Le grotte di Lascaux e Altamira raccontano la vita, i riti e i sogni degli uomini preistorici attraverso le immagini degli animali
La pittura rupestre è una delle forme d’arte più antiche e affascinanti che l’umanità abbia mai prodotto.
Risalente a circa 30.000 anni fa, si trova in varie parti del mondo, ma in questo articolo ci concentreremo sull’ambito europeo, dove tra il 19.000 e il 15.000 a.C. si sono create le famose grotte di Lascaux e Altamira.
Queste grotte sono dei veri e propri musei naturali, dove possiamo ammirare le opere degli artisti del Paleolitico, che con immagini, segni, simboli e pittorami ci hanno trasmesso le loro emozioni, la loro storia, i loro riti e il loro mondo primordiale.
Ma qual era lo scopo di queste pitture? Per molto tempo si è pensato che fossero legate alla caccia, come una forma di magia propiziatoria per assicurarsi il successo nella ricerca del cibo.
Tuttavia, questa ipotesi è stata superata da studi più approfonditi, che hanno evidenziato il valore simbolico delle immagini, sia dal punto di vista scientifico che iconografico.
Infatti, analizzando le pitture, si nota come siano ricorrenti le coppie cavallo (maschio) – bisonte/uro (femmina), che rappresentano il “femminile” e il “maschile”, i due principi che generano la vita.
In un tempo così duro, in cui la vita doveva essere molto breve, gli uomini preistorici esprimevano il loro amore per la vita e il loro bisogno di supporto con le immagini.
Gli animali, quindi, erano simboli di prosperità, ma anche entità a cui erano affidati poteri, come ad esempio quello della guarigione.
Con la rappresentazione degli animali, gli uomini preistorici manifestavano il loro bisogno archetipico di collegarsi alla forza della natura e oltre.
L’animale più rappresentato è il cavallo, seguito da bisonti, cervi, cerve, mammuth, stambecchi e renne.
Meno frequenti sono il leone e l’orso, mentre sono molto rari gli uccelli e i pesci. Ultimi in classifica, megaceri, antilopi, cinghiali, lupi e volpi.
Ma oltre al significato, c’è da ammirare anche la bellezza di queste pitture e il loro valore estetico-formale.
Siamo di fronte a dei grandi capolavori, tanto che la grotta di Lascaux è stata definita la Cappella Sistina della Preistoria.
L’artista del Paleolitico era un grande comunicatore, che aveva già in sé, nel bagaglio archetipico della sua natura, la capacità di comprendere che un disegno è più efficace e comprensibile se è sintetico, ma non banale.
Ritraeva bisonti, cavalli, animali in fuga, con rapidità, contornando con segni forti e decisi e sfumando i colori, scegliendo le parti scabrose della roccia per sfruttare il rilievo naturale, atto a conferire volume all’anatomia dell’animale, giungendo talvolta alla pittura “di gesto” come nella prima immagine.
La pittura rupestre del Paleolitico è un tesoro artistico e simbolico che ci permette di entrare in contatto con i nostri antenati e con la loro visione del mondo, ricca di fascino e di mistero.
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