Progetto di studio sul rischio di istoplasmosi in speleologi italiani nelle grotte cubane
 
Introduzione
Histoplasma capsulatum è un fungo dimorfico che vive nel terreno ed in grado di provocare nell’uomo una malattia infettiva potenzialmente grave: l’istoplasmosi.
L’istoplasmosi riveste particolare interesse in ambito speleologico in quanto il fungo cresce agevolmente in grotta ed è stato responsabile di numerosi casi clinici di malattia, prevalentemente dopo frequentazione di grotte dell’America latina.
Sebbene ufficialmente non si ritenga che il fungo sia presente in Italia, esistono già documentate prove di ritrovamenti di H. capsulatum in Italia e di alcuni casi autoctoni di istoplasmosi.
Il fungo cresce particolarmente bene in suoli ricchi di laterite, meglio ancora se arricchiti di guano di chirotteri. Per questo motivo nelle grotte frequentate da chirotteri, la possibilità di riscontrare la presenza del fungo è più elevata.
Il fungo cresce bene tra 20 e 30°, prediligendo gli ambienti oscuri e con scarsa o nulla circolazione di aria.
Questo ambiente corrisponde molto bene a quello presente nelle grotte dell’America latina.
L’eventuale contatto con il fungo passa nella maggior parte dei casi, inosservato, potendosi sviluppare la malattia solo in una minoranza di casi, ed assumendo gravità clinica solo in caso di immunosopressione  del soggetto contagiato.
Nella minoranza dei casi in cui si sviluppa una sindrome clinica dovuta al contagio con il fungo, i sintomi sono di scarso rilievo e molto aspecifici, simulando una banale influenza.
La recente collaborazione tra la Società Speleologica Italiana (SSI) e la corrispondente società cubana (SEC), ha agevolato, incrementandole in misura significativa, le spedizioni di speleologi italiani nelle grotte cubane.
In seguito all’esplorazione di grotte cubane, sono di sempre maggior riscontro negli speleologi italiani di ritorno da Cuba, sintomi clinici suggestivi di possibile infezione da parte di H. capsulatum, con, talora, il riscontro di focolai broncopolmonari. Il sospetto di istoplasmosi in questa ategoria a rischio, è quindi elevato e ben fondato.
Appare quindi di estremo interesse uno studio sulla conversione sierologica degli speleologi di ritorno da Cuba, in merito alla presenza di anticorpi anti-istoplasma, nello scopo di delineare il rischio di contatto con il fungo. Tutto questo vista anche la difficoltà logistica di operare colture dei terreni campionati nelle grotte esplorate con la ricerca diretta del fungo.
La possibilità di conoscere il rischio di contatto con il fungo e l’eventuale distribuzione nelle varie grotte e regioni cubane, rappresenterebbe un utilissimo strumento per chi si accinge a spedizioni in territorio cubano, vista anche la possibilità di eseguire efficaci profilassi per i soggetti più a rischio di malattia.
 
Progetto di studio
 
Obiettivi
1. studio sulla sieroconversione di speleologi italiani dopo attività speleologica in territorio cubano.
2. mappatura di grotte cubane per la presenza di Histoplasma capsulatum in base alla sieroconversione degli speleologi.
 
Zone di lavoro
Territorio cubano di interesse speleologico.
 
Attività previste
punto 1. Ai soggetti in partenza per spedizioni speleologiche in territorio cubano verrà eseguito un prelievo di sangue prima di partire e un prelievo tra 15 e 30 giorni dopo il rientro. Nei casi che risultassero positivi al dosaggio degli anticorpi anti H. capsulatum al rientro, verranno analizzati i sieri prelevati prima della partenza, verificando qual è la percentuale di speleologi che dopo attività in grotta dimostra contatto con il fungo (sieroconversione).
Sono sufficienti 7 cc di sangue coagulato da inviare allo scrivente con corriere, in pacco normale (bene imballato, ma senza refrigerazione), avvisandomi prima, al mio indirizzo di lavoro o via e-mail.
 
Ai prelievi dovranno essere allegate una scheda personale per ogni partecipante, con dati anagrafici ed indirizzi, attività speleologiche svolte in passato, particolarmente in paesi tropicali indicando dove, quando, per quante ore di grotta e quanti giorni esterni (indicativamente). Inoltre quali grotte sono state frequentate a Cuba durante la spedizione e le ore indicative di permanenza in ogni grotta. Poi schede delle grotte frequentate, coordinate dell’ingresso o posizionamento su carta, temperature esterna e interna, quota dell’ingresso, pipistrelli o guano all’interno, idrologia e correnti d’aria.
 
punto 2. Lo scopo è disegnare una mappa delle grotte contaminate da H. capsulatum e delle grotte “verosimilmente” immuni dal fungo.
Bisogna indicare le coordinate dell’ingresso, il nome o comunque la posizione della grotta, la quota dell’ingresso, la vicinanza al mare, la temperatura esterna all’ingresso ed interna.
 
Partecipanti
Sono invitati a partecipare tutti coloro in procinto di partire per Cuba con programmi speleologici a qualunque titolo.
 
Periodo
Il periodo dello studio si prolungherà fino al raggiungimento di un numero di soggetti significativo per ottenere utilità epidemiologica e fino al campionamento di terreni di un elevato numero di grotte cubane.
 
Attività divulgative
E’ ipotizzabile la divulgazione dei risultati tramite messaggi in lista speleo (speleoit) e, in caso di significatività dei dati, tramite pubblicazioni scientifiche su riviste da definire.
 
Collaborazioni
E’ prevista la collaborazione con l’istituto di micologia dell’Università degli studi di Milano, presente presso l’ospedale Maggiore di Milano.
 
Bibliografia
Bregani ER, Figini G, Bacchiani G. L’infezione da Histoplasma capsulatum nel malato di AIDS. Giornale Italiano di Malattie Infettive 1998; 4; 339-343.
Bregani R. Istoplasmosi. Speleologia 1999;40;96-100.
Bregani ER, Tien TV, Figini G. L’istoplasmosi, una malattia non solo tropicale. Recenti Progressi in Medicina 2000 vol 91 n 7-8;396-401.
 
Articolo di Rino Bregani – Gruppo Grotte Milano

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