Sulle tracce dei fossili: l’eredità di Leonardo nel Codice Leicester
Leonardo da Vinci, figura emblematica del Rinascimento, è noto per le sue opere d’arte e i suoi studi multidisciplinari.
Tuttavia, un aspetto meno celebrato del suo genio riguarda il suo contributo alla paleontologia.
Nel Codice Leicester, Leonardo ha descritto con meticolosità il processo di formazione dei fossili, anticipando concetti che solo secoli dopo sarebbero stati formalizzati dalla scienza moderna.
“Sotto le pieghe della terra […] all’interno delle pietre si trovano resti rari e ben conservati di conchiglie,” scriveva Leonardo, osservando come il fango si trasformasse in pietra, intrappolando al suo interno forme di vita marine.
Questa osservazione lo portò a riconoscere l’origine organica dei resti fossili, un’intuizione rivoluzionaria per l’epoca.
Durante il suo soggiorno a Milano, mentre lavorava alla statua equestre di Francesco Sforza, Leonardo ebbe l’opportunità di esaminare conchiglie fossili raccolte nella Val d’Arda.
Le sue annotazioni nel Codice Leicester rivelano una curiosità scientifica e un’attenzione al dettaglio che lo distinguono come uno dei primi a comprendere la natura dei fossili.
La sua passione per la geologia lo portò anche a visitare la Grotta di Fiumelatte, vicino a Varenna, dove si dice abbia condotto alcune delle sue osservazioni¹.
‘E tirato dalla mia bramosa voglia, vago di vedere la gran commistione delle varie e strane forme fatte dalla artifiziosa natura, raggiratomi alquanto in fra gli ombrosi scogli, pervenni all’entrata d’una gran caverna, dinanzi alla quale restando alquanto stupefatto e ignorante di tal cosa, piegato le mie rene in arco, e ferma la stanca mano sopra il ginocchio, colla destra mi feci tenebra alle abbassate e chiuse ciglia. E spesso piegandomi in qua e in là per vedere dentro vi discernessi alcuna cosa, questo vietatomi per la grande oscurità, che là entro era, e stato alquanto, subito si destarono in me due cose: paura e desiderio; paura per la minacciosa oscura spelonca, desiderio per verdere se là entro fussi alcuna miracolosa cosa.’ — Leonardo Da Vinci
La grotta, nota fin dall’antichità, è stata esplorata e studiata da vari speleologi nel corso degli anni, ma il nome di Leonardo rimane legato a questo sito per la sua precoce intuizione geologica.
Inoltre, Leonardo non si limitò alla teoria; procedette anche a disegnare i fossili che osservava, come dimostra il suo disegno di Paleodictyon, un reticolo fossile che ancora oggi affascina gli scienziati per la sua struttura geometrica e la sua possibile funzione ecologica.
La Società Paleontologica Italiana riconosce in Leonardo da Vinci un precursore della paleontologia, un uomo che con la sua visione ha aperto la strada alla comprensione dei segreti sepolti nel tempo.
La sua eredità continua a ispirare ricercatori e appassionati, dimostrando che la sua curiosità e il suo metodo investigativo sono senza tempo.
¹: Per approfondire la storia esplorativa della Grotta di Fiumelatte e il legame con Leonardo da Vinci, visitare il sito Scintilena.
(1) Grotta di Fiumelatte – Scintilena. https://www.scintilena.com/speleoit/atlas/lombardia/fiumelatte.html.
(2) VEDERE NEL SOTTOSUOLO: IL GEORADAR TRIDIMENSIONALE PER … – Scintilena. https://www.scintilena.com/vedere-nel-sottosuolo-il-georadar-tridimensionale-per-scavi-intelligenti-e-sicuri/10/13/.
Ispirato dal post su Facebook della Società Paleontologica Italiana: https://www.facebook.com/share/p/WrDwUQSC7Zxf85yr/?mibextid=WC7FNe