Mentre tutti se ne stanno inebetiti a guardare le 18 bare di italiani morti nella guerra in Iraq, appena ripresi dalla minaccia di togliere un crocifisso dal muro di un’aula abruzzese (ai miei tempi lo togliemmo sostituendolo con un gentile “torno subito”), quasi felici per quei minatori scampati al pericolo in una miniera, mentre siamo tutti indaffarati nelle vicende più teoriche e nazional popolari, ecco che da dietro, proprio sotto l’osso sacro, avvertiamo un leggero bruciore:

1) E’ passata la finanziaria;

2) sulle zone colpite da incendio si potrà costruire;

3) Il governo ha trovato il posto più sfigato d’Italia, in Basilicata, la regione più povera, e un paesetto, Scanzano Ionico, di 7000 abitanti, forse gli anziani rimasti e mai emigrati, per costruirci quell’idea malsana del megadeposito atomico, 55 tonnellate di scorie (o 55 mila tonnellate? Bhooo) da mettere sottoterra (naturalmente);


A Scanzano protestano, ma questo è il prezzo di essere poveri: nessuno ti caca, specialmente se c’è la fortuna di avere in concomitanza questi eventi di risonanza assoluta.

Complimenti al Governo che invece di preoccuparsi di quelli che sono rimasti in Iraq hanno pensato bene di eleggere Scansano Ionico il peggior posto d’Italia.

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