La ricercatrice Carol Hill ha illustrato i risultati dei suoi studi sulle formazioni carsiche di due aree degli Stati Uniti durante un seminario presso il New Mexico Tech

Le grotte freatiche delle Guadalupe Mountains del New Mexico e quelle del Grand Canyon dell’Arizona hanno una cosa in comune: sono entrambe di origine Ipogenica.

Questo significa che l’acido che ha dissolto queste grotte non proveniva da sopra (la superficie; epigena), ma da sotto (ipogena).

In entrambi i casi la fonte di H2S era dagli idrocarburi nel sottosuolo: nel caso delle Guadalupe, dagli idrocarburi nel vicino bacino del Delaware, e nel caso del Grand Canyon, dalla formazione pre-cambriana di Chuar.

In epoche precedenti, queste stesse fonti di H2S per ciascuna regione, hanno causato il deposito di minerali in trappole strutturali e stratigrafiche: nelle Guadalupe, i minerali di tipo Mississippi Valley (MVT) situati direttamente sotto le anticlinali e la sabbia di Yates; e nel Grand Canyon, i minerali di rame-uranio all’interno dei tubi di breccia, dove le fessure principali erano vie per l’ascensione del gas nel membro di Mooney Falls della calcarea di Redwall.

Questo è il riassunto della presentazione che Carol Hill, ricercatrice presso l’Università del New Mexico, ha tenuto il 16 novembre scorso agli studenti del New Mexico Tech a Socorro, New Mexico, nell’ambito della serie di seminari sulle grotte e il carsismo organizzata dall’istituto.

Hill ha condiviso con il pubblico i risultati dei suoi lavori sul Grand Canyon e sulle grotte delle Guadalupe, tra cui le famose Carlsbad Caverns.

La presentazione di Hill si inserisce in un contesto di crescente interesse per lo studio delle grotte ipogene, che rappresentano una sfida per la comprensione dei processi geologici e chimici che le hanno generate.

Le grotte ipogeniche sono infatti diverse dalle grotte epigeniche , che si formano per l’azione dell’acqua piovana che si acidifica a contatto con l’anidride carbonica dell’atmosfera e del suolo.

Le grotte ipogeniche, invece, si formano per l’azione di acque profonde che si acidificano a contatto con gas solforati provenienti da fonti sotterranee.

Queste acque risalgono verso la superficie attraverso fratture e fessure, dissolvendo la roccia calcarea e creando cavità di varie dimensioni e forme.

Le grotte ipogene sono importanti non solo per la loro bellezza e il loro valore turistico, ma anche per la loro rilevanza scientifica.

Esse infatti conservano tracce di antichi ambienti e climi, di eventi geologici e biologici, e di risorse minerarie e idriche.

Lo studio delle grotte ipogeniche può quindi contribuire a ricostruire la storia della Terra e a gestire in modo sostenibile le sue risorse.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *