La Teoria della Terra Cava non è solo una speculazione scientifica o una fantasia letteraria, ma anche una fonte di ispirazione per molte leggende e tradizioni che parlano di mondi nascosti sotto la superficie terrestre.
Queste leggende e tradizioni sono presenti in diverse culture e epoche, e mostrano una sorprendente somiglianza tra loro, suggerendo una possibile origine comune o una trasmissione culturale.
In questa sezione, esploreremo alcune delle più note e suggestive leggende che parlano di mondi nascosti sotto la superficie terrestre, popolati da esseri fantastici, divini o demoniaci, e che spesso rappresentano una metafora di un paradiso perduto o di un inferno temuto.
Una delle più antiche e diffuse tradizioni sui regni sotterranei è quella celtica, che narra di un mondo chiamato Annwn, o Tir na nOg, il paese della giovinezza eterna.
Si tratta di un luogo incantato, dove il tempo non scorre e dove regnano la pace e l’abbondanza. Gli abitanti di questo mondo sono gli dei, gli spiriti e le fate, che a volte si mostrano agli uomini e li invitano a seguirli nel loro regno.
Tuttavia, chi accetta di andare con loro deve fare attenzione a non infrangere le loro regole, altrimenti rischia di perdere per sempre la possibilità di tornare nel mondo reale.
Un esempio di questa leggenda è il racconto di Oisin, il figlio del famoso eroe irlandese Finn Mac Cumhaill, che si innamora di una fata di nome Niamh e la segue nel Tir na nOg, dove vive felice per trecento anni.
Ma quando sente la nostalgia della sua terra, decide di tornare a visitare i suoi amici e parenti. Niamh gli presta il suo cavallo magico e gli raccomanda di non scendere mai da esso, altrimenti sarebbe invecchiato improvvisamente.
Oisin segue il suo consiglio, ma quando arriva in Irlanda scopre che tutto è cambiato e che i suoi cari sono morti da tempo.
Mentre cerca di aiutare un uomo a sollevare una pietra, cade accidentalmente dal cavallo e si trasforma in un vecchio decrepito. Il cavallo ritorna da Niamh, mentre Oisin muore di dolore.
Un’altra tradizione molto diffusa sui regni sotterranei è quella greca, che descrive il mondo degli inferi, o Ade, come il luogo dove vanno le anime dei morti.
Si tratta di un regno oscuro e triste, governato dal dio Ade e dalla sua sposa Persefone, che fu rapita dal mondo superiore mentre coglieva dei fiori.
Per entrare nell’Ade, le anime devono attraversare il fiume Stige, dove le attende il traghettatore Caronte, che richiede un obolo come pagamento.
Se le anime non hanno l’obolo, devono vagare per cento anni sulle rive del fiume, senza poter riposare.
Una volta giunte nell’Ade, le anime devono sottoporsi al giudizio dei tre giudici: Minosse, Eaco e Radamanto, che decidono il loro destino in base alle loro azioni in vita.
Le anime virtuose vanno nei Campi Elisi, un luogo di beatitudine e serenità, mentre quelle malvagie vanno nel Tartaro, un luogo di tormento e sofferenza, dove subiscono le pene inflitte da mostri e divinità crudeli.
Un esempio di questa tradizione è il racconto di Eracle, l’eroe greco famoso per le sue dodici fatiche, che dovette scendere nell’Ade per catturare il cane a tre teste Cerbero, il guardiano del regno dei morti.
Eracle riuscì nell’impresa, dopo aver ottenuto il permesso di Ade, ma dovette affrontare molte difficoltà e pericoli, come il drago Ladone, le Erinni, il gigante Tizio e il centauro Nesso.
Un’altra tradizione molto interessante sui regni sotterranei è quella orientale, che parla di un mondo chiamato Agartha, o Shambhala, il centro mistico della Terra.
Si tratta di un luogo sacro, dove si conserva la saggezza e la conoscenza di civiltà antiche e scomparse, come Atlantide, Mu o Lemuria.
Gli abitanti di questo mondo sono esseri evoluti e illuminati, che vivono in armonia con la natura e con le leggi universali.
Essi sono i custodi di un potere spirituale e di una tecnologia avanzata, che usano per aiutare l’umanità a progredire e a superare le sue crisi.
Tuttavia, l’accesso a questo mondo è riservato solo a pochi eletti, che devono dimostrare di avere una purezza di cuore e una volontà di servizio.
L’Agartha è una delle leggende più diffuse e più antiche, il regno sotterraneo che si troverebbe al centro della Terra, e che sarebbe abitato da una civiltà umana evoluta, guidata da un sovrano chiamato il Re del Mondo.
Questa leggenda ha origine nelle tradizioni orientali, in particolare nel buddhismo, nell’induismo e nel taoismo, che parlano di una città sacra situata al di sotto dell’Himalaya, chiamata Shambhala, Shangri-La, Siddhapura o Gyanganj.
Questa città sarebbe il luogo dove risiedono i maestri spirituali, i bodhisattva, i mahatma, i rishi, i siddha o i taoisti immortali, che custodiscono la saggezza e la conoscenza dell’umanità, e che intervengono nei momenti critici della storia, per aiutare l’evoluzione del pianeta e dei suoi abitanti.
La leggenda dell’Agartha si è diffusa anche in Occidente, grazie a vari autori, esploratori, iniziati e avventurieri, che hanno raccontato le loro esperienze o le loro ricerche sul mondo interno. Tra questi, possiamo citare Ferdynand Ossendowski, Nicholas Roerich, René Guénon, Alexandra David-Néel, Ferdinand Ossendowski, Raymond Bernard, Robert Ernst Dickhoff, Peter Moon, Robert Charroux, Erich von Däniken, Joscelyn Godwin e molti altri.
Questi autori hanno descritto l’Agartha come un paradiso terrestre, dove regnano la pace, l’armonia, la bellezza e l’abbondanza, e dove gli abitanti possiedono poteri straordinari, come la telepatia, la levitazione, la guarigione, la trasmutazione e la longevità.
Un esempio di questa tradizione è il racconto di Nicholas Roerich, un esploratore e pittore russo, che nel 1924 intraprese una spedizione nell’Asia centrale, alla ricerca di Shambhala.
Durante il suo viaggio, Roerich affermò di aver avuto delle visioni e dei contatti con gli abitanti di Shambhala, che gli trasmisero dei messaggi di pace e di fratellanza, e gli mostrarono dei simboli e dei segni misteriosi, come la svastica, il loto e la stella a otto punte.
La leggenda dell’Agartha ha anche influenzato la letteratura, l’arte, la musica e il cinema, dando vita a opere di vario genere e stile, che hanno sfruttato il fascino e il mistero del regno sotterraneo.
Tra queste, possiamo citare i romanzi di Jules Verne, H. G. Wells, Edgar Rice Burroughs, Arthur Conan Doyle, James Hilton, George Orwell, Aldous Huxley, Umberto Eco, Dan Brown e molti altri.
Possiamo anche citare i film di Fritz Lang, Frank Capra, Steven Spielberg, George Lucas, James Cameron, Peter Jackson, Christopher Nolan e molti altri.
Possiamo anche citare le opere musicali di Richard Wagner, Claude Debussy, Igor Stravinsky, Philip Glass, Mike Oldfield, Iron Maiden, Therion e molti altri.
La leggenda dell’Agartha non è l’unica che parla di regni sotterranei, ma ne esistono molte altre, che appartengono a culture diverse e lontane tra loro, ma che presentano delle analogie e delle corrispondenze.
Il Tartaro, o Tartarus in latino, è sia una divinità primordiale, nata dopo Caos e Gea, sia il luogo più profondo e tenebroso degli inferi, dove sono confinati gli esseri che hanno offeso o sfidato gli dei.
Il Tartaro è circondato da un muro di bronzo e da un fiume di fuoco, e ha una profondità tale che ci vorrebbero nove giorni per raggiungerne il fondo.
Nel Tartaro sono imprigionati i titani, i giganti, i mostri e i criminali, che hanno subito la punizione divina per le loro azioni. Tra questi ci sono:
Crono, il re dei titani, che fu detronizzato da suo figlio Zeus e costretto a vomitare gli altri figli che aveva inghiottito
Tifone, il mostro dalle cento teste e dalle ali di drago, che sfidò Zeus in una terribile battaglia e fu sepolto sotto il monte Etna
Prometeo, il titano benefattore dell’umanità, che rubò il fuoco agli dei e lo donò agli uomini. Per questo fu incatenato a una rupe del Caucaso, dove un’aquila gli divorava il fegato ogni giorno
Sisifo, il re di Corinto, che ingannò la morte due volte e rivelò i segreti degli dei. Per questo fu condannato a spingere per l’eternità una grossa pietra su una collina, che rotolava sempre giù prima di raggiungere la cima.
Tantalo, il re della Lidia, che offese gli dei con la sua superbia e la sua crudeltà. Per questo fu tormentato da una fame e una sete insaziabili, stando in mezzo a un lago dalle acque che si ritraevano quando voleva bere, e sotto a un albero dai frutti che si alzavano quando voleva mangiare.
Nel Tartaro si trova anche il fiume Stige, il fiume dell’oblio, che rende invulnerabili chi ne beve le acque. Il fiume Stige è uno dei cinque fiumi degli inferi, insieme ad Acheronte, Cocito, Flegetonte e Lete. Il fiume Stige è sacro agli dei, che giurano su di esso le loro promesse più solenni. Chi viola il giuramento deve bere le sue acque e perdere la voce e il respiro per un anno.
L’Inferno, il luogo di tormento e di punizione che si trova sotto la Terra, secondo la tradizione ebraica, cristiana e islamica.
L’Inferno sarebbe il luogo dove sono confinati i demoni, gli angeli caduti, i peccatori e gli infedeli, che si sono allontanati da Dio, come Satana, Lucifero, Belzebù, Lilith, Giuda, Nerone, Saladino e molti altri.
L’Inferno sarebbe anche il luogo dove si trova il lago di fuoco, il lago di zolfo, che brucia e consuma chi vi cade dentro.
Una parte del Mondo di Mezzo, il luogo di magia e di avventura che si trova sotto la Terra, secondo la tradizione nordica e germanica.
Il Mondo di Mezzo sarebbe il luogo dove si trovano gli elfi, i nani, i troll, i draghi e le altre creature fantastiche, che vivono in armonia o in conflitto con gli dei, gli uomini e i giganti.
I nani sono abili artigiani che vivono nelle profondità della terra, in Nidavellir, il regno dei nani nella mitologia nordica.
Nidavellir significa “terra oscura” o “terra dei neri”, ed è situata sotto le montagne, dove i nani scavano miniere e forgiano armi e gioielli.
I nani sono famosi per la loro maestria nel lavorare i metalli, soprattutto il mithril, una lega leggera e resistente che brilla come l’argento.
Tra le opere più celebri dei nani ci sono il martello di Thor, Mjöllnir, la spada di Sigurd, Gram, e l’anello del drago Fáfnir, Andvaranaut.
I nani sono anche devoti al dio Aulë, che li creò prima degli elfi e degli uomini, e che li istruì nelle sue arti.
I troll sono esseri brutti e malvagi che temono la luce del sole, che li trasforma in pietra.
I troll sono originari di Jötunheimr, il regno dei giganti, e sono nemici degli dei e degli uomini.
I troll sono forti e feroci, ma anche stupidi e ingordi. Si nutrono di carne umana e animale, e vivono in caverne o sotto i ponti.
I troll sono spesso coinvolti in storie di eroi che li sfidano e li sconfiggono con l’astuzia o la forza.
Un esempio è la saga di Hervör, in cui il re Heidrek uccide un troll che gli aveva rubato il cavallo.
Un altro esempio è la storia di Beowulf, in cui il protagonista combatte contro Grendel, un mostro simile a un troll
I draghi sono mostri alati che sputano fuoco e covano tesori, come Fáfnir, che fu ucciso da Sigurd.
I draghi sono tra le creature più temute e potenti del Mondo di Mezzo, e sono spesso associati al male e alla distruzione.
I draghi sono avidi e orgogliosi, e amano accumulare ricchezze e gioielli nelle loro tane.
I draghi sono anche dotati di una grande saggezza e di poteri magici, come la capacità di cambiare forma o di parlare con gli uomini.
Tra i draghi più famosi ci sono Fáfnir, che era originariamente un nano trasformato in drago dall’anello Andvaranaut; Níðhöggr, che rosicchia le radici dell’albero del mondo Yggdrasill; e Jörmungandr, il serpente di Midgard che circonda il Mondo di Mezzo.
Il Paese delle Meraviglie, il luogo di follia e di fantasia che si trova sotto la Terra, secondo la tradizione letteraria inglese, creata da Lewis Carroll.
Il Paese delle Meraviglie è l’ambientazione principale del libro per bambini “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, scritto da Carroll nel 1865, e del suo seguito “Attraverso lo Specchio e Quel che Alice vi Trovò”, pubblicato nel 1871.
Il Paese delle Meraviglie è un mondo popolato da strani animali parlanti, personaggi bizzarri e situazioni assurde, dove le regole della logica e della fisica sono sovvertite e dove tutto è possibile.
Il Paese delle Meraviglie è accessibile solo attraverso una buca nel terreno, dove cade la protagonista Alice, una bambina curiosa e avventurosa, che segue un coniglio bianco vestito e con un orologio.
Alice vive nel Paese delle Meraviglie una serie di avventure incredibili, che la portano a incontrare il Bianconiglio, il Cappellaio Matto, il Gatto del Cheshire, la Regina di Cuori e molti altri personaggi surreali, che le pongono enigmi, domande e sfide.
Alice deve anche affrontare i continui cambiamenti di dimensione, causati dal mangiare o bere alcuni cibi o bevande magici, che la fanno diventare ora gigante, ora minuscola.
Il Paese delle Meraviglie è un luogo dove la realtà è distorta e dove la fantasia è sovrana, ma anche un luogo dove Alice deve imparare a crescere e a trovare la sua identità, tra le difficoltà e le meraviglie che incontra.
Il Paese delle Meraviglie è un simbolo dell’immaginazione e della creatività, ma anche della critica e della satira, che Carroll usa per mettere in ridicolo alcuni aspetti della società e della cultura vittoriana, come l’educazione, la politica, la religione, la matematica e la letteratura.
Il Paese delle Meraviglie è un luogo che ha affascinato e ispirato generazioni di lettori, artisti, scrittori e cineasti, che hanno reinterpretato e rielaborato la storia di Alice in diverse forme e modalità.
Il Mondo Sotterraneo del Regno dei Fanes è una delle leggende più affascinanti e misteriose della tradizione ladina.
Si tratta di un luogo nascosto sotto le rocce delle Dolomiti, dove si rifugiarono i pochi superstiti del popolo dei Fanes, dopo la caduta del loro regno.
Secondo la leggenda, i Fanes erano un popolo pacifico e saggio, che viveva in armonia con le marmotte e gli altri animali.
Il loro simbolo era una marmotta, che rappresentava la loro fedeltà e la loro saggezza.
Il loro regno era prospero e felice, finché non arrivò un re straniero, che sposò la regina dei Fanes e cambiò il loro destino.
Il re straniero era avido e bellicoso, e trasformò la figlia della regina, Dolasilla, in una guerriera invincibile, grazie alle armi magiche che ottenne dai nani.
Con Dolasilla al suo fianco, il re straniero conquistò molti territori e sottomise molti popoli, ma si attirò anche molti nemici.
Tra questi, c’era il popolo del Sud, guidato dal principe Ey de Net, che si innamorò di Dolasilla e le chiese di sposarlo.
Dolasilla accettò, ma il re straniero si oppose, perché sapeva che se Dolasilla si fosse sposata, avrebbe perso la sua forza e il suo regno sarebbe crollato.
Così, il re straniero tradì Dolasilla e il suo popolo, mandandoli in battaglia contro il popolo del Sud, senza le loro armi magiche, che aveva fatto rubare dallo stregone Spina de Mul.
La battaglia fu una strage, e Dolasilla morì tra le braccia di Ey de Net, uccisa dalle sue stesse frecce.
Il re straniero fu pietrificato dalla maledizione dei nani, e i pochi Fanes che sopravvissero si ritirarono nel Mondo Sotterraneo, dove aspettano il giorno in cui il loro regno risorgerà.
Il Mondo Sotterraneo è accessibile solo attraverso il Lago di Braies, che si trova ai piedi del Sass dla Porta, una montagna che secondo la leggenda nasconde l’ingresso al regno dei Fanes.
Il lago è di un colore verde smeraldo, e riflette le cime delle Dolomiti.
È considerato un luogo magico e misterioso, dove a volte si sentono delle voci o dei suoni provenienti dalle profondità.
Alcuni dicono che siano le trombe argentate dei Fanes, che annunciano la loro rinascita.
Altri dicono che siano le grida dei prigionieri di guerra, che furono rinchiusi nel lago durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il lago è anche un luogo di culto e di pellegrinaggio, dove si recano i fedeli della religione ladina, che venerano il sole, la luna e la morte, le tre divinità principali del popolo dei Fanes
Il paradiso sotterraneo della Regina Sibilla è un reame incantato e nascosto che si trova sotto i monti Sibillini, una catena montuosa tra Umbria e Marche. Secondo la leggenda, la Regina Sibilla è una profetessa e una maga che vive in una grotta sulla cima del Monte Sibilla, da cui prende il nome. La sua origine è incerta, ma alcuni la identificano con la Sibilla Cumana, una sacerdotessa di Apollo che predisse la nascita di Cristo. Altri la ritengono una strega malvagia che seduce e inganna gli uomini con le sue arti magiche1
Il paradiso sotterraneo della Regina Sibilla è descritto come un luogo meraviglioso e lussurioso, dove si trovano giardini, fontane, palazzi e tesori. Qui la Regina Sibilla regna su un popolo di fate, elfi, nani e altre creature fantastiche, che si divertono con musica, danze e banchetti. Il paradiso sotterraneo della Regina Sibilla è però anche un luogo pericoloso e tentatore, dove si nascondono insidie e trappole per gli incauti visitatori. Chi entra nel regno della Sibilla deve affrontare prove e sfide, e rischia di perdere la memoria, il tempo e la via di ritorno2
Molti sono stati i cavalieri e gli avventurieri che hanno cercato di raggiungere il paradiso sotterraneo della Regina Sibilla, attratti dal suo fascino e dai suoi misteri. Tra i più famosi ci sono il Cavaliere Tedesco, che riuscì a entrare nella grotta e a tornare indietro con un anello magico; il Conte di Aquino, che fu accolto dalla Sibilla e le chiese di sposarlo, ma fu rifiutato e morì di dolore; e il Conte di Celano, che fu invitato dalla Sibilla a un banchetto, ma si accorse che il cibo era avvelenato e fuggì, e Il Guerrin Meschino.
Oggi la grotta della Regina Sibilla è inaccessibile, a causa di una frana che ne ha ostruito l’ingresso. Si dice che la Sibilla abbia voluto proteggere il suo regno dalle invasioni e dalle curiosità degli uomini, e che aspetti il giorno in cui un prescelto potrà entrare nel suo paradiso e liberarla dalla sua solitudine.