Una finestra sulla geologia del Colle di Perugia: la città sotterranea nella documentazione dell’archivio Rosati
Il Volume 16 della collana editoriale “Culture Territori e Linguaggi” dell’Università di Perugia presenta questa affascinante Perugia sotterranea, con immagini e relazioni inedite tratte dall’archivio personale di Enrico Rosati.
Il volume, intitolato “Una finestra sulla geologia del Colle di Perugia: la città sotterranea nella documentazione dell’archivio Rosati”, è scaricabile gratuitamente dal sito web della collana (http://www.ctl.unipg.it/issues/CTL_16.pdf).
Un tesoro nascosto sotto la città di Perugia è stato rivelato grazie alla documentazione tratta dall’archivio privato di Enrico Rosati, speleologo di grande esperienza e appassionato fotografo.
Questo archivio, messo a disposizione da Rosati stesso, contiene relazioni, disegni di rilievi e foto relativi all’attività esplorativa di alcune cavità artificiali del centro storico di Perugia, rappresentando così un importante contributo alla conoscenza del patrimonio ipogeo della città e una testimonianza dell’attività speleologica svolta in ambiente urbano nella Perugia degli anni ’70 e ’80.
L’attività esplorativa delle cavità artificiali di Perugia, svolta da Enrico Rosati insieme ad altri speleologi, per lo più appartenenti al Gruppo Speleologico CAI Perugia (GS CAI PG), è stata sistematica, accurata e volutamente documentata.
L’obiettivo era quello di costituire un elenco delle cavità artificiali, sul modello dell’elenco delle cavità naturali già strutturato nel Catasto Speleologico dell’Umbria, precorrendo l’attuale Catasto Nazionale delle Cavità Artificiali curato dalla Società Speleologica Italiana – Commissione Nazionale delle Cavità Artificiali (SSI – CNCA).
L’esplorazione di cunicoli, pozzi e cisterne richiede l’impiego delle tecniche di progressione speleologiche, fino alle difficili immersioni speleo-subacquee.
La documentazione fotografica di Enrico Rosati evidenzia in particolare l’evoluzione delle tecniche di progressione in ambienti verticali e lo storico passaggio dalle scalette alla sola corda, tecnica introdotta proprio tra gli anni ’70 e ’80.
Le cavità artificiali di un territorio rappresentano un vero e proprio patrimonio, non solo storico, sociale e antropologico, ma anche geologico.
In alcuni casi, queste cavità svolgono ancora la funzionalità per cui sono state create, come le opere di captazione delle acque sotterranee di falda o le gallerie di transito, oppure sono state recuperate e valorizzate turisticamente, consentendone l’accesso al pubblico.
Un esempio emblematico è il Pozzo Etrusco di Piazza Piccinino, aperto al pubblico grazie al contributo determinante del GS CAI PG. I visitatori che si avventurano in questo importante sito archeologico vivono un’esperienza emozionale e sensoriale unica, trovandosi improvvisamente sotto palazzi e piazze del centro storico, tra odori di umido, suoni d’acqua, architetture etrusche e gallerie anguste.
Sono le stesse emozioni che prova lo speleologo quando si addentra nel cuore della terra, spinto dalla curiosità e dal desiderio di conoscere.
Emozioni che si possono rivivere sfogliando l’archivio di Enrico Rosati.
Un’opportunità imperdibile per addentrarsi nella geologia urbana di Perugia e scoprire i segreti nascosti sotto la città.
Ricordo ancora, con molto interesse ,uno dei primi lavori sulle cavita’ artificiali (sull’esautore del lago Trasimeno) in Umbria presentato da Enrico con il G.S.CAI PG. con cui partecipo’ al convegno sul sottosuolo dei centri storici Umbri a Narni nel 1981segno evidente del suo qualificato ed intelligente modo di vedere la speleologia…