La caccia al Niphargus rivela la presenza di una specie sconosciuta che potrebbe fare luce sui segreti del sottosuolo umbro
Nei primi giorni di Maggio, il biologo Fabio Stoch accompagnato da speleologi locali ha ispezionato alcune sorgenti presso Recentino e Lecinetto nella Gola del Nera presso Narni, nell’ambito di una vasta ricerca sul Niphargus, un gamberetto troglobio molto diffuso nelle sorgenti carsiche italiane e dichiarato “Animale di grotta dell’Anno 2023”.
Durante la ricerca, è stato trovato un gamberetto già noto e identificato in passato anche alle sorgenti di Stifone, ma è stata fatta anche una scoperta sorprendente: un altro Niphargus mai osservato finora in Umbria.
In attesa dell’analisi del DNA per stabilire se si tratti di una nuova specie o identificare esattamente la specie, la scoperta è già interessante in quanto il Niphargus rappresenta un buon tracciante per gli acquiferi carsici.
Le sorgenti della Gola del Nera hanno una portata media di 13,5 mc/sec e sono fortemente mineralizzate, con una conducibilità che va da 2900 a oltre 3500 µS/cm e una elevata pressione parziale di anidride carbonica derivante dall’apporto di fluidi profondi, con un lieve termalismo di circa 16-17°C.
Nonostante le condizioni ostili per la vita, la scoperta di questi animali è importante perché sono ottimi traccianti.
Considerando che le portate delle sorgenti della Gola del Nera superano abbondantemente quelle dovute dalle precipitazioni locali, si sa da tempo che il massiccio carsico di Narni-Amelia è alimentato anche da acquiferi vicini, sinora non identificati con certezza.
Pertanto, scoprire questa specie in altri acquiferi ed analizzarne il DNA potrebbe fornire una risposta a questo quesito.
Il prossimo fine settimana, la caccia al Niphargus si sposterà alla Sorgente di Santa Rosa, sempre nella Gola del Nera, e molto più in alto, all’acquedotto romano della Formina a Monte Ippolito e alla sorgente di Fonte Feronia presso la Rocca di Narni.
Le ricerche biospeleologiche a Narni stanno portando alla luce nuove scoperte sulle specie che abitano gli acquiferi carsici della zona, contribuendo alla conoscenza dei processi naturali che regolano la circolazione delle acque sotterranee.