A Ormea il prossimo Congresso Nazionale di Speleologia racconterà la ricerca scientifica e l’esplorazione
“Non c’è differenza tra un’onda del mare e una montagna; sono entrambi elementi naturali in costante movimento. Chi fa la differenza è il punto di vista umano. Riusciamo a percepire chiaramente i movimenti delle onde del mare, ma non quelli delle montagne semplicemente perché non abbiamo sufficiente tempo a disposizione per osservali” (G. Badino)
La musica è concatenazione di suoni, è melodia che nasce dal contributo di diversi strumenti, così come la grotta è concatenazione di aspetti differenti e una buona esplorazione può esserci grazie a una loro attenta osservazione.
Giovanni Badino studiava il suono che caratterizza ogni grotta, il suo timbro, la sua armonica. Imparare a comprendere i segnali lasciati dal tempo nelle grotte può regalarci sorprese inaspettate e indizi preziosi sul nostro passato, presente e futuro. E’ questo il tema che ispira il XXIII Congresso Nazionale di Speleologia di Ormea, che vuole coniugare scienza ed esplorazione perché, a uno sguardo attento, esse sono complementari ed imprescindibili.
Il Congresso del 2020 diventerà così l’occasione per affrontare argomenti molto diversi fra loro, che spaziano dalla scienza alla cultura, passando per la documentazione, perché conoscenza e condivisione devono essere elementi imprescindibili della Speleologia, una disciplina che dialoga e abbraccia scienze naturali e umanistiche come la biologia, la geologia, la fisica, la paleontologia, la meteorologia, l’archeologia e l’antropologia.
L’ambito speleologico è caratterizzato da scarsa visibilità mediatica, è spesso considerato irrilevante o portatore di sensazionalismo, con una conseguente scarsa conoscenza generale delle peculiarità carsiche del nostro Bel Paese. L’attività speleologica ha il pregio di non essere un mestiere; gli speleologi hanno molteplici bagagli di conoscenza, in ogni settore culturale e professionale, che sono costantemente messi a disposizione dell’esplorazione di questi vuoti carichi di storia e informazioni. Esiste però, nell’accezione comune, una doppia veste dell’ “esplorazione”, che viene chiamata con questo nome quando è realizzata dai cosiddetti “grottisti” o sportivi della disciplina, mentre si trasforma in “ricerca” se invece a portarla avanti sono gli scienziati. Si percepisce, dunque, un cronico dualismo dell’attività, come se esistessero una speleologia di serie A e una di serie B. Sebbene ci si riferisca in realtà alla stessa cosa, è proprio questo diverso modo di chiamare la stessa attività che crea fazioni, a volte grandi distanze. Lo sforzo deve essere, quindi, quello di far dialogare questi due mondi, che sono vicendevolmente imprescindibili.
Tutti gli speleologi italiani sono invitati a partecipare al XXIII Congresso Nazionale di Speleologia che si terrà a Ormea, ai piedi del massiccio del Marguareis, in uno tra i più noti e superbi siti speleologici d’Italia, scrigno di biodiversità grazie anche alle sue peculiarità geomorfologiche e alla sua vicinanza al mare, nonché testimone delle esplorazioni che hanno catturato l’immaginario di molti grazie ai racconti di Andrea Gobetti e Giovanni Badino. Le Alpi del Mediterraneo, così belle e singolari da essere candidate a divenire Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
I temi su cui si svilupperanno le sessioni congressuali comprendono: Ricerca/Esplorazione speleologica nelle Scienze della Terra (Idrogeologia, Geomorfologia, Mineralogia, Glaciologia, ecc.), Fisica e Chimica, Biologia e Medicina, tutela dell’Ambiente, Geografia, Archeologia, Antropologia, Paleontologia, Tecnologia, Documentazione e Comunicazione; Arte e Cultura.
Tre sessioni principali sono previste durante la cerimonia di apertura del congresso, in seduta plenaria:
* Il 70esimo anniversario della fondazione della Società Speleologica Italiana
* L’iscrizione del territorio delle Alpi del Mediterraneo nel Parco Europeo Alpi Marittime – Mercantour nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
* Dal Marguareis a Lyon: il ponte Italia – Francia verso il 18° Congresso Internazionale di Speleologia dell’UIS, 2021
Il Congresso sarà anche l’occasione per discutere in chiave normativa della figura dello speleologo, nella sua molteplice veste di esploratore, scienziato o professionista.
Gli abstract devono essere consegnati entro il 31/08/2019 e i lavori entro il 31/01/2020 seguendo le indicazioni riportate nelle linee guida reperibili sul sito http://www.congressospeleo2020.it/abstracts-e-lavori/
La Società Speleologica Italiana, al fine di promuovere la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio speleologico istituisce il Concorso Italia Speleologica. Per l’edizione 2020 del Premio, saranno presi in considerazione solo lavori presentati al XXIII Congresso di Speleologia di Ormea. Il regolamento è disponibile su http://www.congressospeleo2020.it/concorso-italia-speleologica/.
Maggiori info: http://www.congressospeleo2020.it/