L’associazione La Venta, fondata nel 1991, compie 30 anni. Lo fa con all’attivo oltre cento spedizioni, molti libri, film e documentari, centinaia di articoli apparsi sulle testate di tutto il mondo. E nuovi progetti.
Lo scorso 12 giugno si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo e della Presidenza.
Il nuovo consiglio è composto da Tullio Bernabei, Gaetano Boldrini, Leonardo Colavita, Ada De Matteo, Antonio De Vivo, Alessio Romeo, Natalino Russo, Marco Vattano, e da Francesco Sauro (Cesco), che è stato eletto presidente. Prende il posto di Francesco Lo Mastro (Ciccio), che ha rivestito la carica per due mandati. È un passaggio di consegne importante, che si svolge all’insegna della continuità ma anche in vista di una ripresa delle attività, in quello che si spera sia il periodo di uscita da una pandemia che ha paralizzato il mondo. Nel frattempo l’associazione La Venta si è data un nuovo statuto e si prepara a lanciare nuovi progetti esplorativi.
Abbiamo incontrato Cesco e Ciccio proprio nel momento del passaggio del testimone, per farci raccontare come hanno vissuto questo periodo, qual è la loro visione dell’associazione e cosa immaginano per il futuro.
Ciccio, due mandati significa ben sei anni alla guida dell’associazione: come vedevi La Venta prima e come la vedi ora?
–“Innanzitutto nel 2015 l’invito a fare il presidente mi colse alla sprovvista, anche perché ereditavo la carica da un grande in tutti i sensi: Giovanni Badino. Ricordo che mi candidai a far parte del consiglio direttivo all’ultimo momento, giusto per dare una mano. Una volta eletto come consigliere, quasi mi obbligarono a fare il presidente, con grandi manifestazioni di stima e affetto. Ero imbarazzato e incredulo. In quegli anni La Venta era nel pieno delle sue attività: tante spedizioni, tanta ricerca scientifica e in forte ascesa. Io ho solo ereditato un’associazione già in corsa e, con l’aiuto di tutti, l’ho accompagnata sul suo percorso di crescita naturale. Ora a causa della pandemia le nostre attività si sono notevolmente ridotte, ma già stiamo scaldando i motori per ripartire, e con la guida di Cesco e del nuovo direttivo certamente La Venta recupererà il tempo perduto.”
Nel corso dei tuoi due mandati sono stati portati avanti tanti progetti diversi e sono stati raggiunti anche obiettivi importanti. C’è un progetto o un evento portato a termine che ti rende particolarmente orgoglioso?
-“Il raggiungimento degli obiettivi è sempre frutto dell’impegno di tutti i soci, quindi tutti insieme siamo orgogliosi dei risultati raggiunti. Per quanto mi riguarda, la cosa che mi gratifica di più è quella di aver lasciato una traccia della mia presidenza in La Venta nella prefazione al libro dei nostri 25 anni di storia. In quanto ai progetti, come i figli, si amano tutti allo stesso modo. C’è da dire che i progetti non si concludono mai; quando credi che sei all’ultima spedizione, ecco che si aprono nuovi scenari e nuove vie. Un occhio particolare però è rivolto al progetto Filippine, con la pubblicazione del libro sull’Underground River durante il mio secondo mandato, e al Venezuela, con il progetto quarziti, sul quale spero riusciremo a pubblicare un libro quanto prima. In ultimo, mi riempie di orgoglio l’imminente uscita del libro sulla grotta dei cristalli giganti di Naica, frutto di un lavoro corale e frenetico in questi ultimi tre anni. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto tenerlo a battesimo prima della scadenza del mio mandato, ma sono felicissimo lo stesso.” (sorride)
L’associazione conta oltre cinquanta soci, con competenze, professionalità, esperienze e caratteri diversi. A quanto pare sei riuscito a tenerli insieme anche nel difficile periodo della pandemia, che tra l’altro segue un’importante crisi economica globale. Come hai fatto?
-“Come ho fatto non so, mi è venuto naturale, ma non credo sia tutto merito mio. Per raggiungere qualsiasi risultato ci vuole la volontà e l’impegno di tutti. Per carattere mi sono sempre immedesimato nei problemi e nelle ragioni degli altri, ascoltando e cercando soluzioni condivise. Qualcuno mi dice che vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ma questo mi spinge a cercare di far sempre meglio. Forse tutto ciò è dettato dal forte sentimento di attaccamento che ho per l’associazione (dal 1998 ad oggi è parte della mia vita) e il timore di poter perdere o non saper salvaguardare quello spirito di aggregazione necessario nei momenti di difficoltà. Anche per questo ho cercato di far sentire parte importante in associazione i soci esteri, ai quali mi lega un profondo senso di gratitudine per l’amicizia e per l’accoglienza che ci riservano durante le spedizioni a casa loro.”
C’è qualcosa che avresti fatto diversamente?
-“Dire che non avrei cambiato nulla sarebbe peccare di presunzione. Tanti errori si commettono ad esempio per inesperienza, ma ho avuto in questi sei anni un incondizionato supporto da parte di tutti. Ho sempre considerato la vita associativa come quella di una famiglia dove negli anni accudisci un figlio e lo vedi crescere, solo che in La Venta i ruoli di genitore e di figlio si alternano incessantemente e vorticosamente ogni giorno, facendoti perdere la cognizione del tempo che passa. Ecco, forse avrei voluto un po’ più di tempo da dedicare ai soci meno presenti, ma le ore della giornata purtroppo sono quelle. Comunque sarò sempre presente a dare una mano al fianco del nuovo direttivo.”
Cesco, la tua presidenza arriva in un momento di cambiamento per l’associazione. Secondo te La Venta è più internazionale oggi rispetto a quando è stata fondata?
–“Senza dubbio La Venta è ormai conosciuta a livello internazionale, non tanto per aver fatto comunicazione di alto livello, ma soprattutto per la qualità e unicità dei progetti che ha saputo portare avanti. Nel mondo ci conoscono come gli speleologi che hanno documentato e esplorato Naica, per le scoperte nei tepui venezuelani, alcuni progetti sono diventati dei modelli di conservazione e trasferimento di esperienze, come nel caso del Saint Paul Underground River a Palawan. La Venta con la sua esperienza trentennale può fare la differenza in tanti contesti, per questo a livello internazionale siamo apprezzati e considerati.”
In giro per il mondo, l’associazione si è guadagnata un’ottima reputazione, riconosciuta da enti, istituzioni e governi, ma anche all’interno della comunità degli esploratori. Secondo te qual è il segreto di questo successo?
-“Sicuramente la multidisciplinarità e il fatto di riuscire a trasmettere ciò che facciamo attraverso pubblicazioni di alto livello, sia su riviste scientifiche in collaborazione con le università, sia con libri di grande formato rivolti a un pubblico vasto e non necessariamente del settore. Non è un compito facile. A una spedizione sul campo seguono mesi di lavoro a casa a scrivere testi, raccogliere dati e fotografie. È necessario mettere nero su bianco le scoperte avvenute, tutto quello che si è imparato, perché solo in quel modo andrà ad arricchire culturalmente non solo noi stessi ma anche tutto il contesto che circonda i luoghi che abbiamo esplorato.”
La speleologia di spedizione ha subito un duro colpo per via della pandemia. La ripartenza sarà lenta e graduale, anche perché i progetti La Venta in luoghi remoti del mondo coinvolgono spesso piccole comunità fragili dal punto di vista sanitario. Per non parlare dei paesi che nel frattempo hanno conosciuto crisi economiche e politiche. Come immagini la ripartenza?
-“Non sarà facile perché il mondo intero sta vivendo un momento di grande difficoltà. Non solo non è facile spostarsi, ma soprattutto l’esplorazione geografica non viene riconosciuta come un’azione di primaria importanza per lo sviluppo di un paese. In realtà proprio questi trent’anni di esperienza ci hanno insegnato che invece conoscere le unicità naturali del proprio territorio è il primo passo necessario per poterle proteggere. Abbiamo molti progetti in fase di avvio, in collaborazione con diverse istituzioni straniere. Ad esempio in Colombia stiamo per cominciare una serie di attività in collaborazione con l’Istituto Humboldt, uno degli enti di ricerca più attivi nell’area delle Ande e dell’Amazzonia.”
Un tuo sogno per il futuro di La Venta?
-“Sono convinto che siano ancora possibili grandi scoperte come quella di Imawarí Yeuta nelle quarziti del Venezuela avvenuta nel 2013. Ci sono ancora tantissimi territori inesplorati dal punto di vista speleologico. Mi piacerebbe che nuove scoperte si realizzassero anche grazie alla spinta di nuovi soci, perché credo che questo farebbe crescere ancora di più la nostra associazione. Viviamo di sogni esplorativi, di progetti che ancora sono solo miraggi lontani, ma basta questo per farci andare avanti con questa avventura che si chiama La Venta.”
Il sito ufficiale di La Venta è www.laventa.it
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