Il 10 febbraio è la giornata del ricordo, non ho letto la dichiarazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a proposito delle foibe, ma ho letto che ha ricevuto numerosi consensi sia da destra che da sinistra.
Nella mia piccola esperienza speleo, ho avuto modo di parlare con i colleghi triestini in genere di questo pesante argomento. Non ne ho tratto mai un ragno dal buco; ho chiesto, soprattutto per cercare di capire, chi buttasse chi. I triestini, i friulani che frequentano quelle grotte, non parlano molto di queste cose. Certo di resti umani devono averne trovati tantissimi, ma non se ne parla. In un recente raduno, tra un bicchiere di vino e un goccio di grappa, uno speleologo triestino mi ha spiegato: “Li dentro venivano buttati tutti, secondo chi comandava. Ci sono dentro italiani e slavi, di destra e di sinistra, tutti buttavano i nemici dentro per farli sparire, e questo da sempre, da secoli e secoli, è per questo che nessuno vuole dire niente sulle foibe, perchè fino al primo dopoguerra è stato un massacro”. E’ incredibile che a cinquant’anni di distanza ancora esista questa forma di censura, o autocensura. In passato qualche timido congresso speleologico si è occupato dell’argomento, ma sicuramente le ricerche e la diffusione delle informazioni trovano ostacoli. Un altro speleologo, fotografo, mi ha raccontato che ha molte foto che NON PUO’ pubblicare e divulgare; Non si tratta in questo caso di Foibe, ma di camminamenti, cunicoli, gallerie, della seconda guerra mondiale, cose che ancora non possono essere rivelate. Viva la democrazia… La scintilena è qui anche per ricordare i poveracci che sono finiti la dentro, italiani o titini che siano.

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