Uno Studio Rivela Dettagli Inediti sui Movimenti Magmatici e le Deformazioni Tettoniche

Un recente studio pubblicato su Geophysical Research Letters ha portato alla luce nuove informazioni sulla complessa struttura crostale del vulcano Etna, grazie all’uso di una metodologia innovativa di tomografia anisotropica delle onde P.

La ricerca, condotta da un team di scienziati tra cui R. Lo Bue, F. Rappisi, M. Firetto Carlino, E. Giampiccolo, O. Cocina, B. P. Vanderbeek e M. Faccenda, ha permesso di delineare l’intricata interazione tra tettonica e risalita magmatica.

Metodologia Innovativa

Tradizionalmente, gli studi sismici assumevano una crosta isotropica, ovvero con proprietà uniformi in tutte le direzioni.

Tuttavia, questo nuovo approccio considera l’anisotropia della crosta, rivelando come le proprietà varino a seconda della direzione. I modelli di anisotropia risultanti sono coerenti con le tendenze strutturali dell’Etna, svelando la profondità e l’estensione dei segmenti di faglia.

Scoperte Chiave

La tomografia ha identificato un volume ad alta velocità che si approfondisce verso nord-ovest, associato alle unità di avampaese in subduzione.

Queste unità sembrano confinare un’anomalia a bassa velocità, interpretata come la presenza di fluidi magmatici all’interno della crosta.

Una discontinuità, probabilmente di origine tettonica, influenza queste unità in subduzione, permettendo il trasferimento del magma dalle profondità alla superficie.

Implicazioni Geodinamiche

Questa configurazione strutturale potrebbe spiegare la presenza di un vulcano basaltico così attivo in un contesto geodinamico di collisione atipico.

L’Etna, infatti, rappresenta un caso unico di vulcano situato in una zona di collisione tra placche tettoniche, dove normalmente non ci si aspetterebbe una tale attività vulcanica.

Conclusioni

Lo studio rappresenta un passo avanti nella comprensione della dinamica interna dell’Etna, fornendo preziose informazioni sull’interazione tra deformazione tettonica e attività vulcanica.

Questi risultati non solo migliorano la conoscenza scientifica del vulcano, ma possono anche avere implicazioni pratiche per la previsione delle eruzioni e la gestione del rischio vulcanico nella regione.

La ricerca continua a esplorare ulteriormente queste dinamiche, con l’obiettivo di fornire un quadro sempre più dettagliato e accurato della struttura interna dell’Etna e dei processi che ne governano l’attività.

Fonte: https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2024GL108733