A dieci giorni dalla scoperta della nuova grande cavità sotto Trebiciano ad opera degli speleosub francesi, ecco un emozionante racconto di marco Restaino, uno dei fautori delle ricerche del corso sotterraneo del Fiume Timavo
Di Marco Restaino
“La salle se trouve”
Queste parole possono significare solo una cosa.
La caverna sotto la dolina Reka è stata finalmente raggiunta!
Situazione più unica che rara, visto che l’ambiente è stato raggiunto non inseguendo l’aria e scavando anni aprendosi la via, creando una nuova grotta, ma seguendo le acque del Fiume.
Lo speleosub Patrice Cabanel dopo un tortuoso percorso tra stanzette a pelo libero e piccole campane di aria, trova un passaggio più profondo rispetto la quota di ricerca.
Scende ad il livello più basso e prosegue in quella che scopre essere la condotta principale.
Direzione nord-nord ovest, tutto secondo i piani previsti…
Anche in questo caso, la galleria risale, e risale e ancora, risale.
Grandi massi si fanno sempre più fitti sul fondo della galleria sommersa.
Massi di crollo… buon presagio di ambienti aerei prossimi.
Nuovamente a quota “zero” e si riemerge…che sia l’ennesima campana d’aria?
Circa.
Le dimensioni sono più ampie.
Una sorta di lago, una galleria allagata, 10-15 metri larga e diverse decine di metri lunga.
Trovando questo ambiente più ampio rispetto ai precedenti, almeno si potrà dire che il sifone di uscita della grotta, è stato forzato, superato.
Si percorre il perimetro della nuova sala.
Dalla parte opposta di emersione, sembra ci sia qualcosa.
Ci sono dei momenti in cui il tempo si congela.
Sì entra in uno stato di vigile incoscienza,
in cui si è capito già tutto,
senza sapere cosa sta succedendo.
È il momento più bello.
È Il momento.
Soli, con se stessi, ma con il cuore pieno della speranza di tutti, di tutti i compagni di squadra, di tutti quelli che attendono al di là del sifone.
Sì è soli, ma è il momento di tutti.
Ci si avvicina con reverenza,
i movimenti sono lenti.
Un piccolo passaggio nero a pelo dell’acqua.
Quanto basta per far passare la testa, facendo restare il corpo in immersione.
Oltre.
L’infinito.
“OOOOOOHHH!!!….”
E dal buio la risposta giusta…
“oooooooooohhhhhh oooohhh”
La natura risponde all’urlo dell’uomo.
Man mano che si avanza nel grande lago oltre il piccolo passaggio, l’eco si mescola allo scroscio dell’acqua che riempie il silenzio della nuova caverna.
Per oggi va bene così.
Anzi, non bene; enormemente bene, enorme come quello che si è appena scoperto.
La cosa più bella dopo dopo la scoperta, è tornare indietro a dare la notizia.
Se si fa la scoperta del secolo, ma non si ha nessuno con cui gioire, manca qualcosa.
Siamo animali sociali, dobbiamo condividere.
La cosa che supera la gioia della scoperta, è condividere la scoperta.
Cosa avrà pensato Patrice nel tornare indietro, tra la nuova caverna, e tornare tra noi…
Duecentocinquanta metri di felicità, pensieri e sagole.
“La sala è trovata. Un’enorme sala. Sorrisi e sguardi, abbracci, voci strozzate e occhi lucidi.”
La sala è trovata.
Un’enorme sala.
Sorrisi e sguardi, abbracci, voci strozzate e occhi lucidi.
Sì va a dare la notizia agli altri sub, in sifone di entrata.
Siamo tutti lì, davanti al lago Timeus, dove nel 1953, Walter Maucci, fu precursore della speleologia subacquea.
Nello stesso istante, nello stesso luogo, sono palpabili passato e presente, uniti da un filo di arianna lungo 70 anni.
Colpo di scena, anche i sub in esplorazione al sifone di entrata hanno trovato una prosecuzione, esplorata nei giorni, per un centinaio di metri, scoprendo anche qui una nuova sala.
Bene, ci si prepara a risalire.
Non vedo l’ora di dare la notizia di persona, al mondo esterno!
Sì…. così speravo!
Invece una seconda squadra è pronta a tornare in acqua.
Ecco, ora so come si è sentito Patrice nella strada del ritorno dalla caverna a noi.
Un turbinio di emozioni, frenate dall’ impossibilità di bruciare i tempi e urlare subito al mondo che è finita….un ciclo si è chiuso.
E che uno nuovo, si apre.
Prima di iniziare la risalita, abbiamo aspettato ancora quasi due ore.
Quando tutti i sub sono fuori dall’acqua, ci carichiamo dei sacchi con le bombole da riempire, e in un’altra ora siamo alla luce del sole.
In botola ci aspetta Paolo Guglia , che ogni giorno attende le notizie, fa la conta e segna i nominativi delle persone, e resta in collegamento con il telefono che dall’esterno arriva sul fondo, anche per questione di sicurezza.
Attentamente trascrive ogni dettaglio di quanto relazionano i sub, ed elabora assieme a loro, la stesura dei rilievi.
Lui sapeva già della scoperta, e anche tutti l’avevano intuito.
In caverna lindner è stato installato quello che presumibilmente è il più profondo Wifi al mondo in grotta, e sui vari gruppi whatsapp, non ho per inciso detto nulla, ma i centinaia di pupazzetti inviati, la dicevano già lunga.
Due giorni dopo le esplorazioni della caverna hanno dato queste misure: 160 metri in lunghezza, 50 larghezza e 60 di altezza.
La nuova caverna per ora cela il passaggio verso la grotta Luftloch, con un altro nuovo lago.
Questa la prossima frontiera.
Un esercizio mentale fino giorni fa, di pura fantasia, cioè un complesso con due ingressi (Trebiciano e Luftloch) e un chilometro di fiume esplorato in subacquea che le collega, con la caverna appena scoperta a metà strada, potrebbe essere una realtà molto vicina.
Alla cena di conclusione, ho proposto un brindisi che voglio condividere con tutti voi.
“Un brindisi a chi attraverso l’acqua cerca i vuoti, e a chi attraverso i vuoti cerca l’acqua.
Ai percorsi che trovano un punto d’incontro nell’esplorazione e nelle amicizie”
Marco Restaino
In foto, la bozza della georeferenziazione della nuova caverna e della grotta di Trebiciano.
Il punto rosso in alto a sinistra è l’ingresso della grotta Luftloch.
La nuova caverna si sviluppa proprio sotto parte della dolina Reka.
Grafica: Paolo Guglia
Seguiranno altre documentazioni che pubblicheremo a breve sulla pagina facebook della Società Adriatica di Speleologia .