I biospeleologi mi crocifiggeranno e si strapperanno i capelli e piangeranno leggendo in questo articolo tutta la mia semplicistica ignoranza in materia, fatevene una ragione: lo speleologo medio sa poco e niente di bestie cavernicole.

Secondo una ricerca della New York University fatta in Messico in 4 grotte, le popolazioni di pesci troglobi (adattati totalmente a vivere in grotta) e perciò ciechi, possono evolversi di nuovo verso esemplari in grado di vedere.
I ricercatori hanno studiato 4 specie di pesci, adattate in grotta da più di un milione di anni.

Piccola disgressione per i non speleologi: 20 anni fa, quando feci il corso di speleologia di primo livello, mi spiegarono che gli animali che possiamo trovare nelle grotte possono essere suddivisi più o meno in tre grandi gruppi, con il criterio dell’adattamento alla grotta.

Evito termini tecnici perchè ho sempre fatto tanta confusione… (troglosseni, troglofili e troglobi)
Sostanzialmente i troglosseni sono capitati in grotta quasi per sbaglio e per quanto uno speleologo cerca di passare più tempo possibile in grotta, non verrà mai comunque classificato neanche come troglosseno.
I troglofili hanno una particolare predilezione per gli ambienti ipogei, per le grotte, passano periodi della loro vita in grotta, ma comunque “fanno la spola” tra l’interno e l’esterno.
I troglobi invece stanno solo in grotta, ci stanno talmente bene che non escono neanche il giorno di Pasquetta, anzi, sono peggio di quelli del Grande Fratello, loro dalla “casa” non possono proprio uscire perchè rischierebbero di morire non avendo più le condizioni di vita ottimali al di fuori della grotta.

In sostanza, un animale, diciamocelo, non è fatto per vivere in grotta (parlando di grotte profonde). Succede però che quando le condizioni ambientali cambiano all’esterno, alcuni animali possono trovare nella grotta un ambiente meno ostile di quello esterno. Con il tempo e secondo le proprie caratteristiche, succede che certi animali non riescono più a fare a meno di vivere in grotta perchè generazione dopo generazione l’evoluzione li ha portati ad una specializzazione tale che possono vivere solo in grotta. Specializzazioni estreme, isolamento di un gruppo di animali, portano alla diversificazione, sia dagli stessi tipi di animale rimasti a vivere all’esterno, ma anche da quelli che sono entrati in altre grotte. Con un solo milione di anni di isolamento un gruppo di animali si ritrova ad essere una specie a se stante, con un corredo genetico diverso da specie molto simili che vivono in altre grotte.
Una particolarità di questa specializzazione in un luogo completamente buio è la perdita del senso della vista. Quando la vista non serve, l’evoluzione non favorisce più gli individui che ci vedono bene, ma magari da maggiori chance a quello che ha il senso del tatto, o dell’olfatto più sviluppato. In questo modo il senso della vista viene ad “atrofizzarsi” per scomparire completamente.

I ricercatori americani in questo caso hanno preso 4 specie diverse, di pesci completamente ciechi, dove cioè gli organi visivi non vengono mai sviluppati nel corso della loro vita e tanto meno allo stato embrionale, e hanno “rimescolato” i geni, probabilmente facendoli riaccoppiare tra specie diverse (ma sempre molto simili tra loro) e creando degli ibridi. Incredibilmente, tra gli ibridi c’è un parziale recupero degli organi visivi risultando sensibili alla luce.
La notizia, in inglese, è stata pubblicata su Sciencedaily

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