NUOVO RECORD NEL BUS DE LA GENZIANA: 100 METRI DI ACQUA NEL FONDO
I sensori delle sonde sono andati a fondoscala, a Dicembre Filippo Felici aveva trovato segni di piena quasi al Campo Base “Residence Sottomonte”, 120 metri sopra il livello base. Queste informazioni sono molto importanti per lo studio delle deformazioni della crosta terrestre ad opera del carico idraulico nei sistemi carsici.

di Barbara Radicio Grillo

Grafico del livello d'acqua registrato dalle sonde
Bus della Genziana - grafico della piena a fondo scala del 7 dicembre

Durante il recupero dei materiali di esplorazione del fondo del Bus de la Genziana in Pian Cansiglio avvenuto a Luglio 2021, sono state portate fuori le sonde multiparametriche installate sui due sifoni interni.
Una volta analizzati i dati, la grotta ha regalato il nuovo record di livello di acqua, mandando i sensori a fondo scala: il 7 dicembre 2020 è stato registrato il superamento dei 100 metri di aumento, oltre i quali la sonda non può misurare, confermando le osservazioni dirette fatte da Filippo Felici, che durante un giro dopo questo evento trovò segni di piena ai limiti del Campo Base “Residence Sottomonte”.

Una stima porterebbe quindi a dire che l’acqua si è alzata di 140 m per arrivare là.
E’ la prima volta che accade dopo 8 anni di monitoraggio della prima sonda dell’Università di Trieste, ed avviene in contemporanea alla volontà di smantellare tutto e chiudere i monitoraggi delle acque di fondo.

Tre anni fa, Matteo Cavanna, in esplorazione nei sifoni con Ivan Vicenzi, decise di installare altre due sonde per comparare i dati.
Quella posizionata sul sifone fangoso a qualche metro di quota più sopra del sifone pulito ha dimostrato di innescarsi con un ritardo anche di mezza giornata rispetto a quello sottostante. I sifoni si confermano essere pensili, con mescolamento di acque di base e di superficie.

E’ frequente vedere questi numeri nei monitoraggi dell’acquifero del Timavo, dove si possono raggiungere i 120 m.
Vederli qui, dopo che erano attesi per anni, è fonte di soddisfazione.

Il nuovo record va a integrare quello che si diceva in un precedente articolo su Scintilena, dove si parlava di un 90 m registrato in aprile 2019.
Queste informazioni sono molto importanti perché vanno ad avvalorare ipotesi e contribuiscono ulteriormente allo studio delle deformazioni della crosta terrestre per l’influenza del carico idraulico nel sistemi carsici.

In una montagna come il Cansiglio, che ospita strumentazioni geofisiche che registrano terremoti e movimenti lenti della crosta terrestre, è utile discriminare quello che è il segnale tettonico da quello che è il segnale idrologico, perché un conto è come si deforma la montagna quando piove, un altro è come si muove quando la placca spinge.

Conoscere le altezze delle acque aiuta a stimare le pressioni che subisce la massa rocciosa durante le piene.
Il valore di 100 m di livello record corrisponde ai giorni in cui sono piovuti 600 mm solo nella zona di Barcis, quantitativi che hanno effetti per molti mesi su tutta la montagna, come dimostrato già dallo studio sulle deformazioni indotte dall’alluvione del Livenza di fine ottobre 2010, dove si registrarono 520 mm di pioggia in tre giorni.

Possiamo approssimare il comportamento del Cansiglio ad un modello elastico di una rete di canali di drenaggio interdipendenti dominanti con direzioni preferenziali, in pratica tutto il sistema Cansiglio è una idrostruttura che respira, come quando soffi le pagine di un libro messo in verticale: quello che fa il tuo soffio lo fa l’acqua che circola dentro le fratture, faglie, condotte del massiccio carsificato… e passata la piena tutto poi torna come prima, la montagna si gonfia e sgonfia come una spugna.
Questo comportamento è comune in molti sistemi carsici con modalità e tempi che dipendono dalla geometria delle fratture, dal tipo di litologie, dalla tettonica locale e precipitazioni atmosferiche.

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