrizia Conte dell’AGSP – ospita uno dei più importanti laboratori sotterranei finalizzati allo studio del carsismo a livello europeo.
Questo complesso laboratorio è installato nella prima parte della cavità nel tratto non turistico, ed è costituito da strumentazioni molto sofisticate per studi idrogeologici, per il monitoraggio delle temperature dell’aria, della roccia e dell’acqua legato allo studio del cambiamento climatico e per la ricerca sulla radioattività naturale.
Tali ricerche sono condotte grazie al finanziamento del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino e del Laboratorio Carsologico di Bossea del CAI”.
Gli speleologi hanno trasportato fuori dalla cavità metri e metri di cavi e tubi.
Le vecchie passerelle sono state smontate, occultate alla vista, ma lasciate nel sito per l’abbondante presenza sul legname marcescente di animali troglobi, che costituiscono un importante elemento dell’habitat ipogeo.
A far da contrappeso alla fatica e allo sforzo è stata la passione e l’affiatamento di oltre quaranta speleologi provenienti da tutto il Piemonte, che hanno partecipato a questa giornata di “Puliamo il buio”.
La pulizia del sito speleologico, organizzata dalla Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi, si è svolta con la partecipazione di personale del Parco e il patrocinio della Società Speleologica Italiana, dell’Ente Aree protette Alpi Marittime, del Comune di Frabosa Soprana, dal Laboratorio Carsologico di Bossea e dall’Associazione Alto Corsaglia.