Mille brocche, un sigillo regio e utensili antichi rinvenuti
Orvieto – Un tesoro medievale è stato scoperto nel pozzo di Campo della Fiera, a Orvieto.
La campagna di scavi condotta dall’Università di Foggia ha riportato alla luce circa mille brocche, un sigillo regio di Filippo IV il Bello e numerosi utensili antichi.
Le brocche, risalenti al XIII e al XVII secolo, sono state ritrovate in perfetto stato di conservazione.
Si tratta di un’eccezionale testimonianza della vita quotidiana di quei secoli.
Il sigillo regio, invece, è un reperto di grande valore storico.
Rappresenta il sovrano francese seduto in trono, fiancheggiato da due leoni.
La sua presenza nel pozzo è un mistero, ma si ipotizza che sia stato occultato dopo la morte di Filippo IV il Bello.
Tra gli altri reperti rinvenuti, spiccano una ciotola in legno, reperti faunistici e resti botanici.
Questi oggetti ci raccontano la vita quotidiana del convento di San Pietro in Vetere, che si trovava nei pressi del pozzo, e della comunità dei contadini della pieve.
L’indagine del pozzo, resa difficile dalla profondità e dalla presenza di sei metri di acqua, è stata possibile grazie al contributo degli speleologi A.S.S.O. di Roma.
I risultati della campagna di scavi saranno presentati a fine ottobre a Roma, presso la Fondazione Marco Besso.
La scoperta del pozzo di Orvieto è una notizia di grande importanza per la storia e la cultura italiana.
I ritrovamenti, infatti, offrono una testimonianza unica della vita quotidiana tra il XIII e il XVII secolo.
Le brocche, in particolare, sono un’eccezionale fonte di informazioni sulle abitudini alimentari, sulle pratiche commerciali e sull’artigianato dell’epoca.
Si tratta di brocche di varie forme e dimensioni, realizzate in diversi materiali, tra cui ceramica, vetro e metallo.
Il sigillo regio di Filippo IV il Bello è un reperto di grande valore storico.
Il sigillo, in bronzo, raffigura il sovrano seduto in trono, fiancheggiato da due leoni.
La sua presenza nel pozzo è un mistero, ma la sua rottura e l’occultamento sono probabilmente legati a eventi politici o religiosi dell’epoca.
I contributi di questa scoperta sono molteplici. Innanzitutto, fornisce una nuova prospettiva sulla storia di Orvieto e del suo territorio.
In secondo luogo, offre un contributo importante alla conoscenza della vita quotidiana in epoca medievale.
Infine, rappresenta un’occasione unica per studiare e valorizzare il patrimonio culturale italiano.