Uno studio italiano rivela la presenza di microplastiche lungo i percorsi turistici nelle grotte più famose del mondo

È stato reso disponibile in open access un articolo scientifico pubblicato su Journal of Environmental Management, Elsevier, che affronta il problema delle microplastiche nelle grotte turistiche.

Lo studio, condotto da Valentina Balestra e Rossana Bellopede del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino, fornisce un’analisi approfondita della presenza di microplastiche all’interno delle grotte turistiche italiane.

Le grotte, considerate uno dei patrimoni geologici più importanti al mondo, ospitano spettacolari formazioni di stalattiti e stalagmiti, e sono anche preziosi ecosistemi che custodiscono importanti riserve di acqua potabile.

Lo studio rivela che queste grotte sono minacciate dalla presenza di microplastiche, un tipo di inquinamento ancora poco conosciuto in ambienti sotterranei e carsici.

Attraverso l’uso di un metodo migliorato di separazione delle microplastiche, gli studiosi hanno investigato i depositi di diverse grotte turistiche italiane, rivelando la presenza di queste particelle in sedimenti lungo i percorsi turistici.

In particolare, è emerso che la quantità di microplastiche è maggiore lungo i percorsi frequentati dai visitatori, con una media di 4300 oggetti per chilogrammo, rispetto alle aree più remote delle grotte, dove la media si attesta a 2570 oggetti per chilogrammo.

Le microplastiche di dimensioni inferiori a 1 mm dominano i campioni analizzati, e la quantità aumenta al diminuire delle dimensioni considerate.

Le microplastiche di forma fibrosa sono quelle più comuni, e il 74% delle particelle risulta fluorescente alla luce ultravioletta.

I campioni analizzati contengono principalmente poliestere e poliolefine.

Questi risultati evidenziano la presenza di microplastiche nelle grotte turistiche italiane, offrendo utili informazioni per valutare i rischi che queste particelle rappresentano per l’ambiente delle grotte e sottolineando l’importanza del monitoraggio degli inquinanti negli ambienti sotterranei.

Lo studio fornisce inoltre spunti per definire strategie di conservazione e gestione delle grotte e delle risorse naturali.

Per ulteriori dettagli e per scaricare gratuitamente l’articolo completo, è possibile visitare il seguente link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0301479723009775?via%3Dihub

Nella foto di Valentina Balestra, le Grotte di Toirano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *