“Progetto Gessi e Solfi della Romagna Orientale” della FSRER.
Campo Solfi 6,7, 8 Dicembre 2014
…di uomini e di bestie …
Sabato 6 entriamo nella miniera di Perticara con strumenti ed autorespiratori per misurare la quota di falda nella Discenderia Ovest e cominciamo subito a parlare di bestie…
Ci accorgiamo immediatamente che la miniera è stata visitata da altre persone e fino a qui niente di strano, la miniera non è certamente di nostra esclusiva fruizione.
Personalmente non sono un cercatore e raccoglitore di minerali e reputo che sarebbe meglio preservare il delicato e fragile ambiente della miniera secondo quell’etica speleologica che recita: “prendi solo fotografie e lascia solo impronte…” ma capisco che altri possano pensare diversamente da me.
Dicevo delle bestie… percorriamo il Livello 0 e incontriamo l’opera dei cercatori anzi dei “raccoglioni”, nell’accezione peggiore del termine, lungo questa galleria la presenza di cristalli di zolfo è veramente minima: piccole spalmature, crepe con microscopici cristalli che luccicano solamente quando colpiti dai led oppure nella povera mente di alcuni. Per ogni dove carte unte, vaschette con resti di cibo, giornali vecchi, mozziconi di sigarette e macerie, non posso proprio definirle altrimenti, nel caos “naturale” della galleria spicca lo scempio inutile, assolutamente inutile, di queste bestie.
Proseguiamo, facciamo il nostro lavoro sicuramente banale, non porta a fantomatici guadagni, porta solo conoscenza e cultura del ricordo, cose senza senso.
Al ritorno raccattiamo tutto quello che riusciamo, troviamo persino lo scontrino del supermercato di Perticara con l’acquisto del cibo, sappiamo la data, l’ora e la provenienza: i giornali sono tutti di Parma, lo scontrino è del 4 dicembre 2014, ore 11 antimeridiane, pochi giorni fa. Perticara è un piccolo paese, gli stranieri spiccano, come nel West.
Ma non è finita, scendiamo al livello di falda lungo la Discenderia Fanante, per caso parlavo con un compagno della presenza di un ambiente, poco sopra al livello di falda, che doveva essere una “Pompa Somari”, ci accorgiamo di un odore particolare, un odore di stallatico, non sarà un fantasma olfattivo? Arriviamo all’acqua e la realtà si banalizza: c’è una montagna di “merda”, perché bisogna chiamarla col suo nome, spero sia la produzione di più persone data la quantità, altrimenti… c’è carta di giornale (sempre di Parma) sporca della deiezione umana, ovunque anche sull’acqua della galleria.
Ho la sensazione di un atto di spregio ma forse concedo un pensiero eccessivamente complesso alla mente che stava alcune spanne sopra la “merda”.
Sono veramente disgustato non credevo che nel 2014 ci fosse ancora tanta ignoranza, tanta ottusità mentale. Io sono affascinato dalla miniera di Perticara, sono consapevole che con l’occasione irripetibile del progetto “Gessi e Solfi” abbiamo l’opportunità di divenire suoi tutori, non custodi: non siamo noi a scegliere chi o cosa fare di Perticara ma siamo noi che dovremmo proteggerla da queste bestie.
Spero che questi raccoglioni si riconoscano in queste mie parole, non spero di cambiarli non c’è materia di lavoro, spero solo che siano consapevoli del mio disprezzo.
La sera di Sabato incontriamo un vecchio minatore di Perticara, al termine della piccola intervista, uno di noi gli offre un piccolo pezzetto di zolfo, raccattato nello scarto delle bestie, nell’accettare il dono l’anziano si commuove, lo chiama “Ambra” nome che i minatori a Perticara davano a qualcosa di “bello” e lo tratta come una preziosa reliquia, non per il suo valore intrinseco, vicino allo zero ma per la consapevolezza istintiva del suo valore culturale e di memoria.
Le differenze, al termine di questa giornata, stridono ma ci fanno pensare di essere probabilmente nel giusto.
Noi continueremo a fare il nostro lavoro, altri continueranno a fare il loro ma per me rimarranno delle bestie.
Glück Auf
giovanni belvederi