Studierà la grotta sulfurea più profonda dell’Albania , la Shpella Avulit
di Jo De Waele
È partita la spedizione scientifica e speleologica Avulit 2023 (31 marzo-7 aprile 2023), con il compito di studiare la grotta sulfurea più profonda dell’Albania, la Shpella Avulit, sui fianchi del Canyon di Holtas (Kabash, distretto di Gramsh, Albania centrale).
In questa zona, ormai da alcuni anni, sono state scoperte diverse grotte di chiara origine sulfurea da parte di una compagine speleologica guidata da Ivano Fabbri del Gruppo Speleologico Faentino e dalla guida albanese Etmond Cauli, e che ha visto coinvolto speleologi Emiliano-Romagnoli e Pugliesi. Nella Gola di Holtas, e presso la sua uscita dalla montagna carbonatica, sono presenti diverse fuoriuscite di acque termali e sulfuree, le quali hanno attirato appunto l’attenzione da parte degli speleologi.
L’anno scorso la Shpella Avulit è stata esplorata fino a circa 500 metri di profondità, dando accesso ad un dedalo di gallerie suborizzontali su vari livelli, il più profondo del quale ospita un torrente sulfureo.
L’elevata umidità dell’aria, le alte temperature (attorno ai 20°C) e la presenza delle acque sulfuree hanno creato un ambiente molto particolare, dai più svariati colori.
Un mondo in cui vivono comunità microbiologiche molto specializzate ed estremamente adattati all’ambiente ostile, a loro volta formando la base di una catena alimentare molto peculiare.
Caratteristiche che hanno spinto gli esploratori ad organizzare una vera e propria spedizione scientifica, con l’intento di gettare luce su questo mondo geochimico, geomicrobiologico e biologico.
Un team guidato da Jo De Waele del BIGEA dell’Università di Bologna e composto da biospeleologi e microbiologi, coadiuvati da geologi, geomorfologi, geochimici, fotografi e tecnici speleologici.
In questo progetto scientifico sono coinvolti scienziati internazionali, come la microbiologa Ana Zelia Miller del CSIC di Sevilla, la microbiologa Martina Cappelletti del FABIT dell’Università di Bologna, il biologo Teo Deli? del Dipartimento di Biologia dell’Università di Ljubljana, il geochimico Marjan Temovski dell’Istituto di Ricerca Nucleare dell’Academia delle Scienze dell’Ungheria di Budapest, il geochimico Adriano Fiorucci del DIATI del Politecnico di Torino, la mineraloga Cristina Carbone del DISTAV dell’Università di Genova, il geologo dottorando Claudio Pastore dell’ Istituto Svizzero di Speleologia e Carsismo (SISKA) di La Chaux-de-Fonds, i geologi Luca Pisani (dottorando all’Università di Bologna) e Alessandro Marraffa (studente magistrale all’Università di Padova), oltre a tanti speleologi del Gruppo Speleologico Faentino e del Gruppo Speleologico Martinese.
Una bella squadra che avrà 5 giorni per campionare, misurare, studiare e fare rilevamenti geologici e geomorfologici sia nella grotta che all’esterno. Le ricerche richiederanno di bivaccare sottoterra, a 400 metri di profondità, per diversi giorni, stando attenti a lasciare l’ambiente il più intatto possibile. La squadra ha tutto l’occorrente non solo per fare le misure e i rilevamenti, ma anche per portare via tutti i rifiuti (anche quelli umani) dalla grotta. Una bella sfida, ma con grandi aspettative e la certezza di avere il privilegio di studiare un ambiente unico.