Un cranio femminile di 60 mila anni fa è stato ritrovato nella Grotta Guattari, dove si conservano i resti di una comunità di ominidi. Gli studiosi ne hanno ricostruito l’aspetto e le abitudini, e hanno allestito un percorso di visita virtuale al sito.
La Grotta Guattari, situata sul promontorio del Circeo, in provincia di Latina, è uno dei siti preistorici più importanti d’Europa.
Qui, nel 1939, fu scoperto il primo cranio di Homo neanderthalensis, la specie di ominidi più vicina all’Homo sapiens, che visse tra i 200 mila e i 30 mila anni fa.
Da allora, gli scavi hanno portato alla luce altri resti fossili di Neanderthal, insieme a quelli di animali preistorici come elefanti, rinoceronti, ippopotami, cervi e iene.
Tra le ultime scoperte, c’è il cranio di una donna adulta, vissuta circa 60 mila anni fa, che gli studiosi del ministero della Cultura hanno analizzato per ricostruirne l’identikit.
Si tratta di una delle poche testimonianze di femmine di Neanderthal, che ci permettono di conoscere meglio la vita e la cultura di questa specie.
La donna del Circeo doveva essere alta circa un metro e mezzo, con una corporatura robusta e un peso di circa 50 chili.
Il suo volto aveva le arcate sopracciliari sporgenti e le ossa craniche spesse, tipiche dei Neanderthal, ma anche alcuni tratti più moderni, come il mento e il naso.
Il suo cervello era di dimensioni simili a quello degli umani attuali, e le consentiva di elaborare informazioni complesse e di comunicare con i suoi simili.
La donna faceva parte di una comunità di Neanderthal che abitava la grotta, dove si occupava della caccia, della raccolta, della lavorazione degli alimenti e della cura dei figli.
Aveva un forte senso della famiglia e della solidarietà, e probabilmente praticava anche alcune forme di arte e di ritualità.
La sua vita era però dura e pericolosa, esposta alle intemperie, alle malattie e agli attacchi degli animali selvatici.
Per far conoscere al pubblico la storia e le caratteristiche di questa nostra antenata, il ministero della Cultura ha organizzato nuovi percorsi di visita alla Grotta Guattari, aperti dal 29 ottobre.
I visitatori possono immergersi nella preistoria grazie a speciali visori di realtà virtuale, che li trasporteranno nella grotta così come appariva 60 mila anni fa.
Potranno inoltre ammirare gli ologrammi dei fossili rinvenuti, che si animeranno per mostrare la loro identità originaria.
Un’esperienza unica e affascinante, che ci avvicina ai nostri lontani parenti.