La missione che potrebbe rivoluzionare l’esplorazione subglaciale di Europa, Encelado e Titano

La NASA sta lavorando su un progetto che potrebbe cambiare il modo in cui esploriamo i mondi oceanici alieni come Europa, Encelado e Titano, e rispondere alla domanda che ha affascinato l’umanità per anni: siamo soli nell’universo?

La missione SWIM (Sensing with Independent Micro-swimmers) prevede l’utilizzo di decine di micro-robot stampati in 3D, dotati di sensori, in grado di nuotare autonomamente nell’oceano alieno e raccogliere campioni di acqua e misurare le proprietà dell’acqua, i fattori di abitabilità e i potenziali biomarcatori.

Questa innovativa tecnologia permetterebbe di comprendere meglio la composizione e l’abitabilità dell’oceano alieno.

Il progetto prevede la possibilità di schierare i micro-robot singolarmente o come sciame da una madre nave robotica. Grazie a queste capacità, gli scienziati potranno acquisire informazioni preziose sulla vita extraterrestre e capire se esiste la possibilità di una forma di vita aliena negli oceani di questi mondi lontani.

Il progetto SWIM rappresenta un passo fondamentale per l’esplorazione di mondi lontani e la ricerca di vita extraterrestre, aprendo nuove strade per l’umanità nell’universo.

I dettagli del progetto

Un esercito di piccoli robot somiglianti a cellulari potrebbe presto esplorare gli oceani di lune come Europa di Giove o Encelado di Saturno alla ricerca di segni di vita aliena.

Il progetto, chiamato Sensing With Independent Micro-Swimmers (SWIM), è stato sviluppato da Ethan Schaler, ingegnere meccanico robotico presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA in California del Sud, e recentemente ha ricevuto 600.000 dollari dall’Advanced Concepts program della NASA per la fase due del finanziamento.

I mini-robot di Schaler sarebbero molto più piccoli rispetto ad altri robot già in uso per l’esplorazione oceanica planetaria, il che consentirebbe di inserirne molti in un’unica sonda di ghiaccio.

Questo aumenterebbe la portata scientifica della sonda e potrebbe aumentare la probabilità di rilevare prove di vita mentre si valuta l’abitabilità su un corpo celeste oceanico distante.

Gli SWIM sarebbero lanciati sott’acqua, nuotando lontano dalla loro nave madre per prendere le misure di un nuovo mondo. Ogni robot sarebbe lungo circa 12 centimetri, e 4 dozzine di questi potrebbero essere inseriti in una sezione di 10 cm di diametro di una sonda di ghiaccio lunga 25 cm, occupando solo il 15% del volume di carico utile scientifico.

I robot si muoverebbero attraverso l’acqua formando uno sciame, proprio come fanno i pesci o gli uccelli.

Ciò consentirebbe di ridurre gli errori nei dati attraverso le loro misurazioni sovrapposte. I dati del gruppo potrebbero anche mostrare gradienti di temperatura o salinità che aumentano attraverso i sensori collettivi dello sciame, puntando verso la fonte del segnale che stanno rilevando.

Il robot avrebbe inoltre un proprio sistema di propulsione, un computer di bordo e un sistema di comunicazione ad ultrasuoni, insieme a sensori per la temperatura, la salinità, l’acidità e la pressione.

Il progetto SWIM è ancora in fase di sviluppo e non fa ancora parte di alcuna missione NASA, ma i ricercatori stanno lavorando per migliorare la tecnologia dei robot e testarne i prototipi stampati in 3D nei prossimi due anni.

Il progetto SWIM rappresenta un’opportunità per l’esplorazione dei mondi oceanici distanti e la ricerca di vita extraterrestre, aprendo nuove strade per l’umanità nell’universo.

Fonte: https://www.nasa.gov/feature/jpl/swarm-of-tiny-swimming-robots-could-look-for-life-on-distant-worlds/