Notizia di Cristina Donati
Dante Vailati, speleologo, entomologo, disegnatore naturalista e scopritore di molte nuove specie, il 15 febbraio è stato insignito del “Premio della brescianità 2020” assegnato dall’Ateneo di Brescia, Accademia delle Scienze Lettere e Arti, in collaborazione con la Fondazione Civiltà Bresciana.
L’Ateneo di Brescia, Accademia delle Scienze Lettere e Arti, in collaborazione con la Fondazione Civiltà Bresciana, il 15 Febbraio scorso, ha assegnato il premio della Brescianità a Dante Vailati, speleologo, entomologo, disegnatore naturalista.
Il Premio, ideato nel 1977 dall’allora Sindaco di Brescia Bruno Boni e da Giuseppe Inselvini, è annualmente celebrato Il 15 febbraio con lo scopo di “individuare, incoraggiare, onorare i bresciani di origine e di elezione che, attraverso il lavoro, le iniziative e le opere, in tutti i settori della vita e in ogni categoria – conforme la concretezza e la forza del carattere – hanno dato lustro alla città di Brescia e di essa meritatamente per prestigio si sono resi ambasciatori in Italia e nel Mondo, nell’esercizio della promozione sociale i in pratica nella crescita civile”.
Nel corso di questa lunga e consolidata tradizione quest’anno i riconoscimenti sono andati, oltre che a Vailati, a Vanessa Ferrari, ginnasta campionessa mondiale nel 2006 e a padre Rosino Gibellini, teologo, editore, intellettuale capace di una visione mondiale.
Tre nomi che entrano a pieno diritto nella galleria del Premio della Brescianità, dando a essa ulteriore lustro, valore, significato.
Chi è Dante Vailati
Speleologo, entomologo, disegnatore naturalista, scopritore di moltissime specie nuove.
“Mi ritengo fortunato, perché nella vita ho fatto quello che mi piaceva”.
A 13 anni Dante Vailati ha cominciato a collezionare insetti.
Oggi, settantenne, vanta innumerevoli scoperte entomologiche, la pubblicazione di oltre 150 lavori, tra scientifici e divulgativi, sul mondo di coleotteri e sugli ambienti, le grotte, nei quali è possibile trovare gli animali di suo interesse.
Esseri minuscoli, ma di una varietà inesauribile: Vailati ha dedicato i suoi studi, a livello specialistico, a due famiglie di coleotteri, i Carabidi e i Cholevidi, che comprendono alcune migliaia di specie; lui stesso ha scoperto e attribuito un nome a centinaia di specie nuove.
Prima di dedicarsi interamente allo studio degli insetti, è venuta la scoperta delle grotte.
A partire dal 1965 Vailati ha condotto un’esplorazione capillare, accompagnata da rilievi topografici, delle cavità della provincia bresciana.
Le sue ricerche sono documentate in articoli scientifici pubblicati su “Natura bresciana” – periodico del Museo di scienze – e sul Bollettino del Gruppo Grotte Brescia “Corrado Allegretti”.
Dopo tre lustri di militanza in questo gruppo ha fondato, insieme ad altri soci, l’Associazione Speleologica Bresciana, nella quale continua tuttora a portare il proprio contributo.
Vailati non ha mai smesso di entrare nelle grotte per studiarle, ma col tempo si è concentrato soprattutto sui loro minuscoli abitatori: non “animali cavernicoli”, come un tempo erano chiamati, ma tanti nascosti nelle viscere delle montagne. “Troviamo questi insetti nelle grotte perché è li che noi riusciamo a entrare. Ma il loro vero habitat sono le micro fessure della roccia, e questo spiega come mai noi oggi possiamo trovarli anche in una galleria artificiale”.
Il suo lavoro di biospeleologo non si limita alla descrizione di ogni singola specie.
I coleotteri sono testimoni di una serie appassionante: la distribuzione geografica della specie, la loro biodiversità e la loro evoluzione sono spesso legate a vicende paleogeografiche e paleoclimatiche.
Studiandone le caratteristiche e la localizzazione si torna indietro di qualche milione di anni, attingendo informazioni sulle grandi variazioni climatiche a livello globale e sull’evoluzione del territorio, che hanno influenzato lo sviluppo di questi animali.
Decine di specie nuove sono tuttora in fase di studio, quindi per il momento inedite.
Dopo aver messo il coleottero sotto il microscopio, Vailati ne traccia un accurato disegno in scala nel quale l’animale, lungo non più di tre millimetri, viene ingrandito da 50 fino a 100 volte rispetto alla misura reale. In questa fase del lavoro il talento del disegnatore eguaglia quello dell’entomologo.
Nel 2009 alcune sue illustrazioni sono state esposte nella mostra “Disegnare gli insetti: un’arte e una scienza”, promossa a Roma dall’Università “La Sapienza”.
Andando a caccia di coleotteri, capita di imbattersi in molte specie nuove di vari gruppi animali. Vengono inviate ad altri specialisti che, ringraziando a modo loro, dedicano allo scopritore il nome specifico. Esiste allora in Grecia uno scorpione che si chiama Euscorpius vailatii, Laboulbenia vailatii è il nome di un fungo parassita microscopico che vive attaccato ai coleotteri, per fare solo alcuni esempi.
Se gli si domanda a quali scoperte è più affezionato, torna indietro ai primi ritrovamenti giovanili, nelle cavità del Monte Pizzocolo e del Dosso Alto. Ma ci tiene a ribadirlo: la sua ricerca prosegue.
Molto rimane da scoprire, e con urgenza: “Nel mondo, mediamente ogni anno sono descritte in campo entomologico circa 10-12 mila specie. Ma ogni anno quasi il doppio si estingue per mano dell’uomo, che ne distrugge gli ambienti di vita. E’ verosimile credere che oggi si conosca circa un decimo delle specie esistenti sul pianeta: il nostro lavoro è una corsa contro il tempo”.
Fonte e testo originale: Brocure di presentazione del Premio della Brescianità