Sabato è iniziata quella che si può definire “la ricerca della memoria storica” dell’UTEC NARNI.
Dall’altra parte della valle del Nera una montagna modesta, il Monte Santa Croce, la fa ancora da padrone. La fitta vegetazione, la mancanza di strade, sentieri che si richiudono, scarso interesse degli abitanti fanno si che una escursione lungo le ripide scarpate della Valle del Nera si trasformano in una giornata tra la Jungla.
Con questo atteggiamento siamo ritornati, armati di GPS, sulle orme dei vecchi soci, alla ricerca degli ingressi riportati sia sul Catasto Regionale che su alcune cartine compilate tra il 1979 e il 1984.
Il taglio di vaste zone di bosco ha causato la crescita di una vegetazione bassa ma fittissima, così tra rovi e stracciabraghe abbiamo raggiunto ancora una volta la Grotta dello Svizzero, la Grotta Celeste e la Grotta dei Veli, fissandone le coordinate con il GPS, una volta per tutte, in modo che quelli che verranno dopo di noi sapranno almeno con certezza dove farsi la strada per raggiungerle. Purtroppo non abbiamo ritrovato la Grotta degli Archi, il cui accatastamento risulta abbastanza impreciso, così come mancano ancora all’appello due miniere che si aprono all’interno del Fosso del Fondo dei Frati.
La fortuna comunque ci ha aiutato e abbiamo potuto rilevare una miniera che non conoscevamo, che chiameremo “Grotta della Miniera Perduta”, abbiato ritrovato anche la “Fornace”, così come è stato possibile fotografare i resti imponenti delle fortificazioni di Montoro Vecchio e individuare il luogo in cui sorgeva la chiesa della Madonna dei Monti.

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