Era il 10 gennaio del 1985. Sandro Pertini era il presidente della Repubblica, una tazzina di caffè costava 400 Lire e un litro di benzina 1.200. Nelle edicole compariva per la prima volta una rivista destinata ad entrare nella storia dell’ambientalismo italiano. Aveva una cornice tutta bianca, un cervo dalle corna giganti e le zampe affondate nella neve che si affacciava fiero dalla copertina e un nome che evocava luoghi esotici e lontani: Oasis.
Era una rivista nuova, che parlava degli animali, del mondo, dell’ecologia, dell’ambiente. Non eravamo ancora nell’epoca di Internet e soltanto grazie a giornali come Oasis, nelle case degli italiani iniziarono timidamente ad entrare – spesso per la prima volta – animali sconosciuti, paesi di cui neppure si conosceva il nome, popoli e culture di luoghi lontani. Grandi reportage, splendide immagini, che lentamente iniziarono a far nascere e crescere, tra i lettori, il desiderio di viaggiare e di scoprire il mondo, ma anche la consapevolezza dell’unicità e della fragilita del nostro pianeta.
Oasis nacque da una felice intuizione di Paolo Fioratti, subito colta dall’editore Sergio Musumeci, che trasformarono il sogno di pochi appassionati di fotografia e di storia naturale in una ormai longeva impresa editoriale che ha un posto nella storia dell’ambientalismo e delle Scienze in Italia.
Oasis ha parlato della vita sul Pianeta come nessun altro periodico italiano e pochissimi al mondo sono riusciti a fare: con monografie ampie, aggiornate, approfondite, scritte da specialisti dotati del raro dono di saper comunicare e appassionare i lettori, ha affrontato temi scottanti con il garbo e l’autorevolezza di chi non ha bisogno di gridare per farsi ascoltare, ha raccontato fatti della natura sconosciuti ai più.
Fisici e biologi, ambientalisti e antropologi, botanici e zoologi, economisti e imprenditori hanno affidato alle pagine della rivista il loro messaggio che è stato letto da migliaia di persone e oggi, grazie al web, viene ulteriormente diffuso e amplificato. Non c’è figura autorevole e competente che non abbia lasciato, nelle pagine della rivista, la testimonianza del proprio lavoro e delle proprie riflessioni. Questo ha reso Oasis non solo una splendida galleria di immagini, ma anche un solido strumento di progresso culturale e sensibilizzazione alla cultura dell’amore e del rispetto verso il Pianeta e tutti i viventi, uomini inclusi.
Da quel lontano mese di gennaio è passato tanto tempo. Sono cambiate molte cose, ma Oasis ha mantunuto intatta la sua identità e la sua unicità. Con gli anni, è diventata la più importante rivista italiana di natura e ambiente, a cui va riconosciuto il merito di aver avvicinato un’intera generazione di italiani al mondo degli animali e dell’ambientalismo.
La storia della rivista oggi ha tagliato un traguardo importante, con l’uscita il 28 settembre nelle edicole del numero 200. Un numero speciale, arricchito dalle firme più autorevoli della ricerca e della divulgazione, come Margherita Hack, Mario Tozzi, Danilo Mainardi e Folco Quilici, e le immagini dei più grandi maestri internazionali della fotografia naturalistica.
Come scrive nel suo editoriale il direttore scientifico, Francesco Petretti: «Oasis è un po’ come quegli organismi eternamente giovani e che hanno successo nella lotta della vita perché funzionano troppo bene per essere cambiati: non abbiamo avuto bisogno di imitare format di più largo consumo, ma destinati a snaturare lo stile del nostro prodotto editoriale, non abbiamo mai sentito il bisogno di rinunciare alla qualità delle immagini e della stampa anche se questa, ahimè, ha comportato costi crescenti e ha costretto la redazione e gli autori a stringere la cinghia. Oasis è ben voluta e apprezzata, e questo grazie ai suoi autori e ai suoi fotografi che girano il mondo, le foreste e le savane, i deserti e gli oceani, che hanno fatto del reportage attento e raffinato il loro stile di vita, grazie ai suoi redattori e ai suoi collaboratori che con competenza e passione fanno in tre il lavoro che normalmente verrebbe ripartito fra dieci persone, grazie all’editore che con un po’ di sana follia continua a sostenere la rivista e soprattutto grazie a voi, cari lettori, che da anni ci seguite con passione e amore e fate sentire ogni momento, attraverso le vostre critiche e i vostri suggerimenti, che considerate Oasis la vostra rivista.
Il futuro, è inutile nascondercelo, ci si presenta sempre a tinte fosche, sia sul piano della generale crisi ambientale, sia nel terreno più domestico della crisi economica che condiziona fortemente i consumi, anche quelli colti e intelligenti, ma noi andiamo avanti, per dare sempre più spazio alla incredibile mole di servizi, fotografie, articoli che aspettano di essere pubblicati. Noi ce la stiamo mettendo tutta e siamo sicuri che anche Voi sarete con noi per i prossimi 200 numeri!».